Proseguono le ricerche dei resti di Federica Farinella

Dopo gli avvenimenti di due settimane fa, proseguono oggi le ricerche dei resti di Federica Farinella, ex modella scomparsa nel settembre del 2001 e parte dei cui resti – più precisamente il cranio e una tibia – sono stati ritrovati l’ottobre scorso a Chiusano d’Asti.

Attualmente, l’operazione è sostenuta da Penelope Piemonte – Associazione delle famiglie e degli amici delle persone scomparse – il cui Presidente, assistito dall’avvocato Benito Capellupo, è il padre stesso di Federica: Francesco Farinella, che ha incaricato il criminologo e antropologo forense Fabrizio Pace, vicepresidente di Penelope Piemonte, di coordinare le ricerche.

“Negli scorsi 1 e 2 maggio la squadra di esperti – spiega Pace – ha quindi dato il via al sopralluogo nei pressi del primo ritrovamento e, grazie alle competenze tecniche di ciascun membro e all’ausilio di un’unità cinofila dell’Associazione Detection Dogs Ticino, nell’arco di 48 ore sono stati rinvenuti diversi frammenti ossei consegnati, in seguito, al Comando dei Carabinieri. Ugualmente, campioni del terreno in cui sono stati ritrovati i resti al momento sono sottoposti ad analisi presso i laboratori dell’Università di Genova dall’entomologo forense Stefano Vanin, che ha partecipato al primo sopralluogo e ora si sta occupando di recuperare eventuali residui di larve con tecniche simili a quelle utilizzate in archeologia per la datazione delle mummie.
Tuttavia, per quanto i risultati ottenuti siano stati significativi, la squadra non si è fermata e oggi è tornata nei boschi dell’astigiano per effettuare ulteriori ricerche.

Oltre a Pace, fanno parte del team di lavoro le sue collaboratrici, le psicologhe forensi Virginia Canzani e Costanza Crociani; l’avvocato Paola Zuppardo, socia di Penelope; e quattro membri dell’unità cinofila con i rispettivi agenti a quattro zampe. “Inoltre, sarà nuovamente presente sul luogo anche la troupe del programma televisivo Chi L’Ha Visto? che già all’epoca della scomparsa di Federica aveva ampiamente trattato il caso.” informa Pace che prosegue così – “L’obiettivo primario dell’operazione è quello di poter trovare un qualche elemento che possa giustificare la riapertura delle indagini da parte della Procura, in quanto non sono ancora chiari gli avvenimenti che quasi vent’anni fa hanno portato alla morte di Federica. Il fatto che i nuovi ritrovamenti siano avvenuti a pochi metri da quelli rinvenuti lo scorso ottobre, permette di comprendere quanto sia importante che, già in sede del primo sopralluogo, siano presenti tecnici professionisti che possano intervenire nell’immediato. Sono tanti i dettagli ancora da capire, in particolare non è nota ancora la causa della morte, se ci possa essere stato l’intervento di terzi, e se il corpo si sia decomposto in loco oppure se sia stato spostato dopo il decesso. Per poter avanzare nelle ricerche, la squadra ha utilizzato le ultime due settimane per prepararsi al meglio.
In particolare, c’è stata l’intuizione di consegnare alla squadra cinofila garze sterili intrise dell’odore dei resti di Federica, così da aumentare sensibilità e precisione dei cani al momento della ricerca sul campo e della successiva segnalazione da parte dell’animale.”

Cardine del sopralluogo questa volta sarà la ricerca di dettagli in metallo che Federica avrebbe potuto indossare al momento della scomparsa – da gioielli quali anelli, collane o orecchini, a cerniere o bottoni – tramite l’utilizzo di un metal detector.

“Al momento – dichiara Pace – non sappiamo quali potranno essere i frutti di queste ulteriori ricerche, ma ci si auspica che si possano trovare nuovi indizi per dare una risposta alle domande che circondano il caso di Federica – risposte che i suoi familiari e i suoi cari meritano e che attendono da troppo tempo.”

Dal sopralluogo di questa mattina, secondo il criminologo e antropologo forense il luogo del ritrovamento è stato alterato. “Gran parte del canneto che ricopriva il terreno dove erano stati ritorvati i resti risulta falciato. – spiega in conclusione Pace – Sorge quindi spontaneo il dubbio di chi possa avere interesse a frapporsi alle ricerche.”