Saldi invernali 2021, Confcommercio Asti: “Una partenza con troppe incertezze e confusione”

"Negozi chiusi nel weekend? Una beffa!"

I saldi invernali 2021 sono partiti a singhiozzo nelle varie Regioni d’Italia a causa della confusione creata dalle date ed i colori che continuano a cambiare in base ai provvedimenti emanati dal Governo.

E’ quanto afferma Confcommercio secondo cui la stagione dei saldi 2021 segnerà un calo del giro d’affari complessivo che passerà dai 5 miliardi del 2020 ai 4 miliardi di quest’anno ed inevitabilmente diminuirà anche il numero delle famiglie che acquisteranno circa 15,7 milioni con una spesa media che sarà di soli 111,00 euro e senza ombra di dubbio segnerà, il 2020,come il più “buio” degli ultimi 50 anni.

“Questi numeri, su scala nazionale – secondo il direttore della Confcommercio di Asti Claudio Bruno – devono farci riflettere sulle conseguenze negative per le nostre imprese, che sempre secondo le stime dell’ufficio studi, ne cancellerà 300 mila a fronte di 85 mila aperture con un calo, quindi, del 25% a livello nazionale Piemonte
compreso”.

“Per quanto riguarda Asti, la nostra città, vogliamo pensare con ottimismo – continua Bruno – auspicando che il dato possa essere diverso e compareremo le rilevazioni che abbiamo fatto a novembre del 2019 con quelle del novembre 2020, e con i dati di febbraio/marzo 2021, per capire in quale modo ci si potrà e dovrà organizzare per una “resilienza” che tenga conto di tutti i cambiamenti che si sono generati, covid e vaccino permettendo”.

Bruno sottolinea ancora che i saldi restano quindi una opportunità, ma che  l’iniezione di liquidità è minima: “Insistiamo nel dire che senza contributi a fondo perduto non si riusciranno a ripianare le perdite, che i ristori non sono sufficienti, ma soprattutto che non è giusto n economicamente e politicamente corretto, far pagare il prezzo più alto alla piccola e media impresa, arricchendo le grandi catene del web. La piccola e media impresa è uno degli attori principali del nostro panorama economico sociale ci ha ripetutamente dimostrato disponibilità e adattamento nel rispetto delle regole e della vita umana e che pensa non possano più essere accettabili certi provvedimenti, perché non aiutano a ricreare quel necessario clima di fiducia e di serenità, ma al contrario rischiano di far venire meno la speranza. Molte cose sono cambiate, ma guardare al passato per non ripetere certi errori lo si può e lo si deve fare, cominciando magari ad avere un atteggiamento diverso nei confronti di quelle imprese che sono chiuse da 8 mesi , quelle che operano nel settore turistico alberghiero e della ristorazione e che sono fortemente collegate all’indotto commerciale”.

Un’ultima amara considerazione infine è rivolta alla possibilità del ripristino della zona rossa nei weekend: “è un beffa e  l’ennesimo segnale di una confusione latente”.