Gioco d’azzardo: il PD Asti contro la revisione della legge regionale

Il Pd Asti aveva depositato un ordine del giorno il 13 febbraio 2020, che è ancora in attesa di essere discusso in Consiglio comunale

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del PD Asti.


Nel giorno in cui il Piemonte manifesta per dire un chiaro NO al gioco d’azzardo, dopo che la Regione vuole cambiare entro il 21 maggio una legge che funziona, perché sono in scadenza le deroghe concesse ai centri scommesse per adeguarsi alle norme, il gruppo consiliare del Pd astigiano (Maria Ferlisi, Giuseppe Dolce, Luciano Sutera) ricorda che è ancora in attesa di essere discusso un loro ordine del giorno depositato il 13 febbraio 2020 (scarica di seguito l’ODG sul Gioco azzardo).

La domanda può sorgere spontanea, perché un ordine del giorno in difesa di una legge regionale?
Perché evidentemente i buoni risultati della Legge Regionale 9/2016 la cui applicazione prevedeva un piano di prevenzione e contrasto al GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) con il divieto di istallare apparecchi da gioco vicino a luoghi sensibili come scuole, ospedali, case di cura, luoghi di culto ecc. e la possibilità per i sindaci di regolamentare gli orari di apertura, non sono piaciuti all’attuale maggioranza del Consiglio Regionale del Piemonte.

Irrilevanti per loro anche i motivi per cui è stata concepita, a tutela della salute pubblica, per prevenire contrastare un fenomeno, la ludopatia, che oltre ad avere costi sociali e sanitari molto alti colpisce in particolare le persone più fragili, tra cui anziani e giovani.

In Piemonte sono 12mila le persone in cura, tenendo presente il grande sommerso che non ha coraggio di chiedere aiuto e 700mila persone sono a rischio in tutta Italia. Quindi l’attuale maggioranza in Consiglio regionale per modificare la Legge Regionale 9/2016 che prevede una moratoria per tutti gli esercizi presso cui alla data di entrata in vigore della Legge suindicata erano collocati apparecchi da gioco, è intenzionata ad approvare la proposta di legge presentata n° 56/2019 dal leghista Claudio Leone , con lo scopo di accelerare i tempi e saltare le audizioni delle associazioni.
Dice Don Ciotti: “la parola gioco nel caso della ludopatia, è un ipocrita foglia di fico sopra una vergogna scandalosa. Il gioco d’azzardo infatti è tutt’altro che un gioco: è un virus aggressivo contagioso da cui è difficile guarire e che riduce sul lastrico, distruggendole, intere famiglie”.

Il Piemonte risulta un’eccezione virtuosa con l’approvazione della legge 9/2016 che in 5 anni ha ridotto notevolmente il problema in termini di diffusione di sale da gioco, percentuali di giocatori, spesa per l’azzardo, contenimento delle dipendenze. Eppure questa legge lungimirante è stata oggetto di continui tentativi di demolizione per una liberalizzazione auspicata dal lobby e poteri di vario genere, non sempre legali.

Infatti come dimostrato dalle indagini di 11 procure in 22 città, l’industria del gioco d’azzardo è diventato terreno di conquista anche per il crimine mafioso.
Anche questo il motivo per cui occorre opporsi con fermezza al progetto di Legge, che a livello regionale vuole smantellare la Legge 9/2016 a partire da uno dei suoi punti di forza: L’obbligo di distanziamento di almeno 300 metri da luoghi sensibili.

Ad Asti siamo stati lungimiranti approvando in Consiglio Comunale nel giugno 2016 un ordine del giorno con il quale è stato sancito l’impegno ad istituire “la consulta permanente sul gioco con premi in danaro”, l’OdG fu approvato a maggioranza (tra i consiglieri anche Marcello Coppo, Mariangela Cotto, Gianfranco Imerito) e scaturiva in seguito alla diffusione a livello capillare del gioco con premi in danaro, con crescenti costi sanitari e sociali, aumentando il livello di povertà di molti cittadini con conseguente aumento dell’esposizione alla marginalità, al disagio sociale e al pericolo di diventare vittime di usura.
Impensabile quindi cancellare una legge che ha funzionato.
Una buona legge approvata all’unanimità per contrastare il gioco d’azzardo patologico, i cui ottimi risultati, hanno portato il Piemonte ad una riduzione delle dipendenze dall’azzardo.

Questa legge verrà messa in discussione con una proposta che di fatto rischia di smantellare totalmente la normativa del 2016 scavalcando la discussione nelle commissioni e le relative audizioni dei rappresentanti della società civile rappresentata dalla qualità e quantità delle 25 sigle che figurano in calce alla richiesta al governatore Cirio di non smantellare una legge che ha ben funzionato.

Maria Ferlisi, capogruppo Pd Consiglio Comunale