Cibo: la crisi covid-19 quanto ha modificato le nostre abitudini di consumo?

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Ancora nei nostri occhi, sono vivide quelle immagini che immortalavano file chilometriche davanti ai supermercati e ai negozi di generi alimentari. D’altra parte, come dimenticare quanto e come il coronavirus abbia profondamente modificato il nostro modo di vivere.

Ma superati i vari periodi di lockdown, i nostri comportamenti alimentari sono davvero cambiati? In altre parole, ci si inizia ad interrogare sul come la crisi sanitaria legata al Covid-19 possa aver portato la società a rivalutare le proprie abitudini alimentari. Blocchi, coprifuoco e misure sanitarie come il lavoro a distanza, hanno avuto un impatto sul nostro stile di vita. Pertanto, ciò che mangiamo e il modo in cui mangiamo potrebbero essere cambiati.

Di base, all’essere umano davanti ad ogni crisi appare la paura di perdersi il che, tra l’altro, non fa altro che accentuare il divario sociale esistente. È un grande classico, quindi, che in momenti particolari come quelli che abbiamo recentemente vissuto, il cibo assuma un ruolo determinate. Questo, è un atteggiamento che scaturisce, in special modo, come risposta quando vi è l’imminenza di una guerra, quando ci troviamo in un periodo di crisi economica che induce iperinflazione.

Ci sono, perciò, molti eventi eccezionali durante i quali abbiamo visto, almeno per alcuni giorni, persone che si precipitavano ad accaparrarsi il cibo presente negli scaffali dei negozi. Indubbiamente, il cibo è, ovviamente, la cosa più vitale. Periodi di crisi come, appunto, quelli trascorsi durante la pandemia da coronavirus, riattivano una paura veramente arcaica e soprattutto antropologica.

È, dunque, semplicemente, la paura che il cibo possa esaurirsi, l’evento che determina una sorta di paura sociale. Infatti, in quei giorni, i carrelli della spesa abbondavano, inizialmente di pasta e riso e, successivamente, le famiglie hanno iniziato, sempre più, a stoccare farina e ogni altro genere alimentare a lunga scadenza.

Nonostante i ripetuti annunci e continui approvvigionamenti di vettovaglie, ogni negozio e ogni supermercato subiva una vera e propria spogliazione di tutto ciò che era alimento. Di certo, il cibo è una primaria necessità, pur tuttavia, questo terribile evento ha chiaramente fotografato la reale psicologia che anima ognuno di noi.

Di conseguenza, se Bitcoin Trader risulta essere utile per comprendere gli investimenti in criptovalute, la pandemia che ha dovuto affrontare l’intero mondo ha messo in luce un aspetto che, in molti reputavano superato, ovvero il timore di non aver cibo con cui sfamare se stessi e la propria famiglia.

Un timore che esploso al punto tale che, improvvisamente, gli acquisti di prodotti biologici sono aumentati del 63%. Un dato non legato ad un cambio di abitudini ma, piuttosto, dal fatto che erano quelli che non avendo, precedentemente, una grande richiesta, erano presenti in abbondanza. Le sfide della crisi richiedono un migliore consumo e, il contesto in cui ci troviamo, ha portato molte persone a riesaminare la loro dieta e i loro modelli di consumo.

E così il mangiare più sano, il più naturale e il meno globalizzato possibile, sono divenuti temi di grande attualità. D’altra parte, già nell’ottobre del 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva posto in evidenza il probabile impatto pandemico sul sistema alimentare e, di conseguenza, sullo stato nutrizionale degli individui, in particolare quelli con una situazione socioeconomica alterata da misure sanitarie.

Questa crisi sanitaria sta inesorabilmente creando una crisi sociale ed economica che si riflette in una perdita di potere d’acquisto e in un impoverimento che sta colpendo una frazione crescente della popolazione. La crisi pandemica, ha, dunque, rivelato l’entità delle disuguaglianze in termini di consumo e, purtroppo, le ha accentuate.

A tal proposito, sarebbe sufficiente, andando a concludere, ricordare tutte quelle persone che hanno perso il lavoro e, di conseguenza, si trovano a dover cercare come poter sopportare l’onere finanziario dei pasti giornalieri per i propri bambini.

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