Langhe Monferrato Roero, The Home of BuonVivere: online il geo-podcast

Narrazione innovativa e originale: lo sviluppo della strategia di comunicazione digitale e di accoglienza di Langhe Monferrato Roero

La creatività della narrazione è al centro della nuova strategia di comunicazione digitale dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. Il territorio si racconta in modo innovativo e originale sul nuovo canale Visit LMR, The Home of BuonVivere, in italiano e inglese, creato sulla piattaforma di geo podcasting “Loquis”: prima app gratuita al mondo, per dispositivi mobili iOS e Android, che permette di raccontare e ascoltare, anche in modalità navigatore, brevi racconti audio su luoghi, personaggi e aneddoti per farsi accompagnare durante i propri viaggi.

Sono 52 le storie già pubblicate sul canale Visit LMR, The Home of BuonVivere. Ogni settimana nuovi podcast in aggiornamento, fino a un totale di 100 storie da ascoltare mentre si cammina nei luoghi visitati oppure comodamente da casa, in attesa di raggiungerli e visitarli.
I protagonisti dei podcast sono i luoghi e i personaggi narrati. Dai racconti emerge quanto il territorio abbia influito sull’arte e l’attività dei protagonisti e quanto i protagonisti abbiano arricchito culturalmente, con la loro presenza e con le opere, il territorio di Langhe Monferrato Roero. Un invito a vivere, attraverso il digitale, la realtà che ci circonda con più partecipazione e interesse.

Contemporaneità e tradizione sono il file rouge dei racconti di Langhe Monferrato Roero: un mix tra arte contemporanea, gusto della tradizione, cultura letteraria del passato e del presente, cultura vinicola, sempre con uno sguardo internazionale. The Home of BuonVivere racconta un territorio che si contraddistingue per la sua autenticità, la bellezza del paesaggio, l’accoglienza e lo scambio culturale. Da Nord a Sud, i luoghi abbinati a personaggi del territorio, raccontano un’offerta accattivante per il turista: dall’arte alla musica, dalla letteratura all’archeologia e alla fotografia, dalle scienze alle attività produttive. Possiamo ascoltare storie su artisti, musicisti, scrittori, aziende e musicisti di fama internazionale quali David Tremlett e Valerio Berruti, Paolo Conte, Beppe Fenoglio, Vittorio Alfieri, Cesare Pavese, Giorgio Faletti, Ferrero e Ceretto. Non mancano i personaggi di fantasia come la balena Tersilla del Museo Paleontologico di Asti.

Il valore aggiunto dei podcast di LMR è la collaborazione, per la prima volta sulla piattaforma di Loquis, della scuola di storytelling “Scuola Holden”: creatività e professionalità dunque per il canale di The Home of BuonVivere.

Per essere aggiornati sulle nuove storie caricate ogni settimana nel canale Visit LMR, The Home of BuonVivere, basta decidere di seguirlo e ogni nuovo aggiornamento sarà notificato all’utente.

L’audio rappresenta la nuova frontiera del digitale e definisce un territorio meno competitivo dove contenuti originali possono ancora affermarsi fuori dal flusso dello schermo. È quanto emerge dalle ricerche, The State of the Podcast Univers – Voxnest 2019, Nielsen Audible Consumi Podcast 2019, IPSOS Audio Survey novembre 2020. Nel novembre 2020 gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto 8,5 milioni di individui, con una crescita del 4% rispetto al 2019. Gli ascolti giornalieri di contenuti in italiano sono triplicati in pochi mesi. Dall’inizio del 2019, infatti, si è passati da circa 60.000 a 160.000 al giorno (novembre 2019), ed è più che raddoppiata la media mensile di ascolti a partire da gennaio 2019

Il racconto attraverso la realtà aumentata orale è destinato non solo al viaggiatore esperienziale ma anche al residente attivo. Sono circa 10 mln di italiani e 50 mln di stranieri i turisti esperienziali in Italia, circa il 50% dei turisti (72% rif. Booking). Sono invece circa 6 mln in Italia i residenti attivi, con alcuni focus target interessanti come i fuori sede.

In linea con i trend delle ricerche citate, Loquis sta ottenendo ottimi risultati in termini di diffusione: sono più di 120.000 i racconti pubblicati e oltre 200.000 le persone che hanno utilizzato la piattaforma.

Il nuovo canale sarà accessibile all’indirizzo www.loquis.com/it/channel/3005/Visit+LMR e www.visitlmr.it, il nuovo sito di destinazione dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, che da oggi, 12 maggio, è online con un’anticipazione. Un sito di ispirazione e allo stesso tempo porta di ingresso alla destinazione, un supporto per conoscere, approfondire e fruire la destinazione.

