Lettere al direttore

Cinghiali e agricoltura, Europa verde Asti: “No allo sterminio, sì a metodi contraccettivi”

Riceviamo e pubblichiamo.


Salviamo le colture dai cinghiali senza mobilitare “l’esercito”. Europa Verde risponde a Protopapa che ha dichiarato: “i cinghiali sono una vera calamità come una gelata o un’alluvione”.

I cacciatori, a partire dagli anni ’50 hanno immesso il cinghiale nei nostri territori per il piacere di uccidere ma forse “il giochino” gli è scappato di mano e danno la colpa dei danni all’agricoltura esclusivamente all’animale che per sua natura deve nutrirsi per vivere.

L’assessore Protopapa vorrebbe mobilitare i cacciatori , gli agricoltori, le guardie venatorie, i proprietari o conduttori di fondi agricoli, le guardie forestali, le guardie comunali, i vigili urbani (tutti muniti di licenza venatoria e istruiti tramite un corso online di poche ore svoltosi il 28 aprile 2021 per il completo sterminio dei cinghiali sul territorio, da effettuarsi con innumerevoli battute di caccia tutti i giorni dell’anno, anche nel periodo vietato alla caccia , con fucili di precisione con cannocchiale , stile “cecchino di campagna”.

I Verdi – Europa Verde, consapevoli dei danni all’agricoltura e del sovrannumero degli ungulati ritengono urgente che venga attivato un programma scientifico e sistematico per il controllo del numero di cinghiali sul territorio piemontese ma sono nettamente contrari a queste forme di controllo selettive violente, inconcludenti e utili soltanto ai “cacciatori cecchini”, condividono invece la proposta alternativa allo sterminio di C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) per l’applicazione di metodi contraccettivi come quello ideato dagli americani e sperimentato in Gran Bretagna dalla ricercatrice italiana Giovanna Massei.

L’utilizzo di distributori di esche è progettato per evitare che altre specie non destinate ai vaccini se ne cibino. Uno studio dell’ecologia alimentare, basato sull’analisi di oltre 10.000 escrementi raccolti dal 1999 al 2011, ha messo in evidenza come gli ungulati selvatici costituiscano la parte preponderante della dieta del lupo sulle Alpi, pertanto si evince che gli ungulati selvatici rappresentano più del 90% delle ricorrenze della dieta del lupo.

Creare una rete, da parte della giunta Cirio, di controlli e di macelli per poter mettere in commercio la carne di selvaggina, ci sembra pericoloso anche perché in condizioni di sempre maggiore promiscuità tra l’uomo, l’habitat e le specie animali selvatiche, sempre più sfruttati, deturpati, il rischio di trasmissione di patologie rimane elevato, del resto la storia dei virus in Cina e in Africa lo ha già insegnato, sia con Covid 19 che con l’Hiv, nonché il virus di Ebola.
In Cina subito dopo l’esplosione della pandemia, Wuhan vieta carne di selvaggina per cinque anni e misure drastiche contro caccia e consumo.

A Torino nel gennaio 2020 si è verificato un allarme Trichinellosi (parassita intestinale in grado di infettare mammiferi, compreso l’uomo) a causa di salame di cinghiale infetto, 46 persone sono state ricoverate in ospedale. L’assessore, prima di avviare un processo di commercializzazione di selvaggina, dovrebbe rivedere le innumerevoli concause che potrebbero avviare un nuovo spillover causato dalla manipolazione di animali selvatici.

Giuseppe Sammatrice, Patrizia Montafia
portavoce della federazione provinciale di Asti dei Verdi-Europa Verde