“I ragazzi di Salò”: ne discutono gli storici Gianni Oliva e Mario Renosio nell’incontro del Polo Cittattiva

Gli storici Gianni Oliva e Mario Renosio inaugurano il ciclo di appuntamenti “Vecchie e nuove R_esistenze: Riconnessioni 13” promossi da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano, Museo di Cisterna, Israt, Casa della Resistenza e della Deportazione di Vinchio, Associazione “Franco Casetta”, con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti.

Venerdì 28 maggio, alle 18 in videoconferenza, Gianni Oliva presenterà “La bella morte. Gli uomini e le donne che scelsero la Repubblica Sociale Italiana” (Mondadori). L’autore ne discuterà con Mario Renosio (Israt).

“Per la vulgata dell’Italia repubblicana i ‘ragazzi di Salò’ hanno rappresentato il male assoluto. Hanno assorbito su di sé tutte le colpe storiche del fascismo, facendo da schermo ai tanti opportunisti che durante il Ventennio hanno accumulato ricchezze e onori, ma non si sono compromessi con la Repubblica sociale. Settant’anni fa Italo Calvino, partigiano combattente, scriveva invece: «Quel furore antico che è in tutti noi è lo stesso che fa sparare i fascisti, con la stessa speranza di riscatto. Ma allora c’è la storia. C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra». Sdoganata prima dal presidente della Camera Luciano Violante, poi dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la questione dei ‘ragazzi di Salò’ anima da due decenni un dibattito spesso strumentale, sospeso tra demonizzazioni e riabilitazioni ugualmente improprie. Gianni Oliva ne propone quindi una lettura storiograficamente equilibrata, rintracciando le motivazioni dei volontari che scelsero di continuare a combattere accanto a Mussolini una guerra persa: i valori sedimentati dall’educazione di regime (la sacralità della patria e dell’onore, la lealtà alla parola data, il rispetto per i caduti in battaglia) si intrecciano con il disgusto morale per il «tradimento» dell’8 settembre, la volontà di vendicarsi dei voltagabbana, dei doppiogiochisti, dei funamboli dell’abiura. In questo coacervo di suggestioni e sentimenti, si sviluppa un’esperienza storica condizionata dal vassallaggio alla Germania nazista, dalla rassegnazione del duce restituito controvoglia al protagonismo politico, dai contrasti interni alla dirigenza di Salò, e, soprattutto, dalle asprezze di una guerra civile determinata proprio dalla creazione del governo della Repubblica sociale. «Cercare la bella morte» diventa la prospettiva drammatica di un percorso che si esaurisce nella furia di piazzale Loreto: è la storia di una scelta sbagliata, che per il numero di adesioni e per il significato storico non può essere rimossa, né considerata residuale”.

Gli incontri sono gratuiti, aperti a tutti e validi per la formazione degli insegnanti di ogni ordine e grado. Per informazioni: polocittattiva_formazione@icsandamiano.it

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