Lettere al direttore

Asti, Angela Motta: “La revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è un atto doveroso”

Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni della consigliera comunale Angela Motta, assente durante l’ultimo Consiglio comunale, in merito alla querelle sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini (leggi QUI).


La cittadinanza onoraria non è un diritto acquisito, soprattutto se colui che ne ha beneficiato ha basato la sua azione sulla negazione della democrazia e della libertà.

La richiesta di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini è un atto di memoria attiva, è un atto con il quale non si cancella la storia, ma si conferma la volontà di una comunità di dichiararsi antifascista, di non volere tra i suoi cittadini onorari un dittatore che porta con sé la responsabilità di milioni di vittime. Non possiamo che considerare la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini un atto doveroso in memoria delle vittime del fascismo e dei valori della Resistenza che hanno fondato la società democratica di oggi.

È un atto di libertà in un momento storico in cui si assiste alla recrudescenza di fenomeni e pensieri di intolleranza e razzismo. Nel novembre del 2019 avevo chiesto di riconoscere a Liliana Segre la cittadinanza onoraria del comune di Asti.

Segre, Senatrice a vita, a 13 anni fu arrestata con la sua famiglia e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Sopravvisse, ma fu una dei pochi bambini (25 su 776 sotto i 14 anni) a ritornare vivi a casa dopo la deportazione nel campo di sterminio nazista. Liliana Segre si è sempre battuta contro ogni forma di intolleranza e odio, ma è diventata uno dei bersagli preferiti, suo malgrado, degli odiatori della rete che avvelenano il dibattito politico e, sempre più spesso, pretendono di riscrivere la storia mettendo perfino in dubbio i crimini dell’Olocausto.

Il carnefice Mussolini e la vittima Segre non possono essere premiati nello stesso modo: il giudizio sul dittatore è, e deve restare all’unanimità, un giudizio di condanna.

Troppe volte sentiamo dire che il tema dell’antifascismo è divisivo: divide fascisti e antifascisti? Forse la memoria non ci ha ancora immunizzati dalle barbarie del fascismo per questo dobbiamo continuare a credere nel “25 aprile” come simbolo di libertà e di speranza.

Angela Motta