Regione Piemonte: “Carceri: utilizzare i fondi Ue per metterle a norma”

La proposta di Mellano alla presentazione del quinto Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi

“Se non ora quando? Come non pensare di utilizzare parte dei fondi Ue destinati all’Italia per far compiere un salto di qualità alla sanità e all’edilizia penitenziaria?”. Con questo doppio interrogativo il garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano ha aperto questa mattina la videoconferenza stampa di presentazione del Quinto dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi.

“La raccomandazione, raramente rispettata, di non giungere mai al 100% di posti occupati per far fronte a necessità di spostamenti o di emergenze – ha spiegato – è diventata particolarmente drammatica nel corso della pandemia. Occorre operare affinché l’affollamento, che in alcuni Istituti piemontesi raggiunge anche il 130%, non superi il 98% della disponibilità”.

Il documento, elaborato dal garante regionale in collaborazione con il Coordinamento piemontese dei garanti, verrà indirizzato al capodipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Bernardo Petralia, al provveditore dell’Amministrazione penitenziaria del Piemonte Pierpaolo D’Andria, al ministro di Giustizia Alfonso Bonafede e ai sottosegretari di Stato Vittorio Ferraresi e Andrea Giorgis.

All’evento sono intervenuti i garanti comunali di Alba Alessandro Prandi, Asti Paola Ferlauto, Biella Sonia Caronni, Cuneo Mario Tretola, Ivrea Paola Perinetto, di Torino Monica Cristina Gallo, di Verbania Silvia Magistrini, che hanno denunciato come gli istituti carcerari siano stati negli anni abbandonati a se stessi e necessitino d’interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria troppo a lungo attesi e no n più rimandabili.

“È necessario operare in fretta per adeguare gli ambienti – ha ribadito Mellano – affinché il carcere possa sempre più essere vissuto come un’occasione di recupero, di formazione, di reinserimento nella società per trasformare il tempo della detenzione in un’occasione di riscatto personale e sociale”.

Oltre alle criticità, il Coordinamento piemontese dei garanti ha annunciato una serie di iniziative per il 2021, tra cui l’impegno per la costituzione della Rete nazionale di Case famiglia protette e la realizzazione di una Casa famiglia protetta per mamme detenute con bambini, la terza in Italia.

“Il Dossier presentato e le questioni sollevate – ha concluso il portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali Stefano Anastasia – ben rappresentano la ragion d’essere di una rete di garanti attenta, propositiva e aperta al confronto. Il sovraffollamento è questione annosa. Auspichiamo che il Governo risponda ai nostri appelli perché la pandemia e il fatto che i vaccini non verranno somministrati probabilmente prima della primavera rischiano di congestionare e di portare al collasso le strutture e i loro servizi”.

ESTRATTO RELATIVO AL CARCERE DI ASTI DEL QUINTO DOSSIER DELLE CRITICITÀ STRUTTURALI E LOGISTICHE DELLE CARCERI PIEMONTESI

ASTI – Casa di Reclusione ad alta sicurezza di Quarto Inferiore

– L’annunciata realizzazione di un nuovo padiglione detentivo di tipo “modulare” per una capienza aggiuntiva di 120 nuovi posti (oltre gli attuali 214 regolamentari, presenza media di circa 300 detenuti di Alta Sicurezza) da collocare nello spazio attualmente occupato dalle aree verdi e dal campo sportivo, pone seri problemi di varia natura.

L’Amministrazione comunale della Città di Asti, che è venuta a conoscenza delle intenzioni dell’Amministrazione Penitenziaria Centrale solo attraverso il precedente “Dossier delle Criticità 2019” redatto dai Garanti, ha sollevato puntuali questioni di natura tecnica e di sicurezza strutturale, legate al contesto territoriale dell’insediamento e alla conseguente presa in carico sociale dei nuclei familiari. Come Garanti abbiamo posto e poniamo problemi relativi alla concreta esecuzione penale: non si può non considerare le conseguenze dell’eliminazione delle aree verdi e del campo sportivo, né tralasciare la compatibilità trattamentale fra una popolazione ristretta che sarebbe per tre quarti AS e un quarto di media sicurezza, né dimenticare che – a questo punto – tutti gli spazi ed i locali di socialità, di formazione, di scuola, di biblioteca, di uffici educatori, di infermeria, di aria aperta, di laboratorio, di lavorazioni delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte dovranno essere raddoppiati, per la necessaria differenziazione e incompatibilità dei circuiti detentivi, senza contare le necessità del personale aggiuntivo;

– Potenziamento delle attrezzature e delle reti informatiche e telematiche per intensificare i colloqui a distanza e garantire anche da remoto le attività scolastiche, formative e progettuali, particolarmente necessarie con una popolazione detenuta AS;
– Adeguamento, ampliamento e rifunzionalizzazione dei servizi di accoglienza dei parenti, che tenga in debito conto le “nuove” esigenze connesse al cambio di popolazione detenuta: con la trasformazione a carcere per detenuti Alta Sicurezza, si tratta ormai quasi esclusivamente di persone che provengono da molto lontano che effettuano la visita in giornata o in due giorni;
– Indipendentemente dall’eventuale nuovo padiglione, previsione e costruzione di spazi per i progetti e le attività trattamentali, formative e scolastiche in presenza.

Tabella detenuti Piemonte 28.12

allegato_morire di carcere

V dossier criticità

allegato_tabella garanti piemontesi