E’ morto Paolo Filippi, già presidente della Provincia di Alessandria

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E’ morto Paolo Filippi. Lo ha stroncato la mattina di Pasqua un infarto. Aveva cinquantotto anni e, sin da giovane, era stato impegnato in politica (senza dimenticare il sociale, oratoriano della parrocchia dell’Addolorata), nella Democrazia Cristiana. Era molto conosciuto in Valcerrina. Nei primi anni Ottanta fu collaboratore de La Vita Casalese, dove divenne giornalista pubblicista e curò le relazioni stampa per il senatore Riccardo Triglia.

Venne eletto nel 1984 per la prima volta consigliere comunale a Casale Monferrato e nel corso degli anni su assessore al bilancio ed alle manifestazioni sempre a Casale per poi diventare consigliere ed assessore provinciale ad Alessandria (nel periodo in cui era a Palazzo Ghilini Fabrizio Palenzona), poi dal 2004 ancora presidente della Provincia di Alessandria, a capo di una coalizione di centro-sinistra. Terminata l’esperienza dello scudo crociato seguì la trafila degli ex Dc di sinistra sino al Pd, partito lasciato nel 2019 quando è passato ad Italia Viva, come segretario e coordinatore.

Nella sua vita lavorativa, dopo esperienze come assicuratore ed insegnante è poi entrato a fare parte dell’organico della Casa di Riposo di Casale in piazza Cesare Battisti.

Chi scrive lo conosceva da moltissimi anni. Uscivamo spesso in compagnia insieme – erano i primi anni Ottanta – in compagnia al Bar Vichingo, dove abbiamo trascorso tante serate a ridere e scherzare sino a tarda ora, per riprendere il giorno dopo il nostro ‘lavoro’ di studenti. Paolo, infatti, faceva il pendolare con Milano, dove studiava giurisprudenza in Cattolica e dove si è poi laureato. Rispetto a me, che avevo due anni in più, era molto più avanti nell’impegno politico

E anche se non siamo mai stati politicamente in sintonia Paolo ha segnato, due momenti che hanno poi influenzato due passioni della mia vita, il giornalismo e la politica. Fu lui a dirmi che il nuovo direttore de La Vita Casalese, don Paolo Busto, stava cercando qualcuno che seguisse le cronache giudiziarie del Tribunale di Casale, e fu lui a fare il mio nome al direttore. Fu durante una vacanza in Sardegna, dopo lunghi confronti e vedendo la sua preparazione politica del tempo, che decisi di approfondire anch’io la mia militanza nel Psdi nel quale ero iscritto da un anno e di cui sono diventato segretario regionale giovanile. Siamo nel 1982 – 1983 in un mondo che ormai è scomparso ma i cui ricordi sono ancora nitidissimi.

Di Paolo c’è poi il ricordo goliardico e sportivo, del giocatore di pallacanestro e di alcune partite giocate in Prima Divisione, del tifoso del Milan, del grande mangiatore di cibo,. Poi gli anni ci hanno allontanati come spesso succede. Raramente l’avevo sentito per dichiarazioni sui giornali, lo seguivo da lontano su Facebook. Sino alla terribile notizia che chiude la troppo breve storia di una vita intensa.
Ma il mio ricordo indelebile sarà sempre quello dei primi anni Ottanta che ho voluto fissare in queste poche righe.
Ciao Paolo.

Massimo Iaretti

 

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