Sono 5 le dimore storiche astigiane aperte nella Giornata Nazionale ADSI

L’omaggio al bello ed alla Storia della Penisola, nel 160° anniversario dell’Unità d’Italia, si chiude domenica 23 maggio in occasione della XI Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane (ADSI).

Un appuntamento culturale, fra i primi in presenza a segnare l’inizio della ripresa, che consentirà al pubblico di visitare gratuitamente oltre 300 tra castelli, rocche, ville, parchi, giardini di proprietà privata in tutta la Penisola e che apriranno le porte per far rivivere pagine di storia e di arte che ognuno di loro, in momenti ed epoche diverse, hanno contribuito a scrivere.

Gioielli fragili, la cui tutela e conservazione è interamente affidata a coloro che ancor oggi ne custodiscono il patrimonio artistico e paesaggistico rendendoli fruibile a tutti, e che nell’insieme costituiscono il più grande museo diffuso d’Italia e che prima della pandemia contava 45 milioni di visitatori l’anno.

L’XI giornata Nazionale ADSI Piemonte e Valle d’Aosta ha anche ricevuto il sostegno di Reale Mutua e il Patrocinio della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Regione Autonoma Valle d’Aosta, della Città Metropolitana di Torino e delle Province di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara.

Piemonte e Valle d’Aosta
Ben 34 le dimore storiche di Piemonte e Valle d’Aosta
(+ del 10% di quelle aperte in tutta Italia, di cui 4 alla loro prima Giornata Nazionale) A queste si aggiungeranno 3 Case della Memoria di Saluzzo, città candidata Capitale della Cultura Italiana 2024. Alcune partecipano per la prima volta alla Giornata ADSI. Nel novarese, Casa Bettoja a San Maurizio d’Opaglio, sul lago d’Orta; nel torinese, a Bricherasio, il Palazzo dei Conti di Bricherasio, il Castello Piossasco di None a Virle e a Santena, il Polo Cavouriano, neo-iscritto ADSI. Da segnalare anche che in alcune località (nel torinese, Bricherasio, Collegno, Santena; nel cuneese Saluzzo; nel novarese a Boca e sul Lago d’Orta) sono possibili visite due proprietà, e altre sono visitabili nelle immediate vicinanze. Ottimo spunto per invogliare anche visitatori provenienti da altri regioni ad una conoscenza “allargata” di zone del Piemonte al di fuori dagli abituali circuiti.

Per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, distanziamento e sanificazione vigenti, quest’anno è pero necessario prenotare la propria visita. Tutte le modalità di accesso e prenotazione saranno disponibili Click -> QUI

Di seguito l’elenco delle dimore storiche, in Provincia di Asti, che il 23 maggio apriranno gratuitamente al pubblico in occasione della XI Giornata Nazionale ADSI.

Per consultare la mappa delle dimore Click -> QUI

PROVINCIA DI ASTI
-Castello di Calosso d’Asti – Calosso d’Asti ( T)

Dimore Storiche Astigiane

Focus: Cappella, bastioni cinquecenteschi inalterati.
-Piazza Castello 7, 14052 Calosso d’Asti (AT)
-Contatti – 339 5971315; castellodicalosso@gmail.com
-Indirizzi social
– Facebook: Castello di Calosso
– Instagram: @castellodicalosso
-Il 23 maggio saranno visitabili gratuitamente il parco, il giardino e i sotterranei -Orario di apertura – 10-13 e 14.30-17.30
-Attività proposte – Visite libere
-Eventuali attività in più a pagamento o attività organizzate da altri enti – Per chi lo desidera saranno organizzate visite degli interni e della cappella (con un piccolo contributo)
-Descrizione della dimora e brevi cenni storici – Il Castello è sempre stato privato ed è passato quasi sempre per via femminile fino agli attuali proprietari. E’ caratterizzato da una massiccia torre cilindrica ornata da archetti pensili e merli guelfi e da un portale tipicamente seiecentesco sovrastato dallo stemma dei Roero di Cortanze. Fortezza della famiglia Roero di Cortanze già nel XIV secolo infatti, fu da questa ristrutturato in elegante dimora signorile di campagna alla fine del Seicento, perdendo in gran parte l’originaria fisionomia.

Tuttavia sul lato nord è rimasta quasi intatta la fortezza cinquecentesca, con le bocche da fuoco e le feritoie delle casematte.

