CBD usato nella terapia del dolore: è davvero un valido antidolorifico o no?

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Forse l’uso più ordinario dei cannabinoidi è per attutire il dolore. La sofferenza colpisce tutti prima o dopo ed è consolante essere consapevoli dell’esistenza di un  potenziale ‘antidoto’ procedente dalla natura che può soccorrerci.

Questa scelta è estremamente portentosa per chi ha manifestazioni dolorose durevoli. Infatti, vi è una differenza fra dolenzia acuta o incurabile: il primo è abitualmente derivata da traumi, infiammazioni o infermità; il secondo è il fastidio assimilato a una affezione cronica e può perseverare per lunghi periodi di tempo, giorni, mesi persino anni, oltre a resistere a svariate terapie mediche. Il responso può essere per queste ragioni accolto come qualcosa di scioccante. Può essere segnalato come intorpidimento, pizzicore, bruciore, indolenzimento o violente fitte, e può frenare la redditività e condizionare sfavorevolmente il benestare dell’uomo. L’opinione del National Institute of Neurological Disorders and Stroke, è che la sensazione di male di un essere umano, la sua esposizione alle sollecitazioni e la riuscita dei trattamenti per calmare il fastidio possono subire variazioni dovute alla genetica.

Dolori incurabili: CBD, antidoto naturale?

In Italia, milioni di abitanti soffrono di dolori cronici e poco gestibili, se non l’impiego di terapie palliative. Steroidi, soppressori o oppiacei sono diffusi massivamente e molti di loro rischiano di essere cagione di dipendenza ed effetti avversi. Anche medicamenti da banco possono presentare insidie, se adoperati smodatamente. Ecco perché l’impiego di CBD dell’azienda CBDAX può risultare ragionevole seppur, chiaramente non sostituirà mai un farmaco vero e proprio.

CBD: perché funziona come antidolorifico

Più del 60% di 1500 soggetti la cui vita era afflitta a causa di mali insanabili sono stati presi in esame durante una indagine e si è così venuti a capo del fatto che essi ritenessero il CBD una manna dal cielo, utile e funzionale nella terapia del dolore. Nella capitale catalana, il dottore israeliano ed ebreo Raphael Mechoulam, ha dimostrato la potenza e l’efficienza nel alleggerire i pazienti dal peso dovuto al dolore, alla rigidità e all’ansia grazie all’assunzione di questo cannabinoide. Sei per caso curioso di sapere perché tutto ciò succede? Facile: il sistema cannabinoide endogeno subisce delle variazioni di notevole portata legate alla sostanza ivi analizzata: i cannabinoidi non devono necessariamente derivare da fonti esterne perché questa parte del nostro corpo è deputata alla loro produzione, non sempre sufficiente a mantenere l’equilibrio interiore e questo conduce alla possibilità di sviluppare fastidi. Il CBD interferisce indirettamente sul SEC, come evitando che l’organismo recepisca l’anandamida, composto correlato all’insorgere di sofferenza. Inoltre, può imitare l’azione dei recettori in esso presenti, riportando l’equilibrio organico a un grado adeguato.

Il CBD nella terapia del dolore

Il CBD nella terapia del dolore può fornire una possibilità per il ristoro. Una indagine pubblicata sullo European Journal of Pain ha decretato che, avvalendosi di cavie animali, questo cannabinoide spalmato sull’epidermide potrebbe favorire l’abbassamento dei livelli di sofferenza e flogosi cagionati dall’artrite.

Un altro ha rivelato il procedimento attraverso il quale il CBD annulla le sofferenze infiammatorie e neuropatiche, due dei tipi di male persistente più complessi da curare. Certamente c’è necessità di future indagini per corroborare la tesi che sostiene la capacità di agire del CBD in questo settore.

CBD efficace anche nelle affezioni dolorose associate a fibromialgia

Il CBD risulta efficace anche come antidolorifico per trattare i dolori associati alla fibromialgia. Essa è una situazione o una malattia reumatica che ha esordio all’interno del sistema nervoso. Il dolore tende a diffondersi in molte parti del corpo, tra le quali il tronco in generale, i quadricipiti e bicipiti femorali, il parietale e l’occipitale, il collo e le spalle.

Tra i molti sintomi, quello predominante è il dolore, spesso delineato come irritazione, che pulsa e palpita. Nelle prime ore del giorno, ti potrai rendere conto che le sensazioni di disagio sono più intense di quello che ti aspetteresti, se messe a confronto con le altre fasce orarie del giorno, e possono essere seguite da altri problemi. Tra questi, troviamo per esempio sentore di pizzico cutaneo, sindrome del colon irritabile, il mal di testa persistente e altre affezioni che possono affettare l’articolazione tempro-mandibolare. Nel caso tu fossi una donna, esistono altre possibili complicanze legate al ciclo mestruale; perdite con fitte dolorose, agitazione, ipersensibilità della cute, capogiri e incapacità di produrre movimenti coordinati.

Concludendo, siamo in grado di affermare che il CBD risulta un alleato infallibile in una vasta gamma di condizioni dolorose a cui l’essere umano può trovarsi sottoposto, persino quando si tratta di sindromi importanti quali la fibromialgia. Però, va usato sotto controllo medico.

Image by Erin Stone from Pixabay

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