Il bilancio dell’attività della Polizia di Asti nel 2020, un anno segnato dal Covid

Il Questore di Asti, Sebastiano Salvo, ha incontro in videoconferenza questa mattina la stampa locale per illustrare l’attività svolta e i risultati ottenuti dalla Polizia di Asti nell’anno 2020.

“Dare il bilancio dell’attività di un anno significa valorizzare il lavoro di tutto il personale della Questura” ha esordito il Questore, che poi nel commentare i dati sotto esposti ha evidenziato alcuni temi.

“Il tema della maggior incidenza, a livello nazionale, delle «violenze domestiche» registrata per effetto del confinamento forzato sembra confermato anche nella Provincia di Asti poiché, pur nell’ambito di un dato complessivo coerente con quello dell’anno precedente, spicca l’incremento di maltrattamenti e percosse denunciati da donne vittime di reato” ha spiegato Salvo.
Dai dati emerge che nell’anno 2020 sono state 30 le denunce alla Polizia di Stato ascrivibili alla procedura del CODICE ROSSO (terminologia atipica ma oramai consolidata), ovvero una procedura giudiziaria d’urgenza (immediata acquisizione di elementi investigativi a seguito di denuncia e pronto riferimento all’A.G).

“Il codice rosso è anche una priorità nelle politiche di prevenzione della Questura, sviluppate con una pluralità di iniziative e progetti («SOS Donna», «Ti Rispetto» – «Umano») con partners istituzionali e dell’associazionismo locale (Regione Piemonte, Comune di Asti-Pari opportunità, ASL, CRI Centro Antiviolenza «Orecchio di Venere») con cui sono state anche condivisi momenti di particolare sottolineatura del problema in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 25 Novembre” ha sottolineato il Questore.

Un’altro tema importante evidenziato dal Questore è quello della prevenzione sul territorio: “Il supporto delle Specialità della Polizia di Stato nelle attività di prevenzione generale e controllo del territorio, già consolidato nei dispositivi ordinari, ha trovato ulteriore e qualificato impulso nella realizzazione dei servizi mirati alla verifica del rispetto dei limiti imposti dal confinamento sanitario in tutto il periodo dell’emergenza. Ciò ovviamente oltre all’assolvimento dei delicati compiti specialistici loro affidati in ambito stradale, autostradale, ferroviario ed in quello virtuale del WEB per il contrasto del cyber crime”

E poi l’emergenza sanitaria che ha condizionato pesantamente tutta l’attività come spiega Sebastiano Salvo: “Il covid oltre ad essere stato un problema nell’organizzazione del lavoro interno, ha comportato anche un incremento dei serviti mirati al rispetto delle normative vigenti. L’emergenza sanitaria ha imposto alle FF.PP. l’esigenza di garantire il rispetto delle misure di contenimento disposte dal Governo attraverso la realizzazione di servizi mirati in potenziamento a quelli ordinariamente orientati alla prevenzione generale ed al controllo del territorio. Le sanzioni sono state sempre applicate come «extrema ratio», privilegiando l’azione dissuasiva rispetto a condotte non conformi da parte della popolazione”.

Analizzando gli altri dati su rileva una generale flessione dell’incidenza statistica delle tipologie criminose più comuni nell’ambito dei reati predatori, calo dovuto ai lunghi e reiterati periodi di confinamento imposti dai provvedimenti del Governo per arginare la diffusione epidemica da COVID – 19, mentre gli scippi e furti su auto registrano un leggero incremento. Significativo l’incremento delle truffe e frodi informatiche, agevolato dall’aumento straordinario delle attività digitali svolte da remoto.
Nel quadro dei dati riferiti alle truffe (comprese quelle perpetrate on-line) s’inserisce il tema delle «truffe agli anziani». Il dato scorporato, relativo agli over 65, annovera 20 episodi di cui 15 on-line e 5 al domicilio. Questi ultimi presumibilmente sono da considerare sottodimensionati attesa la possibilità che altri episodi possano essere stati inseriti a sistema SDI come furti o rapine (nel caso sia intervenuta anche violenza o minaccia in danno della vittima). La tutela delle fasce deboli è una priorità per la Questura che nel corso del 2020, nonostante i problemi di confinamento è riuscita comunque ad organizzare diverse azioni di prossimità (incontri presso le parrocchie ed altri centri di aggregazione per gli anziani) e campagne informative (opuscoli, depliant e locandine presso Uffici Postali, ecc..)

