Appalti: il no alla liberalizzazione dei subappalti dalle organizzazioni sindacali astigiane

“La semplificazione non è sinonimo di deregolamentazione, soprattutto quando va a colpire la legalità e la qualità del lavoro. Qualità intesa anche come sicurezza, prevenzione e certezza salariale”.

Affermano così Calogero Palumbo della Feneal Uil, Massimiliano Campana della Filca Cisl e Paolo Conte della Fillea Cgil in merito al “Decreto semplificazioni” di cui si sta discutendo in queste ore a Roma. Le assemblee sindacali svolte ieri ad Asti hanno visto i lavoratori molto agitati sul tema Salute Sicurezza e Liberalizzazione dei Subappalti e i rappresentanti dei lavoratori di categoria non nascondono la loro preoccupazione: “Altro che contrasto ai morti sul lavoro, altro che rigenerazione e riqualificazione, innovazione e qualità altro che mobilità sostenibile, se il Decreto  dovesse prevedere massimo ribasso generalizzato e liberalizzazione dei subappalti, vorrà dire tornare ai peggiori anni ‘50, alla giungla nei cantieri, all’apertura agli illeciti, al cottimo e la risposta sarà sin dalle prossime ore mobilitazione immediata, assemblee permanenti in tutti i luoghi di lavoro, iniziative articolate fino allo sciopero generale dell’intera categoria”.

“Ciò che oggi il Governo pensa in merito agli appalti  – continuano – va assolutamente al contrario di cosa servirebbe al nostro settore per affermare la regolarità, la sicurezza e per raggiungere ciò che oggi a voce alta unitariamente usiamo come slogan: basta morti sul lavoro” .

“Come sindacato – concludono i responsabili sindacali Palumbo, Campana e Conte – le nostre strutture Nazionali sono da sempre impegnate a proporre semplificazioni e miglioramenti amministrativi e tecnici, perché siamo i primi interessati a creare buona e stabile occupazione, a qualificare imprese e settore ma se il Governo pensa di ridurre tutele e diritti a colpi di decreto, si assumerà la responsabilità di una rottura con i lavoratori senza precedenti”.