Associazione dei Sindaci del Moscato, discussione sulla deroga ai cannoni irroratori

Nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo della Associazione Comuni del Moscato, tra gli argomenti all’ordine del giorno la discussione sul nuovo P.A.N. (Piano d’Azione Nazionale) che prevede la deroga ai trattamenti con i cannoni irroratori.

Esiste infatti in questo piano la volontà di mettere al bando i cannoni irroratori utilizzati anche nei nostri vigneti; il problema della deriva, cioè l’estensione del prodotto nel momento del trattamento, ha forse senso se rivolto alle persone o alle abitazioni ma certo non per i coltivi. Tali strumenti di lavoro devono infatti poter essere utilizzati per l’impossibilità del ricorso a tecniche alternative, soprattutto nei luoghi dove le marginalità sono ridotte (come i versanti con oltre il 30% di pendenza).

Il mancato utilizzo potrebbe portare addirittura all’abbandono delle colture, causando instabilità idrogeologica di interi versanti, senza contare il rischio della proliferazione di malattie come la Flavescenza Dorata sui terreni incolti.

Ancor peggio, si possono immaginare le conseguenze dal punto di vista economico per le aziende, oltre alla bellezza dell’integrità territoriale che verrebbe a mancare nei territori anche vocati al turismo e certificati Unesco. Sono questi gli argomenti, oltre a quelli riguardanti la salute degli operatori, che costituiscono il documento presentato dall’Associazione che riunisce tutti i Comuni del Moscato ai rappresentanti politici di ogni livello, per chiedere di rivedere il provvedimento.

Si tratta di argomento molto importante, che coinvolge migliaia di operatori che lavorano nei nostri vigneti. Nell’occasione dell’incontro, in collegamento con il direttore Giacomo Pondini e il vicepresidente Stefano Ricagno del Consorzio di Tutela, si sono avuti i dati di mercato relativi agli ultimi dieci mesi di quest’anno: +14% per il Moscato d’Asti (+ 5 milioni di bottiglie) e +3% per l’Asti (+1,5 milioni di bottiglie), con una previsione di chiudere l’anno con 85-90 milioni di bottiglie tra Asti e Moscato d’Asti. Il mercato italiano è in sofferenza ma è cresciuto il mercato estero, con buoni risultati negli Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna e Germania. Nonostante tutto.