“Piste ciclabili, tanti euro pochi Km”: diretta Facebook di Asti Cambia per spiegare le decisioni dell’Amministrazione

“Tra finanziamenti statali e regionali l’Amministrazione spenderà immediatamente 529.000 euro di cui 198.000 euro tra ciclostazione e parcheggi bici e 331 mila euro per un incremento risibile di 3,3 km di nuove ciclabili: 100.000 euro al km. Noi con 12.300 euro avremmo ampliato la rete ciclabile di Asti di 15 km”.

Questi i calcoli della Rete Asti Cambia in merito allo studio di fattibilità redatto da Samep Mondo Engineering di Torino, approvato dalla Giunta comunale, per dotare la città di Asti di nuove ciclovie. Uno studio che, secondo gli aderenti alla Rete tra cui Angelo Porta di Legambiente e Clemente Elis Aceto di Fiab Asti, presenta numerose inesattezze, una visione della ciclabilità desueta e soprattutto un’occasione persa per una vera riconversione alla mobilità sostenibile.

Lo studio sarà analizzato nel dettaglio durante una diretta Facebook che si terrà domani, giovedì 22 aprile, alle 21 (clicca QUI) da titolo “Corsie ciclabili ad Asti? La rete vi racconta cosa ga deciso l’amministrazione”.

Asti Cambia evidenzierà la sua contrarietà a questo studio sia per quanto riguarda il metodo che il merito, come già anticipato durante la conferenza stampa dello scorso 19 aprile.

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Un mancato confronto 

Asti Cambia, rete che raccoglie diverse associazioni e singoli cittadini, da due anni si impegna per sviluppare una maggiore sensibilità sul tema della mobilità sostenibile. A tale scopo è stato avviato un Tavolo partecipato della mobilità sostenibile per un confronto con l’Amministrazione comunale. Quando ad ottobre 2020 l’amministrazione ha appreso di poter accedere ad un contributo governativo di 270 mila euro dedicato allo sviluppo di corsie ciclabili in città, Asti Cambia ha presentato un dossier dettagliato, curato da FIAB Asti, tra i membri fondatori della rete, con possibili nuovi percorsi per la creazione di una rete di corsie ciclabili, che collegassero la ZTL con le scuole, l’ospedale, i punti nevralgici per la vita della città, per un totale di 15 km di nuove corsie ciclabili. Tutto descritto nel dettaglio, con calcolo dei costi necessari per la realizzazione, che risultavano “contenuti e assolutamente al di sotto dei fondi dichiarati nella disponibilità del Comune di Asti”. Veniva anche proposta una ciclostazione presso la Stazione Ferroviaria.

“Sfogliando l’albo pretorio del Comune di Asti, ci siamo imbattuti nella Delibera di Giunta n° 91, datata 23 marzo, ‘Intervento per la realizzazione di ciclovie urbane approvazione tecnica studio di fattibilità’ di cui non siamo stati preventivamente informati così come alcuna notizia risulta essere stata diffusa ai componenti del Tavolo Partecipato per la Mobilità Sostenibile – dichiara Porta – Non abbiamo saputo dello studio fino all’approvazione della Giunta. Ci hanno messo qundi di fronte a cose fatte”.

“Abbiamo lavorato per nulla – è il commento pieno di rammarico dell’ingegnere Riccardo Palma che ha redatto il progetto della Fiab Asti – Al nostro studio non è stato dato nemmeno un occhio. Non siamo stati presi in considerazione”.

Inesattezze e carenze

La conseguenza del mancato confronto, a quanto evidenzia Asti Cambia, è stato uno studio costoso e pieno di inesattezze: errori anche nei nomi delle vie e piazze cittadine, nelle misurazioni dei percorsi oggetto dei lavori e nel calcolo dei costi delle varie fasi di sviluppo degli stessi.

La Rete inoltre sottolinea come i finanziamenti statali di 261.494,00 euro comprensivo di IVA e di spese tecniche (gli unici ad oggi acquisiti, perchè il contributo regionale di circa 396.862,00 euro è  “in corso di perfezionamento”) incentivassero la realizzazione di corsie ciclabili e non di piste. Non è semplicemente un problema lessicale ma di sostanza. La pista ciclabile occupa uno spazio riservato e può essere ricavata anche su un tratto di marciapiede, la corsia ciclabile occupa invece la carreggiata percorsa anche dalle auto che devono dare la precedenza alle bici. La separazione tra auto e bici è solitamente lasciata alla segnaletica orizzontale, senza una barriera fisica invalicabile. Si tratta di un’infrastruttura più rischiosa rispetto alle piste realizzate in sede propria, ma che ha due vantaggi principali: facilita l’ingresso e l’uscita delle bici dal percrso e ha bassi costi di realizzazione.

“Lo studio pare improntato sulla realizzazione di opere costose secondo modelli progettuali in voga negli anni ’90, anziché puntare ad estendere il più possibile la ciclabilità cittadina con interventi leggeri appositamente previsti dai recenti DL (es. 76/2020), al cui scopo sono atterrati i finanziamenti ministeriali. Tra finanziamenti Statali e Regionali spenderemo immediatamente 529.000 euro di cui 198.000 euro tra ciclostazione e parcheggi bici e 331 mila euro per un incremento risibile di 3,3 km di nuove ciclabili: 100.000 euro al km! Spendendo la stessa cifra, che chissà quando ricapiterà di poter investire sulla ciclabilità astigiana, avremmo potuto espandere maggiormente la rete ciclabile cittadina”

Nessun riferimento pedagogico

Nello studio mancano inoltre i collegamenti ciclabili per le scuole. “Questo per noi era fondamentale perché una rivoluzione green è possibile solo se si inizia dai bambini e ragazzi  – afferma Aceto – Bisogna sensibilizzare la cittadinanza verso un progressivo cambio culturale nel modo di vivere la città: meno auto, più mezzi pubblici, mobilità sostenibile, una comunità viva e solidale che vive le strade e i giardini della città. Non si possono creare piste ciclabili senza un’attenzione alla pedagogia. Cosa si vuole? Dire ‘vi abbiamo dato le piste ciclabili, visto che non le usate’?

La diretta Facebook

Durante la diretta Facebook si entrerà nel dettaglio dello studio di fattibilità analizzando le singole proposte (le cosiddette direttive che coincidono con precise piste ciclabili). Lo scopo dei Asti Cambia è far emergere la loro scarsa fruibilità e gli eccessivi costi. Sarà presa in considerazione anche la realizzazione di una ciclostazione che dovrebbe ospitare 300 bici, una struttura sovradimensionata secondo la Rete che aveva invece proposto 50-100 posti bici con delle bike box più sicure rispetto a semplici rastrelliere.

L’intervento, domani 22 aprile alle 21, sarà on line sulla Pagina social di “Asti Cambia“.