Smog: con Recovery Plan implementare oasi verdi nelle città piemontesi

Coldiretti Piemonte: "Fondamentale gestire il patrimonio forestale per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono dei territori e gli incendi"

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Con l’Italia che dispone di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano per abitante è strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat in riferimento all’ultimo Rapporto annuale “Mal’aria di citta’ 2021” di Legambiente secondo il quale nel 2020 sono stati 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili Pm10.

L’inquinamento dell’aria è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ e bisogna quindi intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori.

L’obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare aria pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili.

“A Torino ogni abitante dispone di appena 22 metri quadrati di verde urbano e a provocare lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale –Ancora troppo poco considerato il fatto che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Il ripopolamento arboreo di parchi e giardini è la chiave di volta ambientale di una cintura verde che colleghi il centro delle città con le periferie e raggiunga sistemi agricoli di pianura con il vasto e straordinario patrimonio boschivo presente nelle aree naturali grazie al progetto Bosco vivo e foreste urbane, piantando con le risorse del Recovery Plan 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni e sostenendo due settori chiave per l’Italia come quello forestale e quello florovivaistico che, in Piemonte, genera una produzione lorda vendibile di oltre 130 milioni di euro con più di 1100 imprese diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1300 ettari, una produzione di piante ornamentali di oltre 10 milioni ed un totale di circa 3500 addetti”.

Il progetto di Coldiretti e Federforeste si pone l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane.

Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy.

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