Asti, CGIL CISL e UIL: proposte per il tavolo dello sviluppo

Riceviamo e pubblichiamo il documento unitario CGIL, CISL e UIL illustrato questa mattina al tavolo dello sviluppo.


Proposte per il tavolo dello sviluppo:
gli argomenti che riteniamo, come CGIL, CISL, UIL siano le priorità per il tavolo dello sviluppo, non solo legati alla Next Generation Eu (Recovery Plan), sono:

1) Individuazione e valorizzazione dell’economia di prossimità (locale, informale, di vicinanza, di sopravvivenza) favorendo l’aggregazione e la costituzione di un Centro servizi “smart”.

Il centro servizi dovrebbe svolgere funzioni di nodo della rete di imprese, a cui i soggetti possano accedere per ottenere supporto all’attività economica. Attraverso questa iniziativa potrebbero essere messe in comune idee e iniziative di start up, buone pratiche, con conseguente potenziamento delle sinergie.

Il Centro servizi potrebbe essere collegato ai centri di ricerca regionali universitari (Università Torino, Piemonte Orientale, Politecnico), con ruolo di collegamento a cura dell’Università di Asti e favorire la creazione di un polo di ricerca tecnologica per il distretto dell’Enomeccanica e del settore vitivinicolo.

Tale azione ha lo scopo di far nascere un progetto di sostegno e di sviluppo dell’impresa diffusa in un territorio, l’astigiano, caratterizzato dal consistente peso di forme insediative a bassa densità, dalla forte incidenza di nuclei urbani sparsi (ISTAT, Forme, livelli e dinamiche dell’urbanizzazione in Italia, 2017), nonché dalla pronunciata predisposizione alle attività artigianali e agricole e alle forme di economia informale e familiare. Peraltro, l’iniziativa proposta avrebbe anche lo scopo di prevenire la scomparsa dei territori rurali (in provincia di Asti, secondo recenti dati elaborati da Coldiretti, il consumo di suolo è di 11.507 ettari, pari al 6,6% del consumo di tutto il Piemonte), costantemente esposti a nuove minacce, dal rischio idrogeologico all’inquinamento, attraverso lo sviluppo di attività tipiche dell’economia di prossimità (tutela delle colture tipiche e dell’allevamento, valorizzazione delle specialità locali e recupero della tradizionale economia familiare e contadina).

In tema di Università (si ricorda che, secondo recenti statistiche elaborate da Il Sole 24 ore, l’astigiano si colloca agli ultimi posti – 102/110 – della graduatoria provinciale in Italia, relativamente al numero di laureati nella popolazione 25-30 anni, per l’anno 2016), riteniamo che sia necessario completare il Polo universitario con la creazione di una “cittadella” universitaria nell’ex Ospedale dove collocare il polo culturale (biblioteca astense, ISRAT), alloggi per studenti a prezzi calmierati, locali ad uso stanze studio, sale convegni e locali per studenti.

2) Attivazione della ricognizione dei know-how nell’astigiano, necessaria alla individuazione e valorizzazione di nuove prospettive d’intervento e alla definizione di strategie di ampio respiro e condivise per lo sviluppo imprenditoriale e occupazionale. Tenuto conto delle caratteristiche socio-demografiche ed economiche del territorio, si propone di effettuare la ricognizione soprattutto nei settori manifatturiero (con particolare riguardo alle PMI e alle microimprese), agricolo e dei servizi (servizi alle imprese, servizio socio-assistenziali e alla comunità).

3) Integrazione del sistema di Istruzione e formazione professionale collegata alle necessità delle aziende del nostro territorio e del centro servizi, attraverso una commissione “tripartita”, che individui priorità e specificità territoriali sul tema delle politiche attive del lavoro e il superamento delle marginalità con il coinvolgimento di ANPAL. La valorizzazione del Capitale Umano è imprescindibile (basti leggere il discorso di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio e in particolare le sue considerazioni sull’istruzione tecnica e professionale, per acquisire adeguata consapevolezza della necessità di un tale intervento), e va attuata partendo dalle competenze disponibili che vanno messe al servizio di una rete di conoscenze condivise.

