Asti, sequestrata dalla DIA villa di pregio ad un astigiano condannato per diverse rapine

Nella mattinata odierna, in esecuzione di specifico provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino, la Direzione Investigativa Antimafia e la Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Asti, con il supporto di personale del locale Comando Provinciale dell’Arma, hanno proceduto al sequestro, ex
articolo 20 del Codice Antimafia, di una villa di pregio sita in Asti ed intestata ad un pregiudicato attualmente detenuto e già più volte condannato per diversi reati, tra i quali la partecipazione ad un’associazione per delinquere dedita, fino all’anno 2015, alla commissione, in diverse provincie della Lombardia e del Veneto, di numerose rapine in ville ed in abitazione perpetrate anche nei confronti di soggetti appartenenti alle cosiddette “fasce deboli”.

Tali rapine erano state commesse presentandosi attraverso l’impiego di falsi segni distintivi (tesserini, placche e lampeggianti) quali appartenenti all’Arma dei Carabinieri ingannando le
vittime che, in buona fede, concedevano così libero accesso alle loro abitazioni. In tal modo, l’associazione è riuscita ad impossessarsi, oltre che di denaro contante, di gioielli, orologi di
pregio, autovetture, armi e beni di consumo elettronici di rilevante valore.

Il provvedimento oggi eseguito scaturisce da una proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, a firma congiunta del Procuratore della Repubblica di Asti
e del Direttore della DIA, finalizzata al sequestro della villa in argomento, tra l’altro edificata negli stessi anni in cui è avvenuta la commissione dei citati delitti ed in maniera completamente abusiva.

Gli accertamenti alla base della citata proposta, eseguiti dal Centro Operativo DIA di Milano, dalla Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Asti e dal locale Gruppo della Guardia di Finanza, si sono sostanziati nella dettagliata ricostruzione della biografia criminale del soggetto e nella compiuta analisi della posizione reddituale e patrimoniale dello stesso e del suo numeroso nucleo familiare. All’esito degli stessi si appurava che tale reddito, di modestissima entità, era assolutamente incompatibile rispetto al valore di 300.000 euro stimato, quale investimento per l’edificazione ed il completamento della villa colpita dal provvedimento ablativo cautelare.