Confartigianato Imprese Piemonte: “Chiediamo alle Istituzioni di non compromettere il fatturato delle festività natalizie

In Piemonte sono 14.271 le micro, piccole e medie imprese artigiane che si occupano di attività legate al turismo, quindi alle vacanze e allo svago, (trasporti, ristorazione, ricettività, benessere, abbigliamento, artigianato artistico, ecc.): gli effetti economici legati all’emergenza sanitaria comporterà una riduzione del giro d’affari fino all’80%, se non una chiusura della stessa attività.

A livello provinciale le imprese artigiane che svolgono attività legate al turismo sono così suddivise: Torino 7.402; Cuneo 1.913; Alessandria 1.775; Novara 1.044; Asti 670; Verbano 493; Vercelli 487 e Biella 487.

Trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche artigianato artistico, abbigliamento e calzature; circa il 12% delle circa 117mila realtà artigiane del Piemonte, è coinvolta, direttamente o attraverso l’indotto, nel mercato turistico regionale, e soddisfa le richieste di 15 milioni di presenze.

Sono questi i numeri chiave del dossier “Imprese e valore artigiano in Piemonte”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato i comparti piemontesi del turismo e dell’artigianato, attraverso i dati Istat e Unioncamere del 2019.

“Le imprese artigiane e le micro e piccole realtà legate direttamente o indirettamente al turismo sono molto preoccupate per l’incertezza del Governo rispetto alle possibili aperture in vista delle festività natalizie-commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte-Anzi, per dirla tutta, ci pare che la politica pensi più a chiudere che a riaprire. Le nostre imprese, già pesantemente penalizzate dallo scorso lockdown, dall’assenza di turismo, dalla cancellazione di tutti gli eventi, e ora dalle restrizioni della zona rossa, esprimono forte preoccupazione per la situazione in atto e per l’incertezza riservata ai prossimi giorni. Con il turismo fermo ai blocchi di partenza e con l’incognita dell’apertura degli impianti sciistici, le imprese vedono calare giorno dopo giorno il proprio fatturato proprio nella fase che normalmente dovrebbe essere di alta stagione. Parliamo dei trasporti, con bus e taxi, del benessere, con acconciatori ed estetiste, e ovviamente della ristorazione, degli eventi e della ricettività”.

“Chiediamo alle istituzioni -conclude Felici- di non compromettere il fatturato legato alle festività natalizie. Per l’artigianato legato alla domanda turistica è anche importante riaprire gli impianti da sci del Piemonte, per permettere una boccata di ossigeno alle tante imprese artigiane che si occupano di attività legate al turismo della neve. Inoltre, chiediamo maggiore rapidità decisionale rispetto alle prossime aperture, per permettere alle nostre imprese di riorganizzarsi in sicurezza e di poter gestire le attività stagionali. Chiediamo alla politica un impegno straordinario e una visione che tenga conto della sofferenza delle micro e piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che vogliono solo riprendere a lavorare in sicurezza. I ristori sono solo un palliativo ma non rappresentano la cura per mantenere in vita le nostre imprese”.