Confagricoltura Piemonte: mercato del vino, bisogna intervenire prima che sia emergenza

Le chiusure del mercato tedesco preoccupano i viticoltori: la Germania è uno dei più importanti mercati di esportazione, soprattutto per l’Asti spumante e il Moscato d’Asti

Il mercato vitivinicolo, già duramente danneggiato dal lockdown primaverile, è nuovamente messo a dura prova.

Lo evidenzia Confagricoltura Piemonte.

“Qualora si dovesse arrivare a nuove chiusure, ma anche solo col mantenimento dell’attuale blocco della ristorazione nelle ore serali e con i contingenti già in atto, si andrà inevitabilmente incontro a un drastico calo della domanda da parte di tutto il canale Horeca, con danni pesantissimi – esprime preoccupazione Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – Le feste natalizie e di fine anno rappresentano tradizionalmente un’occasione di significativo consumo dei vini di qualità: pranzi e cene in compagnia sono l’occasione per bere, con moderazione, vini importanti che non si consumano tutti i giorni”.

Le chiusure del mercato tedesco preoccupano fortemente i viticoltori, in quanto la Germania è uno dei più importanti mercati di esportazione, soprattutto per l’Asti spumante e il Moscato d’Asti.

L’aiuto che dovrebbe arrivare dal Governo con le misure di attuazione del Decreto Rilancio, rappresentano “una goccia nel mare” per Confagricoltura per cui il decreto sullo stoccaggio privato dei vini di qualità, così come prospettato dal Ministero delle Politiche agricole, che andrà all’esame della Conferenza Stato Regioni giovedì 5 novembre, non contribuirà a risolvere il problema.

“La dotazione finanziaria del provvedimento, seppur significativa, è totalmente insufficiente per il raggiungimento dello scopo – secondo quanto riferisce il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro  – Il quantitativo di vino che potrà essere oggetto di uno stoccaggio privato a sei mesi non raggiungerà i 900.000 ettolitri, a fronte di una produzione nazionale che supera i 46 milioni di ettolitri”.

In questo modo si potrà togliere temporaneamente dal mercato meno del 2% della produzione nazionale: per il Piemonte vorrebbe dire poter stoccare a sei mesi meno di 50.000 ettolitri di vino su una produzione totale di oltre 2,6 milioni di ettolitri.

“Per attuare un intervento che abbia un impatto positivo occorrerebbero almeno 100 milioni di euro – dichiara Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricoltura – altrimenti si rischia di impegnare risorse comunque importanti senza ottenere nessun risultato tangibile. Ci auguriamo che il governo comprenda la situazione e trovi le risorse aggiuntive per dare significato alla misura”.

Confagricoltura Piemonte, che ha illustrato la propria posizione all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa in vista della Conferenza Stato Regioni di giovedì prossimo, chiede inoltre che si apra un confronto tra la filiera e le istituzioni per programmare, già all’inizio del prossimo anno, una politica di contenimento dell’offerta, se necessario anche attivando una nuova distillazione delle produzioni, per consentire di gestire in modo adeguato un equilibrio commerciale molto precario.