4) Sul tema dell’internazionalizzazione. In un mercato globale il futuro delle imprese italiane passa per i mercati esteri. L’Export e l’internazionalizzazione rappresentano le chiavi del successo ma si tratta di processi complessi e rischiosi, soprattutto per una piccola impresa, anche a fronte di eventi drammatici e straordinari quali l’emergenza da COVID. A questo proposito, secondo l’ISTAT nel terzo trimestre 2020 la provincia di Asti, pur mostrando una forte ripresa sul trimestre precedente in termini di valore dell’esportazioni totali (714 milioni rispetto a 461,2 milioni), mostra ancora significativi ritardi al confronto con il terzo trimestre del 2019 (733,4 milioni).

Serve una gamma completa di servizi assicurativo-finanziari a misura di PMI, disponibili anche online: la possibilità di valutazione sull’affidabilità dei clienti per transazioni in Italia e all’estero, soluzioni su misura per aumentare i volumi di export e proteggersi dal rischio di mancato pagamento, garanzie sui finanziamenti per facilitare l’accesso al credito bancario, percorsi di formazione per imprenditori ed export manager.

5) Riutilizzo dei siti in disuso, pubblici e privati, o parzialmente utilizzati sul territorio provinciale (immobili ex ASL, sito Way Assauto, ex Ferrohotel, casermone, terreni marginali); la riqualificazione delle zone industriali 1 e 2 di Asti, attraverso la promozione e l’utilizzo dei capannoni già esistenti da affittare o vendere a prezzi calmierati alle nuove piccole e medie aziende che volessero venire a produrre ad Asti, per fare questo è necessario dotare le due aree di infrastrutture  e servizi oggi inesistenti. Potrebbe inoltre essere utile, considerando l’alta intensità di aziende presenti, l’apertura di una serie di servizi per i lavoratori e le imprese come, ad esempio, la creazione di mense aziendali da mettere a disposizione dei tanti dipendenti che ci lavorano o l’apertura di sportelli di servizi al cittadino.

Predisposizione di un Piano urbanistico per l’individuazione di adeguate aeree per l’insediamento di nuove attività economiche e sociali. Il piano urbanistico deve avere come priorità il contenimento del consumo di suolo, il recupero delle aree degradate delle periferie con nuove e innovative possibilità di destinazioni di uso. Allo scopo, il centro servizi – di cui al punto 1 – poterebbe essere utilizzato per la riqualificazione strutturale ed energetica di edifici anche attraverso l’utilizzo dei bonus come quello del 110%. L’obiettivo è quello di decongestionare le conurbazioni attuali consentendo l’armonizzazione delle aree di sviluppo.

Riteniamo che, al fine di favorire nuovi insediamenti industriali nella nostra Provincia, sia necessario un coordinamento rispetto alle possibilità di poter contare su terreni industriali, con l’individuazione di un Ente che abbia il compito di indirizzare le aziende nelle aree “libere” della nostra Provincia.

6) Turismo, attività ricettive, valorizzazione del sito Unesco, valorizzazione delle aree museali e culturali in genere. Oggi le attività turistiche sono lasciate alla singola iniziativa dei privati o dei Comuni più volenterosi, manca un approccio di sistema.

Per passare da un approccio spontaneista (con alcuni risultati importanti e altri meno riusciti) a un approccio sistemico occorrono investimenti. Investimenti in formazione, promozione, raccordo e intercettamento delle catene del valore già a monte. Cioè prima che i turisti arrivino. Altrimenti le potenzialità dei nostri territori risulteranno ampiamente sottoutilizzate.

In questo ambito occorrerebbe anche mettere in rete le offerte, predisponendo anche sorta di museo diffuso e fruibile anche da diversi segmenti di utenza (con stili di consumo alternativi).
Un ruolo centrale dovrebbe essere esercitato dall’ATL a cui dovrebbero essere delegate le funzioni di promozione e sviluppo in stretto rapporto con gli enti territoriali.

