Covid-19: RSA del Piemonte, le misure per contrastare la seconda ondata

Partiti i tamponi rapidi, ripetuti ogni quindici giorni su ospiti e personale. Stessa priorità va data alla formazione di infermieri e OSS

L’arrivo della seconda ondata non trova impreparate le RSA del Piemonte. A dichiararlo è Paolo Spolaore, Vicepresidente della Commissione Sanità di Confindustria Piemonte: «Rispetto all’emergenza e alle criticità dei mesi di marzo e aprile, assistiamo a una vera e propria inversione di tendenza. Ora, grazie alla disponibilità dei tamponi rapidi siamo in grado di fronteggiare con maggiori strumenti il riacutizzarsi della situazione. Nelle strutture sono partite infatti le verifiche cui ogni 15 giorni vengono sottoposti ospiti e personale e oggi, grazie a questo nuovo supporto, le RSA sono il luogo più sicuro per la difesa degli anziani, il posto più controllato. Tra la parte garantita dall’Asl e quanto è stato acquistato privatamente, possiamo monitorare la diffusione del contagio e garantire la massima condizione di sicurezza per gli assistiti e gli operatori».

«Adesso dobbiamo dedicarci a un altro aspetto sensibile – continua Spolaore – la formazione degli infermieri e degli operatori socio-sanitari. Una carenza che è venuta prepotentemente a galla durante la prima fase della pandemia. Da anni chiediamo alla Regione di attivare nuovi corsi di formazione che in questa fase sono indispensabili. Questo può davvero diventare il tallone d’Achille per tutto il sistema territoriale. Se oggi – come credo sia palese – siamo convinti che il mondo da difendere sia quello delle RSA, sollecitiamo da parte della Regione la stessa attenzione e lungimiranza sul tema del personale. Auspichiamo quindi che i bandi pubblici in corso non indeboliscano troppo gli organici delle strutture private, con il rischio poi, nell’eventualità di emergenze, di sovraccaricare gli ospedali anche per i casi più banali. Come imprenditori siamo ovviamente disponibili ad affiancare l’amministrazione nelle fasi di avvio di nuovi corsi».