Lettere al direttore

Angela Quaglia sul piano di Recovery fund: “Una sommatoria di proposte velleitarie, in molti casi superate”

Riceviamo e pubblichiamo


“Si è credibili per quello che si fa e non tanto per quello che si dice”- dichiara spesso un assessore comunale.
Quanta verità!
Un motto che si può applicare bene al “lavoro” della Giunta Rasero: parole, parole, parole…!!!

E’ di questi giorni la presentazione del piano di Recovery fund alla Regione, per il successivo inoltro al Governo e alla Comunità Europea: un elenco di richieste che ammonta a 181 milioni di euro e la cui realizzazione dovrebbe “cambiare” il volto della città.
Una sommatoria, in realtà, di proposte velleitarie, in molti casi superate e che non hanno un minimo comune denominatore nel disegno della città dei prossimi anni. Ma che, per la propaganda, in quanto “ parole” servono!!!

Su una di queste schede abbiamo già avuto modo di esprimerci. Si tratta del giardino verticale, con gli arbusti che si arrampicano sul palazzo della Provincia e che dovrebbero contribuire a isolare termicamente gli uffici e a migliorare la qualità dell’aria in centro città.
Una simpatica barzelletta, presentata per di più come iniziativa di tre consiglieri che, imbeccati dal sindaco, non trovano neppure la condivisione all’interno del consiglio provinciale.

Ma un altro progetto sul quale vale la pena riflettere e che è stato illustrato ampiamente sulla stampa locale è quello delle due palestre all’Enofila, di cui non è certa la paternità. Ora, tutti sanno che l’Enofila è stata la Vetreria di Asti, poi diventata sede della Fiera Campionaria di maggio e ora è adibita a succursale della scuola Jona in costruzione. Un edificio ristrutturato che è costato parecchio alle finanze pubbliche e che sta cercando una sua vocazione.
Vocazione che, mi si consenta, non può certamente essere una doppia palestra ma che andava studiata un po’ di più e meglio. Soprattutto per evitare di buttare fumo negli occhi dei cittadini, illudendoli con proposte irrealizzabili ed evitare, contemporaneamente, di buttare soldi pubblici (che andranno restituiti) in operazioni inutili.

Non che ad Asti le palestre abbondino ma la programmazione è un’altra cosa.
Credo che fosse necessario trovare spazi adeguati e funzionali, anche nel futuro, agli investimenti che si vanno a proporre.
Sull’Enofila, ad esempio, una proposta più utile e proiettata nel futuro poteva essere la destinazione a Scuola Alberghiera. Oggi la scuola c’è già, in centro storico, in locali in affitto e forma giovani che trovano successivamente lavoro nel settore del turismo (ristoranti, bar, hotel ecc).
Quale migliore sede dell’Enofila, sia per la vicinanza con la stazione ferroviaria (molti ragazzi provengono dai Comuni della Provincia) che per la possibilità di allestire (con le aziende vinicole del territorio) una vera enoteca (nei locali seminterrati) che potrebbe restare aperta tutta la settimana impegnando anche le giovani risorse della scuola?

Immagino una scuola che non “sforni” solo baristi e camerieri ma che stimoli nei ragazzi la voglia imprenditoriale di creare proprie attività, modernizzando il sistema dell’accoglienza, della ristorazione e della cultura del vino e che, pertanto, punti a creare non solo formazione ma imprenditoria giovanile .
Dal mio punto di vista sarebbe stata una proposta meglio inserita nel programma europeo dal quale vogliamo attingere le risorse, oltre che più sostenibile economicamente.
Certo occorreva ascoltare senza troppa fretta, o partire prima nelle consultazioni…o, meglio ancora, avere in testa un’idea di città.
Con viva cordialità.

Asti 30 marzo 2021
Angela Quaglia
CambiAMO Asti