“Il progetto Loquis si inserisce nelle attività previste dalla nuova strategia di comunicazione dell’Ente turismo iniziata l’anno scorso. – dichiara Luigi Barbero, presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. – Al passo con le richieste attuali dei mercati ci proponiamo ai turisti con un’offerta digitale efficace. Quello che ci distingue è la coerenza e la flessibilità della strategia.”

“Da oggi Loquis, la piattaforma che racconta il mondo attraverso i podcast, si arricchisce di un nuovo meraviglioso canale: ‘The Home of BuonVivere – Dichiara Bruno Pellegrini, fondatore di Loquis – Siamo felici di essere stati scelti dall’Ente Turistico LMR e di dare il nostro contributo per far conoscere alcuni straordinari racconti di questa terra e promuoverne così il turismo”.

Elenco Prime 51 Storie del Canale VisitLMR – The Home Of Buonvivere

1. L’esule astigiano: Materno Giribaldi
2. Asti – Il legno parla con Giuseppe Maria Bonzanigo
3. Asti – Ritrovarsi nei ritratti con Paolo Arri
4. Asti – Cantando i paesaggi con Giuseppe Manzone
5. L’impronta medievale di Asti con gli occhi di Ottavio Baussano
6. La borghesia astigiana con gli occhi di Michelangelo Pittatore
7. Asti – Carlo Nogaro e l’arte come vita
8. Castelnuovo Calcea – Art Park La Court
9. Roccaverano – Parco Quarelli
10. Serravalle Langhe – La Cappella di Tremlett
11. Santo Stefano Belbo – Il Relais San Maurizio
12. Barolo – Il Museo Wimu
13. Santo Stefano Belbo – Il Museo a cielo aperto di Camo
14. Fontanile – I muri raccontano
15. Guarene – La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
16. Coazzolo – La chiesetta di David Tremlett e l’anfiteatro sonoro
17. Pocapaglia – L’eremita delle Rocche di Giovanni Arpino
18. Santa Vittoria d’Alba – Le sculture di Gioachino Chiesa
19. Nizza Monferrato – Non si dorme in primavera, Ulisse!
20. Alba – I pulmini della Ferrero
21. Vinchio – Il nido di Davide Lajolo
22. Mombercelli – Alla scoperta del MUSarMO
23. Asti – L’antiqua città di Alfieri – Palazzo Alfieri
24. Asti – Palazzo del Collegio, dimora di Giulia
25. Asti – L’infanzia astigiana di Vittorio Alfieri
26. Nizza Monferrato – L’arte di Claudia Formica
27. Asti – Un “dilettante” professionista: Paolo Conte
28. Portacomaro – La topolino amaranto di Paolo Conte
29. Asti – Conte e il suo Diavolo Rosso
30. Asti – Ugo Scassa – Arazzeria
31. Asti – Eugenio Guglielminetti: l’astigiano delle tante arti
32. Santo Stefano Belbo – Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
33. Santo Stefano Belbo – Di salmastro e di terra è il tuo sguardo
34. Santo Stefano Belbo – La terra di Pavese
35. Castagnole Monferrato – Le mani di Delfino Marengo e Mino Rosso
36. Castagnole in Monferrato – Antonio Catalano: il saltimbanco del
37. Costigliole d’Asti – Al sapore di Barbera
38. Asti – I Polmoni di carta
39. Asti – Il crocevia di Giorgio Faletti
40. Montiglio – Gli orologi solari di Tebenghi
41. Moncalvo – La Galleria d’Arte Moderna
42. Montelupo Albese – Il murale Lupus in fabula
43. Verduno – L’Eterna infanzia di Valerio Berruti
44. Monastero Bormida – Il luogo di Augusto Monti
45. Bra – Una merenda con Giovanni Arpino
46. Bra – Il Bracconiere di Storie con Giovanni Arpino
47. Rodello – Le opere di Dedalo Montali
48. Neive – La casa della Donna Selvatica
49. Monesiglio – Tra le mura di una scrittrice
50. Bossolasco – Daniele Cazzato e gli angeli di rose
51. Bergolo – Il paese di pietra
52. Il mecenate di Asti: Leonetto Ottolenghi (online dal 13 maggio)

