NURSIND: “Vaccini al personale.Siamo sicuri di essere pronti? Non è più consentito sbagliare “

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Nursind.


Se sulla carta sembra tutto organizzato, nella pratica siamo ancora ai preliminari ai fini dell’organizzazione delle vaccinazioni agli operatori sanitari e a quelli delle rsa che hanno mostrato nuovamente grande senso di responsabilità con la chiamata alle vaccinazioni.

Se, come sembra, due terzi degli interessati ha dato il proprio consenso, parliamo, contando la doppia dose a distanza di 19/23 giorni, di circa 300 mila dosi da iniettare in 50 giorni, circa 6000 dosi giornaliere se iniziamo i primi giorni di gennaio e vogliamo terminare a fine febbraio per cominciare poi con la seconda fase, nella speranza che una terza ondata non ci travolga.

La Regione indica la necessità di 160 infermieri e 143 medici ma non dice, ammesso che tali risorse siano sufficienti, se le aziende dovranno provvedere in autonomia con le risorse già a disposizione, come sembra, o potranno attingere a nuove assunzioni come a nostro avviso dovrebbe essere, utilizzando ad esempio la graduatoria del recente bando a 36 mesi, in attesa di eventuali nuove risorse del bando nazionale per le fasi successive.

E’ evidente inoltre che serva una task force autonoma e dedicata con un unica catena di comando con lo scopo di garantire le vaccinazioni ai soggetti interessati in questo primo periodo, nei tempi indicati e dare poi seguito alla vaccinazioni di massa.

“Non possiamo permetterci di perdere tempo e soprattutto non possiamo permetterci di lasciare le aziende sanitarie senza strumenti e risorse – commenta Francesco Coppolella, Segretario Regionale del NurSind, il sindacato degli infermieri – perché, come abbiamo potuto vedere in passato, non tutto funziona per il verso giusto se non esiste una regia con strumenti e risorse adeguate e dedicate in grado di controllare le operazioni. Inoltre , dobbiamo essere pronti ad una eventuale terza ondata e ad un picco influenzale che ancora deve arrivare. Strumenti e risorse per questa eventualità devono restare sul campo e non prevedere alcuna sottrazione per evitare conseguenze sui servizi e cittadini. Per la campagna vaccinale, chi, come, dove e quando devono essere chiaramente indicati, abbiamo imparato che non bastano le disposizioni calate dall’alto. D’altro canto non è più accettabile che chi riceve tali disposizioni, non essendo in grado di soddisfarle per insufficienti risorse, piuttosto che rivendicarle stia in silenzio, andando incontro ad inevitabili criticità. Ora, non è possibile sbagliare”.

LA SITUAZIONE A LIVELLO LOCALE
“Ringraziamo e condividiamo – afferma Gabriele Montana di NurSind Asti – le parole del Commissario dell’Asl Giovanni Messori Ioli, che in questi giorni ha invitato tutti i colleghi ed il personale sanitario a vaccinarsi. La nostra speranza, però, è quella che la dose destinata al Commissario venga gentilmente donata a chi ne ha maggiormente bisogno in questo momento, ovvero al personale che fin dall’inizio (ed ancora ora) combatte e lotta in prima linea contro il coronavirus. Questo è il nostro invito. Sarebbe un gesto di vicinanza e di ringraziamento verso tutti gli operatori sanitari, compresi quelli che in questi mesi si sono ammalati e continuano ad ammalarsi di covid-19”.