Giustificabile, sempre in relazione all’emergenza sanitaria, il crollo delle chiamate al 112 NUE. Tuttavia resta stabile il numero degli interventi effettuati dalle pattuglie della Polizia di Stato impegnate h.24 nel controllo del territorio e nel soccorso pubblico anche in ragione dell’aumento degli equipaggi comandati in servizio

Il confinamento prolungato per molti mesi dell’anno 2020 giustifica la flessione del numero di persone identificate, pur a fronte di un aumento significativo del numero di pattuglie messe in campo per arginare l’incidenza delle principali fenomenologie delittuose. Il ricorso a servizi integrati con i Reparti Prevenzione Crimine ha subito una logica flessione, ma sarà oggetto di rilancio nell’anno in corso con una prospettiva estesa all’intero territorio provinciale. Si segnala, nel quadro degli interventi in tema di prevenzione generale e controllo del territorio messi a punto nel 2020, l’aggiornamento ed il rilancio del Piano Coordinato di Controllo del Territorio che, sotto l’egida del Prefetto, ha consentito l’aggiornamento di tutti i «target» dell’attività, standardizzando anche lo strumento privilegiato di analisi condivisa e coordinamento nella riunione tecnica convocata presso la Questura con frequenza mensile, estesa ai referenti delle FF.PP, delle Specialità e della Polizia Locale di Asti e dei Comuni della Provincia eventualmente interessati dall’incidenza di fenomenologie particolarmente rilevanti.

Merita un approfondimento il dato relativo all’attività svolta a tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico che vede un incremento sia per gli eventi che hanno determinato servizi di Ordine Pubblico (392 nel 2020, contro i 169 del 2019), sia e soprattutto nel Personale della Polizia di Stato impiegato in Ordine Pubblico (3077 nel 2020 contro i 604 del 2019). In realtà il numero di eventi e/o manifestazioni pubbliche si è drasticamente ridotto per effetto del confinamento. Il numero statistico riportato nella tabella è conteggiato sulla base delle ordinanze adottate dal Questore ex art. 37 DPR 782/85 nel cui ambito si annoverano tutti i servizi interforze di controllo per il rispetto delle misure COVID.

Nonostante la minore circolazione di persone non ha per nulla rallentato l’attività di Polizia Giudiziaria (arresti e denunce a piede libero) quale risultato della definizione di importanti attività investigative della Squadra Mobile, ma anche degli interventi in flagranza di reato assicurata dalle volanti della Questura nel quadro di servizi preventivi e di controllo particolarmente penetranti e coordinati con quelli a carattere repressivo realizzati con pattuglie in abiti civili.

Il fronte delle Misure di Prevenzione Personali e patrimoniali, strumento irrinunciabile per un’efficace azione di contrasto al crimine, sia di matrice comune che associativa, non ha subito affatto flessioni nonostante la peculiarità dell’anno in esame. Meno avvisi orali e rimpatri con F.V.O. ma incremento delle Sorveglianze Speciali e degli ammonimenti, questi ultimi correlati alla maggior incidenza di situazioni critiche intra-familiari agevolate dal confinamento. Discorso a parte merita il ricorso allo strumento del cd. DACur, o Daspo urbano, di recente introduzione nel nostro ordinamento giuridico, poco utilizzato nell’anno 2020 (per ragioni in parte legate alla pandemia) ma sicuramente da rilanciare nell’anno in corso

In flessione il numero di pratiche esitate nell’ambito della Polizia Amministrativa, conseguenza della ridotta mobilità dell’utenza e della riduzione significativa della potenzialità di ricezione del pubblico allo sportello quale misura necessitata dalle esigenze di profilassi sanitaria

Il numero di cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti nella provincia di Asti è di 13.452 (in flessione rispetto ai 15.727 del 2019). Le comunità Albanese (3821) Marocchina (2589) e Macedone (2022) sono le più rappresentate. I migranti richiedenti asilo, ospitati nelle strutture di accoglienza straordinarie gestite in convenzione da diverse Associazioni nella provincia di Asti, sono al momento 484. Sul territorio opera altresì un Centro polifunzionale gestito dalla CRI, in Castello d’Annone, utilizzato a più riprese come hub per il collocamento temporaneo di migranti smistati dai centri di prima accoglienza del sud Italia. A carico di questi ultimi gruppi di migranti (spesso qualificabili come «migranti economici» e non asilanti) sono state sovente perfezionate procedure espulsive. In particolare nel mese di settembre è stato operato un accompagnamento coatto ai CPR di Torino e Gorizia, per la successiva espulsione dal territorio, di n. 38 cittadini tunisini trattenuti in quarantena per oltre 4 settimane nel citato hub.

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