Ordine dei Medici: l’attività ambulatoriale non deve essere sospesa

Rischio abbandono dei pazienti cronici

L’attività specialistica ambulatoriale non deve essere sospesa neanche in questa fase di emergenza Covid, almeno nelle strutture territoriali in cui è possibile garantire le cure in piena sicurezza per pazienti e operatori sanitari.

Lo chiede l’Ordine dei Medici di Torino, raccogliendo l’allarme lanciato negli ultimi giorni dagli specialisti ambulatoriali che guardano con grande preoccupazione al nuovo stop deciso per le prestazioni differibili e programmate.

“L’allarme degli specialisti ambulatoriali è assolutamente giustificato – spiega il presidente dell’Ordine Guido Giustetto –. Il rischio che si corre, come è avvenuto durante il primo lockdown, è quello di abbandonare i tanti pazienti non gravi ma affetti da patologie croniche, che possono acutizzarsi senza un’adeguata attività di controllo e di prevenzione. Quantomeno negli ambulatori territoriali dove non ci sono pazienti Covid ricoverati, è possibile proseguire visite ed esami, adottando tutte le misure di sicurezza necessarie, come il distanziamento, la disinfezione dei locali e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione”.

“Inoltre – aggiunge il presidente Giustetto –, gli specialisti ambulatoriali possono essere estremamente utili nell’appoggiare i medici di medicina generale per la gestione dei pazienti Covid dopo la dimissione oppure per favorire le dimissioni precoci”.

L’esperienza del precedente lockdown e la limitazione delle prestazioni sanitarie a quelle urgenti e brevi ha provocato gravi conseguenze per i pazienti cronici e pluripatologici che hanno perso di fatto i punti di riferimento del loro percorso di cura per la maggior parte delle discipline specialistiche.

Il risultato è stato l’aggravamento delle condizioni di salute di queste persone e al contempo l’accumularsi di migliaia di visite specialistiche ed esami diagnostici, il cui recupero non è stato possibile completare, con conseguente ulteriore allungamento delle liste d’attesa. Occorre dunque evitare il ripetersi di questa situazione, mantenendo l’attività specialistica ambulatoriale pubblica in ogni sede in cui sia possibile effettuarla in sicurezza, in analogia con quanto previsto per gli ambulatori privati convenzionati.