Ambiente Asti: “No alla soppressione definitiva delle linee ferroviarie e alla loro sostituzione con piste ciclabili”

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Riceviamo e pubblichiamo


No alla soppressione definitiva delle linee ferroviarie piemontesi minori e alla loro sostituzione con piste ciclabili. La bicicletta non può sostituire il trasporto ferroviario. È e deve rimanere un elemento cardine in un quadro di mobilità sostenibile, ma in un’ottica di intermodalità, non certo di contrapposizione

È dei giorni scorsi la notizia che alcune amministrazioni comunali interessate da tratti di ferrovie sospese in Piemonte, ne chiedono la “trasformazione” in piste ciclabili con l’approvazione di delibere ad hoc in accoglimento di stimoli e bandi di gara che giungono dall’amministrazione regionale che sembra dimostrare un’avversità ideologica al trasporto su ferro. .

Ambiente Asti è assolutamente favorevole alle piste ciclabili, ma ritiene che queste debbano inserirsi in una strategia integrata dei trasporti pubblici in grado di fronteggiare la crisi climatica e le condizioni inaccettabili di inquinamento dell’aria e di traffico sulle strade, soprattutto cittadine, sovente inflazionate da veicoli privati di persone che devono raggiungere, giornalmente, per lavoro o studio il capoluogo. In questa strategia il treno ha un posto importante e non sostituibile, le piste a lunga percorrenza hanno un ruolo turistico, importante nella valorizzazione del territorio, ma non possono incidere sulla quotidianità dei trasporti pendolari.

Le piste ciclabili al posto delle ferrovie sospese non possono essere un’alternativa nelle tratte casa-lavoro o casa-scuola ed è scorretto indirizzare gli spostamenti verso la mobilità privata.

La scelta fatta da questi Enti Locali ha ed avrà un impatto decisamente forte dal punto di vista delle emissioni inquinanti e climalteranti, senza contare il forte contributo alla congestione della circolazione ed al conseguente aumento di rischio di incidenti stradali.

A tal proposito evidenziamo che dove esiste un trasporto pubblico efficiente ed integrato i territori serviti ne beneficiano dal punto di vista della ripopolazione e dell’economia locale, con aumento del valore degli immobili quindi delle entrate per gli enti locali. Se a tutto ciò aggiungiamo che il treno risulta vincente su tutti gli altri vettori in termini di costi esterni, come inquinamento – sanità – sinistri stradali, che a torto non vengono mai considerati in alcun conteggio, è giusto aspettarsi ritorni molto significativi dall’investimento nel settore ferroviario.

Occorre tener presente la distinzione fra “ferrovia dismessa” (in cui sono in genere stati rimossi i binari e gli impianti tecnologici) e “ferrovia sospesa” (la cui riattivazione è ancora possibile con interventi di ripristino e manutenzione, ancorchè straordinaria).

Ambiente Asti , FIAB e Legambiente sono in genere favorevoli all’utilizzo come percorso ciclabile delle ferrovie dismesse ma assolutamente contrarie alla trasformazione delle ferrovie sospese, di cui auspicano invece la riattivazione.

Sappiamo anche che diverse Imprese, importanti per il territorio, con sede nelle vicinanze delle Stazioni Ferroviarie sulla tratta Asti- Chivasso,ma anche sulla Alessandria – Cavallermaggiore sono favorevoli al ripristino ed uso del trasporto ferroviario a scopo turistico e per le merci.

Sottolineiamo che i cittadini dei Paesi non sono stati informati dai loro Amministratori circa i costi che questi Enti Locali e perciò loro stessi andranno a sostenere per la manutenzione di queste nuove piste ciclabili poste sui binari e ci chiediamo perciò come potrebbero accettare di passare da costi nulli, nel caso di ferrovia attiva, a costi da quantificare per la realizzazione e la successiva gestione della ciclabili, quando da sempre i piccoli Comuni lamentano la scarsità di fondi nelle loro casse.

Utile invece sarebbe il ripristino delle tratte sospese, integrandole con un trasporto di navette elettriche da comuni in collina verso le stazioni ferroviarie, e viceversa, e la predisposizione di treni atti al trasporto di biciclette che potrebbero utilizzare in sicurezza strade bianche che collegano i vari siti di interesse storico-artistico e paesaggistico delle colline monferrine.

L’interazione tra treno e bici, nelle stazioni appositamente attrezzate, formulerebbe un connubio esemplare a beneficio di tutte le esigenze. Gli edifici recuperati potrebbero essere destinati a servizi per i turisti con uffici informativi, punti di ristoro e degustazione; per i ciclisti si potrebbero riservare spazi adibiti al ricovero delle bici e per piccole manutenzioni. I piazzali debitamente trasformati favorirebbero l’interscambio tra treno, bus, bici e mezzi privati perché solo l’integrazione tra i diversi mezzi di trasporto è la carta vincente.

Ricordiamo inoltre che la Fondazione Fs ha dichiarato il suo interesse per la tratta in questione per sviluppare il turismo ferroviario che già oggi, dati pre Covid, attira tutti gli anni migliaia di persone con l’ulteriore possibilità di unire il cicloturismo grazie a carrozze appositamente attrezzate per il trasporto delle bici.

A tal proposito si richiama il documento stilato dall’Agenzia per la Mobilità Piemontese che, nel gennaio del 2019 elencava gli interventi infrastrutturali necessari al ripristino delle ferrovie sospese.

Si richiamano anche le indicazioni di Legambiente Piemonte che tra i progetti da finanziare segnala proprio la riattivazione delle linee ferroviarie sospese nel corso degli ultimi 10 anni (Alessandria-Nizza-Alba, Asti-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso Casale-Vercelli, Cuneo-Mondovì, Pinerolo-Torre Pellice, Santhià-Arona) per le quali, dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta:

“Sono necessari in totale circa 162 milioni di euro: il trasporto pendolare su ferro deve essere prioritario e il traffico merci su ferro fortemente incentivato” ed i progetti da finanziarsi con il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR .

“La scelta dei progetti da finanziare con il PNRR può rappresentare un punto di svolta fondamentale per il nostro Paese: ripartire con forza verso un futuro sostenibile ambientalmente e socialmente o ricadere negli errori del passato, dando la precedenza ad interessi particolari rispetto al bene pubblico. La Regione Piemonte ha inviato al Governo 115 progetti per una richiesta totale di oltre 13 miliardi di euro. Ci spiace veramente molto constatare come non sia noto quali linee guida siano state seguite, quali organizzazioni siano state coinvolte nell’analisi, come sia avvenuta la scelta dei progetti inviati né sia stata data informazione neanche sui siti web pubblici”.

Questo è il momento di progettare, di agire. Non facciamoci trovare impreparati al futuro che deve essere necessariamente diverso dal passato, più sostenibile per la salute e lo stile di vita delle persone e rispettoso dell’ambiente.

AMBIENTE ASTI

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