Qualche esempio:
Barolo – Il Museo Wimu
Nelle Langhe il vino non è considerato solo un prodotto, ma è un potente traduttore di cultura: l’anima di questo territorio profuma di grappoli maturati al sole e di tradizioni che si custodiscono nel tempo. Per celebrare il rapporto tra il vino e l’uomo, con un tono poetico e un’esperienzialità immersiva, esiste un castello millenario: il Wimu infatti non è solo un museo dedicato al vino, ma un vero tempio dello stupore.
Fondato nella dimora nobiliare del Castello Comunale Falletti di Barolo, questo museo è stato plasmato dalla mente del celebre architetto François Confino. La sua missione poetica ha valorizzato ciascuna stanza e tutti gli allestimenti, dando vita ad un luogo in cui non si apprende la didattica della produzione del vino, ma in cui si fa esperienza diretta del rapporto che lo lega all’Uomo.
Se scegli di immergerti in questo altrove cullato da luci e ombre, potrai seguire un percorso che si snoda attraverso 4 piani: la scelta di Confino è stata quella di creare un percorso che fosse una “discesa in profondità nella cultura del vino”. Ogni piano è dedicato ad un tema, ma il fil rouge della visita è l’assoluta centralità del visitatore che si afferma come un soggetto attivo, capace di emozionarsi e stupirsi in ogni momento.
Partendo dal terzo piano, in cui vengono narrati gli elementi della natura che fanno grande un vino, in particolare il tempo, si prosegue verso una contaminazione narrativa che fa eco all’arte figurativa, al cinema, alla musica e alla letteratura. La meraviglia però non si ferma e il primo piano conserva gli arredi degli ultimi marchesi Falletti di Barolo, fino ad arrivare ad una sala che evoca il Collegio Barolo e alla celebre Enoteca Regionale. L’immaginazione e l’empatia sono le chiavi di volta di questo tempio del vino, in cui una persona può ritrovarsi più e più volte nel tempo, certa di esperire sempre nuove visioni e suggestioni.
Il Wimu regala una narrazione romantica e simbiotica con il territorio, capace di ispirare le menti e i cuori dei visitatori, anche quelli più giovani. Questo tempio della bellezza, incastonato tra paesaggi che sono patrimonio Unesco, è una cura per l’anima e ci conduce per mano alla scoperta del vino e ad una autentica riscoperta di sé.

Asti – Un “dilettante” professionista: Paolo Conte
Un ufficio, dentro l’ufficio più scrivanie, dietro le scrivanie armadi pieni di pratiche e con in mano qualche faldone, seduto su una sedia larga e comoda un notaio, padre di quello che poi diventerà uno dei più celebri musicisti italiani: Paolo Conte.
Togliamoci dalla testa però l’idea stereotipata dell’uomo di legge: arido e insensibile alla morbidezza delle note. A casa Conte infatti la musica riempie le camere anche quando proprio per la legge non dovrebbe esserci.

Il notaio e la moglie amano il jazz americano e, grazie al vasto bacino del mercato nero piemontese, riescono a procurarsi, durante la guerra, svariati vinili che poi vengono riprodotti tra le mura di casa, nel cuore di Asti. C’è Duke Ellington, Benny Goodman, tutta la musica dei primi anni del novecento, cui il futuro musicista guarda con ammirazione. È proprio grazie ai genitori che il figlio si avvicina a ciò che poi sarà protagonista della sua vita. Arrivano da un vibrafono le sue prime note, suonate insieme al fratello.
Tra i banchi del liceo Alfieri di Asti prima, nelle aule universitarie poi, Conte inizia ad accostare alla musica delle parole.
Certo, trovare quelle giuste per lui è una sfida, soprattutto perché non cerca la musicalità della poesia, ma vuole che questa fluisca attraverso i suoi racconti. Con il tempo si dedicherà anche all’arte figurativa realizzando, nel 2007, i drappi per il Palio di Asti, sono comunque le parole e la musica ad attrarlo fin dal principio.

Crescendo però, ha sempre meno tempo: dopo la laurea in giurisprudenza inizia ad aiutare il padre nello studio in città, perciò passa le sue nottate scrivendo e suonando oppure facendo interminabili viaggi tra Asti e le nebbie di Milano, o si muove con il Paltò tirato su per il vento freddo di Torino, così come canta in una sua canzone.

Ora, non è sempre facile mollare il certo per l’incerto, spesso lo si fa a piccoli passi. Per questo, forse, Paolo Conte inizia prima di tutto a scrivere per gli altri; un po’ anche perché non si vede fin da subito come un cantante classico, almeno non se il termine di paragone è ciò che è definito “bel” canto italiano. A lui piacciono le voci grezze, vere, e così anche i luoghi, i bar bui e piccoli che nelle sue canzoni chiama “Mocambo”, rappresentazione dei sogni degli italiani, che in sordina vogliono tornare alla normalità dopo anni di guerra. Forse è proprio in uno di quei bar che Paolo Conte ha detto per la prima volta una frase che poi diventerà una delle sue firme: “Sempre ci dobbiamo divertire, altrimenti che dilettanti siamo?”

Langhe Monferrato Roero:
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