Lettere al direttore

Astigiano, Giovanna Beccuti: “Riattivare le linee ferroviarie sospese per un vero sviluppo sostenibile”

I dubbi dell'ex presidente Asp sulla conversione in pista ciclabile dell'Asti-Chivasso

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giovanna Beccuti, ex presiente dell’Asp, sulla linea ferroviaria Asti-Chivasso e sulla campagna di comunicazione #futurosospeso di cui il nostro giornale ha scritto alcuni giorni fa (clicca QUI).


La proposta di trasformare una tratta ferroviaria come Asti-Chivasso, seppur in disuso, in una pista ciclabile, la trovo un’enorme stupidaggine: non solo perché abbiamo chilometri e chilometri di strade di campagna, anche di fondovalle, che con investimenti minimi possono diventare splendidi percorsi ciclabili tra le nostre colline, ma anche perché, una volta smantellati e/o riconvertiti i binari a caro prezzo, il patrimonio ferroviario non sarà oggettivamente più ricuperabile.

Condivido invece le osservazioni del comitato “#FuturoSospeso” circa la necessità di riattivare le linee ferroviarie sospese, che attraversano buona parte del nostro territorio astigiano, per diminuire il traffico veicolare, ridurre il tempo di percorrenza verso il capoluogo e creare uno sviluppo sostenibile per il nostro territorio.
Il treno dovrebbe, a mio parere, diventare il mezzo di trasporto più usato per i tanti pendolari che, ogni giorno, si devono spostare in città per lavorare, senza avere più l’incubo di cercare un parcheggio. L’uso del treno, inoltre, diventerebbe strettamente collegato con quel turismo sostenibile che si cerca da anni di intercettare per valorizzare i nostri paesaggi.

In tal senso aveva lavorato il Tavolo Tecnico sulla Mobilità Sostenibile ad Asti e sui territori dell’UNESCO, costituito nel 2017 per iniziativa di ASP quando ero Presidente (fino inizi 2018). L’organismo, costituito insieme ad enti, ordini professionali ed associazioni, aveva tra gli obiettivi la riattivazione delle linee ferroviarie, in particolare la Milano-Casale-Alba: linee considerate strategiche per avvicinare le Langhe, il Roero e il Monferrato alla Lombardia e, più in generale, al Nord-Est dell’Italia e alla Svizzera. Un dialogo proficuo era stato avviato con molte amministrazioni locali e con la Regione Piemonte, rendendo il gruppo di lavoro un interlocutore credibile anche per l’Agenzia della Mobilità Piemontese.

Forse quel Tavolo Tecnico avrebbe dovuto oggi, dopo un lungo silenzio, riprendere le fila dei discorsi interrotti e diventare, ancora una volta, sede di elaborazione di progetti e proposte sui trasporti e sulla mobilità sostenibile dei nostri territori, anche alla luce dei possibili finanziamenti del Recovery Fund che arriveranno nell’astigiano.
Il lavoro già fatto, sulla base delle comprovate competenze, poteva essere messo a disposizione degli enti preposti a presentare le proposte del Recovery Fund.
L’unica consolazione all’occasione perduta per una seria ed elaborata strategia complessiva sui trasporti, condivisa non solo con le amministrazioni locali interessate, gli operatori del settore e tutte le associazioni che operano nel campo della mobilità sostenibile e della tutela dell’ambiente, è che la Provincia di Asti, nelle schede predisposte per ottenere i prestiti provenienti dall’Unione Europea, ha previsto la riattivazione della tratta ferroviaria Asti-Casale-Milano.

Almeno in Provincia c’è qualcuno che pensa a come far viaggiare i nostri pendolari da e per Milano e a come far arrivare facilmente i turisti senza tanti cambi e attese di coincidenza che oggi, rappresentano un vero e proprio impedimento per lo spostamento in treno.

Ai Sindaci dei Comuni interessati alla trasformazione in pista ciclabile dell’Asti-Chivasso faccio questa domanda: siete sicuri che l’alto costo dell’operazione di riconversione della linea porterà un equale ritorno sotto l’aspetto economico e turistico per i vostri territori? Nutro alcuni dubbi.

Giovanna Beccuti