Recovery Fund: la Diocesi di Asti disponibile al confronto con enti e istituzioni

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della Diocesi di Asti con alcune riflessioni sul Recovery Fund del coordinatore degli uffici pastorali del “terzo settore”, don Dino Barberis.


In questi mesi si sta definendo per l’Astigiano il Piano strategico per lo sviluppo territoriale della provincia di Asti, da porre in relazione alle indicazioni del PNRR e recentemente sono state rese pubbliche le conclusioni dei tavoli di lavoro presso Asti Studi Superiori, che, attraverso una precisa metodologia, ha individuato le principali linee strategiche per il piano stesso.

Come comunità diocesana abbiamo diverse opportunità di riflessione e di contatto con le persone, in particolare quelle che fanno più difficoltà, ma non solo. Ci siamo interrogati sull’opportunità o meno di mettere per iscritto quanto della nostra esperienza potrebbe essere utile al dibattito, anche perché ci sentiamo di dar voce a pezzi di società che non sempre si arriva a prendere in considerazione

Per questo motivo con gli incaricati di alcuni uffici che sono a più diretto contatto con le problematiche sociali, abbiamo pensato di costruire un percorso per mettere per iscritto tutto questo. Si tratta della Caritas, dell’ufficio per la pastorale della salute, della cultura e delle comunicazioni sociali, del lavoro e della salvaguardia del creato e del servizio Migrantes. Il vescovo, dopo averci sollecitati a procedere in questa direzione, nell’omelia per la messa della città del patrono S. Secondo ci ha indicato anche alcune direzioni di marcia.

In particolare ci proponiamo di:
– individuare gli argomenti sui quali ci sentiamo più sensibili e competenti, senza la pretesa di dire qualcosa su tutto il piano;
– individuare le proposte strategiche sulle quali si vorrebbe che la comunità diocesana si pronunciasse con modalità da definire;
– coinvolgere parrocchie, associazioni e organismi di partecipazione della diocesi per poter raccogliere le opinioni a più ampio raggio;
– corredare queste opinioni con testimonianze personali e storie di vita, per dare carne e sangue alle idee.

Inevitabilmente i tempi non saranno brevi e probabilmente quando concluderemo questo percorso molte cose saranno già decise. Però ci pare importante per un verso incoraggiare la partecipazione democratica e civile su un appuntamento così rilevante per il futuro, per l’altro verso sensibilizzare la Chiesa locale ad interessarsi anche di quanto capita al di fuori dei confini ecclesiali.

Offriamo pertanto la nostra disponibilità al confronto con enti e istituzioni che sono coinvolti nella stesura del piano.

 

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