Al castello è legata la storia di Sant’ lessandro Sauli vescovo di Pavia che, sorpreso da malattia nel 1592 durante una visita pastorale, venne qui ospitato fin quando spirò. La Camera in cui si spense venne convertita in pubblico oratorio e successivamente in cappella; in suo ricordo gli abitanti indissero nello stesso giorno la festa patronale.

-Castello di Montemagno – Montemagno (AT)

Dimore Storiche Astigiane

Focus: Castello più grande del Piemonte, realtà unica nella storia del Monferrato, abitato per oltre 10 anni da Federico Barbarossa di cui conserva un simbolo nelle antiche cantine, merlatura ghibellina, proprietà di una famiglia imparentata con i Savoia e varie famiglie reali europee.
-Via Calvi, 14030 Montemagno (Asti)
-Il 23 maggio saranno visitabili gratuitamente i bastioni, il parco, il cortile interno, il fossato e i saloni
medioevali.
-Orario di apertura – 10-13 e 14.30-17.30 -Attività proposte – visite guidate
-Descrizione della dimora e brevi cenni storici – Di origini molto remote, le sue fondamenta sono di una antica fortezza romana e le prime notizie come maniero difensivo risalgono giă al 972. Dal 1164 in poi, con l’attribuzione da parte dell’Imperatore Federico Barbarossa (che vi soggiornò ed amministrò giustizia per più di 10 anni) al Marchese del Monferrato, si susseguirono alterne vicende storiche, dalle alleanze con il Comune di Asti (tra il ‘200 ed il ‘300), alle crociate in Palestina di Federico II, dalle mire espansionistiche dei Savoia che nel ‘400 lo inglobano insieme al Monferrato,alle invasioni delle truppe francesi e spagnole che nel ‘500 devastano il paese.

Dopo un lungo periodo sotto il dominio dei Duchi di Mantova, il Castello agli inizi del 1600 passa agli attuali proprietari, i Conti Calvi di Bergolo. L’ultima trasformazione avviene alla fine del 1600 ed ha in parte mutato il castello, tuttora incorniciato da merlatura ghibellina: da importante fortezza romana diventa un’elegante dimora di campagna circondata da un parco.

-Castello di Robella

Dimore Storiche Astigiane

Focus: la specola in ferro della torre (1823) è uno dei primi strumenti d’osservazione astronomica del tempo
-Piazza Vittorio Veneto 10, 14020 Robella (AT)
-Contatti – info@castellodirobella.it ; cell 3486052166
-Sito internet – www.castellodirobella.it
-Il 23 saranno visitabili gratuitamente il parco e le cantine -Orario di apertura – 10-13 e 14.30-17.30
-Attività proposte – Degustazione vini e prodotti locali
-Eventuali attività in più a pagamento o attività organizzate da altri enti – Possibilità di visite guidate dal proprietario (contributo 5€, solo su prenotazione) alle sale del castello e alla torre.

Descrizione della dimora e brevi cenni storici: Il castello di Robella è uno dei castelli della Contea di Cocconato, feudo fin dall’alto Medioevo dei Conti Radicati. I conti di Cocconato, divisi nei vari rami di Brozolo, Casalborgone, Marmorito, Passerano, Primeglio e Robella, erano uniti in un “consortile” regolato da antichi statuti e godevano di un’ampia autonomia destreggiandosi tra Asti, il Marchesato di Monferrato e i Duchi di Savoia e riconoscendo solo l’autorită diretta dell’Imperatore.

Alla fine del ‘500 riconobbero l’autorită dei Savoia ma conservando fino all’epoca napoleonica una alto grado di autonomia all’interno del Regno di Sardegna. La vita della comunità di Robella era regolata dagli statuti redatti nel 1568.

Il primo nucleo duecentesco del castello era una rocca poligonale della quale si vedono ancora alcuni lati a Est ed era affiancata da una torre quadrata probabilmente distrutta nel ‘500 o ‘600. Ne resta l’immagine in un antico documento dell’ rchivio di Stato di Torino..Nei secoli successivi il castello è stato ampliato a più riprese fino ad assumere l’attuale forma irregolare e trasformato da edificio a prevalente funzione militare in residenza signorile. Nel 1823 su ordine del conte Eustachio Radicati di Robella l’ingegnere Carlo Mosca ha progettato e costruito l’attuale torre o “specola”, al sommo della quale c’ğ una struttura di ferro, una tra le prime dell’epoca, destinata all’osservazione astronomica.

