Coldiretti Asti, qualità dell’aria: l’agricoltura rischia la paralisi

Fa discutere il Piano straordinario adottato dalla Regione; Coldiretti Asti: troppo penalizzanti le limitazioni alle concimazioni e agli abbruciamenti fino al 15 aprile

C’è molta preoccupazione fra gli agricoltori per le recenti limitazioni, con il rischio di sanzioni, introdotte dalla Regione Piemonte con il “Piano straordinario sulla qualità dell’aria”.

Quando scatta l’allerta arancione o rosso, segnalato in seguito alle rilevazioni effettuate dall’agenzia regionale, Arpa Piemonte (e rilevabili al seguente indirizzo internet https://webgis.arpa.piemonte.it/protocollo_aria_webapp/), sono vietate le distribuzioni di fertilizzanti, ammendanti, correttivi, reflui e digestati, palabili e non palabili, contenenti azoto, letami e assimilati (ad eccezione delle distribuzioni effettuate con interramento immediato). Inoltre, con qualsiasi livello di allerta, dal 15 settembre al 15 aprile, sono vietati gli abbruciamenti di materiale vegetale, come ad esempio i rami delle potature o i sarmenti delle viti che proprio in questo periodo abbondano nelle campagne.

“Per ovvi motivi gli agricoltori – evidenzia il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia –, a cominciare dal fatto che dalla natura ricavano il reddito del loro lavoro, non possono che essere per una gestione ambientale sostenibile. Il problema è che tali limitazioni, di punto in bianco, riguardano praticamente tutto il territorio (947 Comuni piemontesi su 1181, escludendo solo la fascia montana alpina)”.

“In una fase già così difficile dovuta all’emergenza sanitaria – sottolinea il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – si rischia addirittura di non garantire le produzioni agricole fondamentali alla catena alimentare. Per evitare ulteriori danni economici alle imprese e alla filiera agroalimentare, tramite la nostra federazione regionale abbiamo presentato alla Regione Piemonte precise richieste per rivedere e alleggerire queste limitazioni. Occorre anche considerare come le altre regioni non abbiano adottato disposizioni così restrittive e con le limitazioni anti Covid di queste settimane si rischiano concretamente gravissimi danni economici agevolando indirettamente le importazioni”.

Le Regioni della pianura Padana, tra le quali il Piemonte, hanno dovuto adottare un Piano straordinario sulla qualità dell’aria per la procedura d’infrazione europea contro l’Italia con tanto di minaccia di riduzione dei trasferimenti Psr e Pac. A loro volta, i Comuni, per evitare le sanzioni in caso del superamento dei limiti di concentrazione del particolato fine PM10 e PM2,5, hanno dovuto adottare le specifiche ordinanze con le conseguenti pesanti sanzioni.