Asti, sottoposti ai domiciliari dopo l’arresto in flagranza riprendono a spacciare: arrestati dalla Polizia e condotti in carcere

A conclusione di un’articolata attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile di Asti, finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, nella giornata di venerdì 11 dicembre è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla D.ssa Francesca DI NARO, G.I.P. del Tribunale di Asti, su richiesta del P.M. Dr. Gabriele FIZ, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Asti, nei confronti del cittadino albense D.F. di anni 48 e del cittadino italiano T.G. di anni 49, entrambi dimoranti in Asti.

Nel 2019 gli investigatori della Squadra Mobile conducevano l’operazione antidroga denominata “Fiore dell’Est”, coordinata dal Dr. Gabriele FIZ, che vedeva coinvolti 35 indagati e portava all’emissione di 24 misure cautelari personali per reati in materia di stupefacenti, a firma della D.ssa Francesca DI NARO, eseguite il 12 giugno scorso.

Nel corso di quell’indagine il cittadino albanese D.F. veniva arrestato in flagranza del reato di spaccio di cocaina e successivamente veniva eseguita a suo carico l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Dall’attività investigativa emergeva che lo spacciatore, unitamente al figlio di anni 26 e al cognato di anni 45, aveva realizzato una proficua e intensa attività illecita che gli permetteva di guadagnare giornalmente cifre elevate, anche fino a 1.500 euro, riuscendo a realizzare un profitto stimato superiore agli 80.000 euro, con cessioni che avvenivano ad ogni ora del giorno e della notte, soprattutto nel fine settimana per “servire” i frequentatori della movida.

Gli scambi avvenivano in svariati luoghi del centro cittadino, nella sua abitazione ed anche presso il chiosco gestito dal cognato, la cui licenza veniva sospesa per 30 giorni il 20 giugno scorso, con un provvedimento del Questore di Asti adottato ai sensi dell’art. 100 T.U.L.P.S.; contestualmente venivano anche sottoposte a sequestro preventivo due autovetture ed un appartamento, riconducibili all’attività illecita minuziosamente analizzata dagli investigatori e contestata dal P.M..

All’arrestato veniva contestata anche l’aggravante per aver ceduto lo stupefacente all’interno dell’ospedale e nei pressi della caserma della Polizia Locale di Asti, nonché il reato di estorsione per avere minacciato e in alcuni casi pestato i “clienti” debitori.

L’odierna operazione antidroga “Bad Boys 2020” nasce nel mese di marzo 2020, quando gli investigatori venivano nuovamente a conoscenza che il cittadino albanese, uscito dal carcere perché sottoposto al regime degli arresti domiciliari, aveva immediatamente ripreso lo spaccio di cocaina nell’astigiano.

L’immediata attività info-investigativa permetteva di raccogliere consistenti elementi utili a carico dei suddetti nonché di corroborare quanto ipotizzato dagli investigatori, e di confermare che il cittadino albanese aveva ripreso l’attività illecita, nell’occasione emergeva che lo stesso riforniva lo spacciatore italiano T.G., il quale a sua volta rivendeva la cocaina ai propri “clienti”.

Fin da subito emergeva che D.F. aveva ripreso le abitudini illecite, “servendo” ad ogni ora del giorno i numerosi “clienti” astigiani ricevuti presso la sua abitazione, dove era sottoposto agli arresti domiciliari, e recapitando anche la sostanza presso le dimore dei consumatori, noncurante delle prescrizioni imposte dal regime degli arresti domiciliari e dei DPCM emanati per prevenire i contagi da Covid-19.

I numerosi servizi di osservazione discreti e le immagini registrate dalle telecamere permettevano di evidenziare che D.F. si recava una ventina di volte presso l’abitazione di un consumatore italiano, anch’esso sottoposto al regime degli arresti domiciliari, per recapitargli la consueta dose di cocaina, e in una di queste occasioni i due venivano controllati dagli investigatori e tratti in arresto per il reato di evasione, quindi riassociati presso le loro dimore sempre in regime degli arresti domiciliari.

L’albanese non interrompeva lo spaccio di cocaina e già dal giorno successivo al suo arresto riforniva nuovamente T.G., il quale, a sua volta, poteva continuare l’attività illecita posta in essere ad ogni ora del giorno e della notte a favore di consumatori astigiani, da lui conosciuti anche da diversi anni, anch’esso in violazione delle prescrizioni imposte dai DPCM.
In particolare, l’italiano era solito incontrare i propri “clienti” per il ritiro del denaro, quindi si recava presso l’abitazione dell’albanese per il rifornimento di cocaina e successivamente recapitava la sostanza al consumatore.

L’11 giugno scorso, a seguito della segnalazione inoltrata, D.F. veniva arrestato per la sospensione cautelativa della misura alternativa degli arresti domiciliari, non prima però di aver rifornito ancora una volta T.G. con la cocaina che quest’ultimo cedeva successivamente ad uno dei propri “clienti”.

L’italiano T.G., pur consapevole che le indagini condotte dalla Polizia avevano portato all’arresto di D.F. e che le risultanze avrebbero fatto emergere le sue responsabilità, non interrompeva l’attività illecita effettuando altre cessioni di cocaina.

I NUMERI DELL’INDAGINE
PERSONE INDAGATE nr. 4
PERSONE ARRESTATE IN FLAGRANZA nr. 2
PERSONE COLPITE DA MISURA CAUTELARE CARCERE nr. 2
GIORNI INTERCETTAZIONI nr. 60
CESSIONE DI DROGA MONITORATA circa 253 dosi
SOSTANZA STUPEFACENTE MONITORATA circa gr. 126,50
VALORE STUPEFACENTE TRAFFICATO circa euro 12.650