Decreto etichettatura: tutelare il Moscato ed il Dolcetto Made in Piemonte

E’ quanto chiede Coldiretti Piemonte rispetto alla discussione, in atto in questi giorni, della bozza del Decreto Etichettatura.

Tutelare Moscato d’Asti e Dolcetto, al pari della maggior parte delle varietà nazionali. E’ quanto chiede Coldiretti Piemonte rispetto alla discussione, in atto in questi giorni, della bozza del Decreto Etichettatura.

“E’ un’occasione che non possiamo perdere quella di porre rimedio alle storture rispetto all’etichettatura – spiega Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti con delega regionale al settore vitivinicolo – per cui è necessario prevedere regole più restrittive che tutelino i nostri vitigni storici ed evitino concorrenza alla DOCG Asti e alla DOC Piemonte”.

Il Moscato in Piemonte è coltivato su una superficie di quasi 10 mila ettari per una produzione di oltre 80 milioni di bottiglie che hanno un valore di almeno 400 milioni di euro. Glie ettari coltivati a Dolcetto in Piemonte sono oltre 3.800 e le diverse “declinazioni” si caratterizzano per il vitigno storico e l’area di produzione che si estende tra le Langhe, il Monferrato e il Torinese: dalle terre collinari delle produzioni piemontesi nelle aree vocate del Cuneese e Astigiano, ai vitigni tra Ovada e Acqui Terme, fino al Pinerolese, in provincia di Torino, passando da vitigni convenzionali collinari a quelli definiti “eroici”, con le coltivazioni a terrazzamenti in aree più impervie.

“Si tratta di una battaglia per valorizzare le nostre produzioni e fare chiarezza per i consumatori che scelgono di acquistare questi vini – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale –. Non possiamo permettere che varietà, addirittura inferiori, al Moscato ed al Dolcetto abbiano la stessa protezione e, di conseguenza, lo stesso peso sul mercato”.