-Palazzo Gazelli – Asti

Dimore Storiche Astigiane

Focus: Nel centro storico di Asti, fu di banchieri finanziatori della Corona inglese e di una delle prime famiglie che vinificarono il Barbera in Piemonte
-Via Quintino Sella 46, 14100 Asti
-Sito internet -www.palazzogazelli.it
-Il 23 maggio saranno visitabili gratuitamente le cantine, la scuderia e i saloni al piano terra del palazzo
-Descrizione della dimora e brevi cenni storici – Palazzo Gazelli, compreso tra Via Quintino Sella e Via San Martino, nel cuore del “Recinto dei Nobili” del centro storico di Asti, è una struttura medioevale eretta su di un impianto romano. Si distingue per la consistenza muraria degli interrati, dei resti delle finestre bicrome e la presenza della robusta torre mozzata a base quadrata ( 8×8 m), in origine alta 40 m ( ora 24 m).

Asti nel Medioevo era un Libero Comune dove si batteva denaro, dall’economia molto florida che intrecciava affari e commerci in tutto il mondo.Iil nome della londinese Lombard Street si deve ai Lombriasco, finanziatori della Corona d’Inghilterra e casato da cui discendono gli attuali proprietari. Il 26 agosto 1462, nel Palazzo vide la luce Pietrino del Ponte di Lombriasco, secondo Gran Maestro dell’Ordine di Malta a Malta (1534-1535).

Nelle prime decadi del 1600 il complesso diventa proprietà dei Conti Cotti di Ceres e di Scurzolengo, che incaricano l’architetto di corte Benedetto lfieri di ristrutturare il Palazzo secondo una tipologia barocca, con atrio, corte interna di rappresentanza, alloggio nobile e giardino all’italiana. Dagli archivi storici di famiglia risulta che già a partire dal 1682 nelle cantine veniva vinificato il vino Barbera con le uve provenienti dalle loro tenute di Neive, una delle testimonianze più antiche di produzione di vino Barbera in Piemonte. Dalla metà del 1800 passa ai Conti Gazelli di Rossana che convertono parte del complesso in “casa da reddito” con due ampi cortili e le pertinenze rustiche per la trasformazione dei prodotti agricoli delle tenute di famiglia in Langa e Monferrato, le scuderie, le stalle e i magazzini per il deposito delle derrate alimentari e delle carrozze con accesso dall’ ampio portone di servizio posto lungo via san Martino.
Oggi, Palazzo Gazelli e le sue storiche cantine sono aperti al pubblico come sede di numerose attività culturali e gastronomiche.

-Tenuta Alfieri di Sostegno – San Martino Alfieri (AT)

Dimore Storiche Astigiane

Focus: Giardino trasformato da Xavier Kurten con importanti alberi secolari, edificio riplasmato da Ernesto Melano, primo architetto di Carlo Alberto di Savoia. Produzione di vino
-Piazza Alfieri 28, 14010 San Martino Alfieri (AT)
-Contatti – locanda@marchesialfieri.it – 335 1805324
-Sito internet – www.marchesialfieri.it
-Indirizzi social – Fb: Marchesi Alfieri cantine e Locanda; Instagram: Marchesi Alfieri
-Il 23 saranno visitabili gratuitamente il parco all’inglese del castello, l’Orangerie Barocca, le sale di rappresentanza del castello, le cucine storiche ed una parte di barricaia
-Orario di apertura – solo visite guidate ore 11.00 14.00 16.00
-Attività proposte – Visite guidate con degustazione finale della Barbera d’Asti docg La Tota
-Descrizione della dimora e brevi cenni storici – Castello barocco di San Martino Alfieri viene costruito a
partire dal 1696 dall’architetto Bertola come residenza estiva della famiglia Alfieri, su precedenti rovine di una fortezza medievale appartenuta ai Solaro di Govone.

Di fronte alla residenza ğ poi costruita l’Orangerie, giardino d’inverno della famiglia, decorata da maestri comacini con delicati stucchi. Il castello viene modificato ancora un’ultima volta intorno al 1820 con un importante intervento di Ernesto Melano, primo architetto di sua maestà Carlo Alberto di Savoia, che cambia anche l’assetto del paese. Nell’anno 1815 il marchese Carlo Emanuele lfieri incarica Xavier Kurten, architetto paesaggista, di trasformareil giardino formale in un parco, secondo il nuovo gusto romantico all’inglese.Importanti alberi secolari sono ancora presenti: una grande quercia, cedri del Libano, l’Abies Pinsapo, firma del Kurten, carpini ed un olivo a spalliera.

dimore storiche piemonte