7) Per il rilancio del turismo e del commercio di prossimità pensiamo anche al rilancio dell’idea del centro commerciale naturale, dei distretti commerciali ed alla nascita di un polo attrattivo per il turismo congressuale anche di grandi capacità. Anche in questo caso la ristrutturazione del vecchio Ospedale potrebbe essere utile, con la creazione, come detto, di sale congressi.

8) Potenziamento delle infrastrutture a) materiali che favoriscano la mobilità sostenibile con i centri economici e di ricerca (Torino, Milano, Genova), b) immateriali con particolare riferimento alle reti digitali, e potenziamento dei servizi alle imprese anche per favorire le imprese 4.0. In questo ambito la priorità deve essere data al ripristino della rete ferroviaria, puntando anche su quella locale che dovrebbe caratterizzarsi come Metro di superfice in grado di connettersi con il trasporto locale su gomma.

9) Al fine di garantire il mantenimento della rete di attori economici e sociali orientati allo sviluppo ecosostenibile, occorre implementare in via prioritaria un programma di manutenzione del territorio e delle sue connessioni materiali e immateriali. La messa in sicurezza del territorio rappresenta una necessità per la tranquillità dei cittadini e può rappresentare un volano di sviluppo ed occupazionale importante in un territorio fragile come quello astigiano.
CGIL, CISL e UIL ritengono non più rinviabile una discussione sull’uso del TPL e degli interscambi con parcheggi satellite, uso dei bus ed incentivazione della mobilità sostenibile: piste ciclabili, percorsi pedonali ecc.

10) La logistica deve essere uno degli asset strategici del futuro della nostra Provincia. Per questo motivo riteniamo necessario che si lavori ad un progetto condiviso collegato al progetto SLALA. Per questo motivo CGIL, CISL e UIL valutano positivamente lo sblocco dei finanziamenti per il completamento dell’autostrada Asti – Cuneo. Per rendere ancora più competitiva ed attrattiva (per nuovi insediamenti, soprattutto legati alla logistica) la nostra Provincia, riteniamo che sia necessario completare anche il tratto conclusivo della Asti – Casale.

11) Valorizzazione e potenziamento delle esperienze locali sul tema del “care service”. In un territorio caratterizzato dalla forte presenza di persone anziane (al 1 gennaio 2020, secondo l’ISTAT gli over65 sono il 26,6% della popolazione totale, una quota molto elevata) e di nuclei monofamiliari (circa il 35% dei nuclei familiari totali), occorre puntare allo sviluppo di servizi alla persona tra loro integrati, favorendo più domiciliarità, housing sociale e qualità delle strutture. Questo settore può produrre una serie di servizi specialistici eccellenti e un notevole bacino occupazionale, oltre che a mettere in sicurezza la popolazione del territorio: condizione essenziale per il rilancio economico. A questo proposito si vedano le proposte di CGIL CISL UIL sulla sanità territoriale. Nel sistema “care e wellness” occorre sviluppare politiche per il benessere utilizzando e potenziando le professionalità e le risorse presenti sul territorio quali: terme, enogastronomia, territori vitivinicoli ecc.

Un sistema di “care e wellness”, il potenziamento delle infrastrutture digitali, un sistema sanitario e sociale che funziona è propedeutico ad un miglioramento della qualità della vita favorendo anche nuove residenzialità e nuove opportunità di lavoro a distanza.

12) come ulteriore asset di sviluppo riteniamo che sia necessario puntare sul miglioramento dell’impronta ambientale ed il consumo consapevole. Asti ha la fortuna di avere due aziende importanti, tra i primi posti in Italia nel settore ambientale, per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti. Oltre a sviluppare sempre di più progetti per la raccolta differenziata riteniamo sia necessario investire anche nel sistema del riciclo. Oggi sostanzialmente l’unica attività di riciclo è collegata al rifiuto organico. La trasformazione della plastica, dei rifiuti dell’agricoltura ecc. potrebbe essere una nuova fonte di economia circolare e di sviluppo nel territorio astigiano.