Il piano di sviluppo territoriale dell’Astigiano guarderà alle prossime generazioni: Istituzioni, economia ed Università insieme per progettare il futuro

Il futuro del nostro territorio è intragenerazionale. Sono queste le parole d’ordine del piano strategico territoriale della nostra provincia, che è stato presentato questa mattina all’UniAstiss.

Il piano suggerirà le linee tematiche ed i progetti su cui concentrare le strategie di azione nell’ambito della programmazione in ottica del recovery plan di imminente attivazione.
Il piano sarà sviluppato insieme al polo universitario Asti Studi Superiori, in forte collaborazione con gli attori e le istituzioni del territorio, quali il Comune di Asti, la Provincia di Asti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la Banca Cassa di Risparmio di Asti, la Camera di Commercio, l’Università di Torino, l’Università del Piemonte Orientale, l’Università di Pollenzo e il Politecnico di Torino.

“Tutte le azioni strategiche di sviluppo che si stanno mettendo in atto oggi – afferma il professor Giulio Mondini, professore di progettazione e politiche del lavoro al Politecnico di Torino – partono dalla considerazione che nella programmazione territoriale intragenerazionale, impegnandosi non solo nei confronti dei nostri figli e dei nostri nipoti, ma anche verso coloro che non sono ancora nati. In questo senso nella costruzione del piano verranno portate avanti due visioni parallele: una prima attenzione sarà dedicata allo sviluppo territoriale nell’immediato, per garantire la ripresa dle sistema economico provato dalla pandemia. Un secondo sguardo sarà invece rivolto al futuro, pensando a chi non è ancora nato e che si troverà a vivere e lavorare in questo territorio”.

La filosofia di fondo, insomma può essere riassunta nel detto dei nativi americani: “Tratta bene la Terra, non ti è stata data dai tuoi genitori, ti è stata prestata dai tuoi figli”. In questa ottica, bisogna tenere a mente 17 obiettivi che secondo l’ONU dovranno guidare lo sviluppo del pianeta. Tra questi, la lotta alla povertà, alle ineguaglianze, la valorizzazione dello sviluppo sociale ed economico, combattere i cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente.

“E’ partito un confronto tra tutti i soggetti culturali, economici ed istituzionali in un momento storico importantissimo – afferma il sindaco di Asti, Maurizio Rasero – è un’occasione che non possiamo fallire: il treno che sta passando non si ripresenterà più. Nei vari tavoli di lavoro è però emersa l’esigenza di trovare una gestione del progetto da parte di una professionalità tecnica: per questo motivo abbiamo sentito l’ esigenza di coinvolgere l’università, con le sue eccellenze nei tavoli di progettazione.
Il comitato tecnico scientifico è composto da diversi membri del mondo accademico, quali Giorgio Calabrese, Roberto Barbato, Ivana Bologna, Roberto Cavallo Perin, Marco De Vecchi, Cesare Manuel, Vincenzo Gerbi, Piercarlo Grimaldi, Pietro Picarolo, Enrico Ercole, Giovanni Currado e Giulio Mondini.

Il piano di sviluppo territoriale sarà strutturato a tre eliche che faranno da volano allo sviluppo e assicurano uno sviluppo territoriale in chiave sostenibile ed innovativo: il sistema delle imprese, le istituzioni e le Università.
Diverse le priorità che il piano vuole portare avanti. Prima di tutto uno sviluppo della telemedicina e la teleassistenza, il sistema culturale per lo sviluppo culturale del territorio, le infrastrutture di comunicazione, il sistema agricolo, l’industria, l’artigianato e il commercio.
Un ulteriore punto di attenzione del piano farà riferimento al fatto che i progetti dovranno essere brevi e cantierabili: quindi semplificazione delle procedure amministrative sul “Modello Morandi”; bisogna valutare attentamente anche un ordine di priorità dei progetti sulla base di ricadute economiche immediate.