Asti, la Casa di Riposo Maina avrà la sua “stanza degli abbracci” grazie all’associazione Con Te

Solo alcuni giorni fa la Casa di Riposo Città di Asti aveva lanciato una colletta per raccogliere fondi per realizzare una stanza degli abbracci.

Quella che poteva sembrava una realizzazione remota nell’attesa delle offerte di tanti piccoli donatori, è diventata una possibilità concreta grazie all’associazione di volontariato Con Te. “Nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza della proposta del Maina – spiega il vicepresidente del sodalizio Luigi Fassi – Ne abbiamo parlato e come Consiglio direttivo abbiamo pensato di finanziare l’installazione di questa struttura”.

Il commissario Giuseppe Camisola ha immediatamente accolto la generosa offerta e domani, mercoledì 30 dicembre, ci sarà un sopralluogo con l’azienda che andrà a costruire questa speciale stanza: una struttura gonfiabile trasparente, elastica e sottile ma robusta, con annesse “maniche” da indossare per abbracciare, accarezzare o stringere le mani degli anziani ospiti della struttura. Da quasi 10 mesi gli ospiti e i loro familiari non hanno potuto  avere nessun contatto stretto: questa stanza può essere un modo per alleviare il senso di solitudine. Abbracci e carezze possono infatti curare più delle medicine e la loro mancanza in questi mesi ha avuto effetti negativi sull’equilibrio di salute generale degli ospiti.

“Andremo anche noi domani al sopralluogo. Penso che il Maina avrà a breve questo spazio. Siamo molto contenti di poter donare questa speciale stanza, un’iniziativa che rientra in quella che è la nostra stessa mission”.

La Con Te Odv, infatti, nata con l’obiettivo di alleviare le sofferenze dei malati terminali soprattutto oncologici, dallo scorso anno ha modificato il proprio Statuto ampliando il concetto di cura a tutte le forme di malattia gravi. L’associazione condivide l’ideale di “prendersi cura di chi non può guarire” e ha come obiettivi quelli di divulgare la cultura delle cure palliative e di offrire sostegno materiale e psicologico al malato in gravi condizioni di salute e in fase di fine vita e alla sua famiglia.

“Purtroppo il Covid19 ha rallentanto o bloccato molte delle nostre attività – evidenzia Fassi – Non siamo riusciti ad esempio ad organizzare il corso per formare volontari, ma non ci siamo mai fermati del tutto. Abbiamo avuto modo di consegnare a domicilio farmaci, di proseguire con la raccolta tappi, di continuare il lavoro di divulgazione sulle cure palliative. Addirittura siamo riusciti a raggruppare circa 50 sarte amatoriali per realizzare mascherine all’inizio dell’emergenza sanitaria”.

L’associazione aspetta ora “una tregua” da parte del virus in modo da poter ricominciare le proprie attività, partendo proprio dall’organizzazione di un corso per volontari in cure palliative. Intanto la stanza degli abbracci vuole essere un modo per concludere il 2020 con un segno di speranza per il nuovo anno.