Aumentano le truffe online in Provincia di Asti, i consigli dei Carabinieri per evitare spiacevoli sorprese

Tra le conseguenze del confinamento in casa per prevenire la pandemia si assiste al boom delle truffe informatiche.

Il 2020 è stato l’anno del COVID 19 con le tante ricadute non solo sanitarie ma anche sociali: tra le principali conseguenze c’è stata la necessità di ridurre drasticamente qualunque forma di socialità relegando noi tutti tra le mura domestiche ed avendo quale unica finestra verso l’esterno la rete e le opportunità che ha saputo offrire.

Ed è in questa nuova piazza virtuale che il singolo si è riversato, dal lavoro alla didattica a distanza, dalle frequentazioni agli acquisti. E su quest’ultimo ambito la criminalità si è insinuata con sempre maggior forza, andando a colpire soprattutto coloro che erano sempre stati meno avvezzi alle transazioni on line.

Nel 2020 l’Arma dei Carabinieri della provincia astigiana ha registrato 658 truffe informatiche deferendo in stato di libertà 110 persone, a seguito di articolate indagine svolte anche grazie alle componenti specialistiche del Nucleo Investigativo formate nel settore delle indagini telematiche.

Le vittime non hanno un profilo specifico, spaziando dai più giovani sino alle categorie più mature e gli importi solitamente non eccedono mai qualche centinaio di euro per singola transazione. Un fattore però le accomuna è una minor soglia di abilità nella navigazione in rete su cui si alimentano i truffatori.

Il Ten. Col. Pierantonio Breda, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Asti, nel ribadire ancora una volta come qualunque episodio debba essere denunciato per consentire il rintraccio dell’autore, si è soffermato su alcuni consigli pratici che possono mettere in guardia da questa nuova frontiera criminale.

Innanzitutto gli acquisiti devono preferibilmente essere effettuati con carte di credito ricaricabili così da limitare grandi danni. Per completare un acquisto online sono solitamente richiesti pochi dati, come numero della carta, data di scadenza e codice CCV. A queste va aggiunto solo l’indirizzo di spedizione. Qualsiasi altra richiesta, come codici PIN o password, è generalmente sintomo che “qualcosa non va” e deve destare sospetto.

Mantenere sempre aggiornati i browser per la navigazione (come Microsoft Edge, Chrome o Firefox) e avere installato e attivo un buon antivirus sono operazioni utilissime a scongiurare pericoli.

Altrettanto in aumento è la creazione di falsi siti on line. E’ possibile incappare in strane pubblicità di scarpe, utensili da lavoro e altri prodotti venduti a prezzi ridicoli. Spesso il profilo del venditore presenta un logo simile a quello di un brand famoso, o anche lo stesso, ma cliccando sull’annuncio si finisce su siti sospetti. La prima cosa da notare è l’indirizzo del sito (la URL): se si tratta di siti che non corrispondono a quelli indicati dall’inserzione – e cioè quelli ufficiali del brand – è un indizio che deve portarti a diffidare. Un altro indizio che deve portare a sospettare della liceità del sito sul quale ci si trovi è il contenuto della scheda prodotto, ovvero della pagina nella quale solitamente c’è la descrizione di ciò che stai per acquistare: se presentano informazioni scritte in pessimo italiano o, peggio, se sono del tutto inesistenti, cerca ciò che desideri altrove. Queste raccomandazioni possono valere anche per un fenomeno altrettanto ricorrente che è la creazione di falsi negozi on line.

Un ottimo modo per scampare alle truffe è leggere le recensioni di chi ha acquistato prima di te. Molti adescatori potrebbero provare a vendere la loro merce anche sui siti più sicuri, per poi frodare gli ignari clienti. Le recensioni sono una potente arma contro i truffatori: chi ha subito un danno può rapidamente mettere al corrente gli altri utenti di pratiche poco chiare o tentativi di illecito. In mancanza di recensioni contatta direttamente il venditore, per capire meglio le condizioni di vendita, o cerca informazioni su internet.

Se si considera che ormai più del 50% degli acquisti avviene on line allora è indispensabile, per chi abbia uno smartphone, scaricare le app ufficiali degli store dove si vuole acquistare che permettono anche di essere indirizzati sui canali sicuri di pagamento elettronico.

Un altro grande tema che apre le porte alle truffe informatiche è quello del phishing. Tecnicamente si parla di una e-mail o un messaggio che contiene riferimenti fasulli a brand famosi, banche, Poste Italiane o aziende che forniscono luce, gas e così via, che invitano a lasciare dati personali importanti come l’IBAN, il numero di conto corrente, password o simili. Molto spesso si tratta di fantomatiche e-mail di banche che invitano a cambiare le proprie credenziali d’accesso ai sistemi di home banking. Inutile dire che il metodo più efficace è non inviare mai, per nessun motivo, le proprie credenziali via email. Generalmente si tratta di un link che riporta a un sito fasullo, assolutamente simile a quello originale (magari della tua banca), e che soprattutto da smartphone è davvero difficile distinguere.