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Le varie sfaccettature della disabilità nelle parole di Giulia, studentessa astigiana

Giulia M., studentessa della Scuola Media Parini di Asti, ci parla della disabilità sotto il suo punto di vita: un tema su cui non basta mai fermarsi a riflettere per promuovere la cultura del rispetto delle differenze, punto cardine dell’approccio verso i ragazzi dei docenti della Parini che fanno dell’inclusione il fulcro delle loro attività.


La disabilità è una condizione che non permette ad alcune persone di svolgere funzioni, come ad altri è possibile. Ci sono, per esempio, alcuni che non possono muovere gli arti superiori o inferiori a causa di un incidente; altri con handicap o sindrome di Down; altri ancora che nascono con problemi genetici o gravi sindromi. Una delle tante, ad esempio, è la sindrome di “DiGeorge”: durante il concepimento si spezza un cromosoma chiamato “Cromosoma di geni della delezione 22q11”. È una malattia rara che colpisce 1 bambino su 2000-4000 persone. È una malattia congenita che si rende visibile con caratteri particolari del viso e con sintomi che, al di là della particolarità di ciascun soggetto, comprendono difetti del sistema di difesa dell’organismo e del cuore, oltre a problemi comportamentali e/o a ritardi nel camminare e parlare.
Ci sono poi persone che, pur non essendo nate disabili, ci diventano: mi riferisco, ad esempio, a quanti soffrano di cuore e hanno bisogno di un intervento; penso pure a quanti facciano dialisi per via di problemi renali.
Ci sono pure i malati tumorali che, pur facendo la chemio, non sempre risolvono il loro problema.

Anche se un adulto, un anziano o un bambino è disabile, è pur sempre una PERSONA.
Purtroppo nella vita, esistono gli ingenui con i loro pregiudizi, che non sanno cosa significhi avere un disabile in casa.
Per me ciò vuol dire solo una cosa: avere una FORTUNA SPECIALE.
Certe persone non accettano la disabilità del proprio figlio o parente.
Io, ad oggi, non riesco a capire il motivo dei lamenti di tutte quelle persone che accudiscono il proprio familiare disabile e lo facciano, appunto, lamentandosi di continuo, per anni, stanchi di aiutarli: addirittura preferiscono la morte a una prospettiva del genere.
C’è gente che non riesce a comprendere la fortuna che ha ad avere accanto questa persona speciale, che è viva, anche se, in certi casi, non può rispondere.

Nella mia vita ho conosciuto anche persone disabili con cui sono pure uscita insieme e non mi sono per niente vergognata perché sono persone NORMALI e non ci sono differenze fra chi è con una sedia a rotelle oppure ha un’altra forma di handicap: queste persone sono come noi, quindi vanno trattate allo stesso modo.
Per me, queste persone speciali sono una vera fortuna perché ti cambiano la vita in meglio, facendoti imparare tanto. Tanto ti insegnano, dimostrandoti amore, sempre e comunque.

Giulia M.
Scuola Media Parini – Asti