“Cemento e allodole”, lettera aperta di Flavio Artico sul progetto del polo logistico a San Paolo Solbrito

Riceviamo e pubblichiamo.


“Il consumo di suolo fertile è uno dei problemi che hanno devastato intere regioni d’Italia, pensate a certe aree delle nostre campagne piemontesi dove tra gli anni ’70 e ’90 crescono come funghi capannoni di cemento oggi vuoti o sottoutilizzati. Oppure pensate alla Liguria dove la cementizzazione degli anni ’60 ha rovinato una delle regioni più belle d’Italia.

In questi giorni si discute la trasformazione di 130000 mq da agricoli a industriali nel comune di San Paolo Solbrito, un piccolo e grazioso borgo agricolo ai bordi del Monferrato.

Secondo alcune fonti una multinazionale non identificata necessità di creare un polo logistico che darebbe lavoro a circa 200 forse 250 persone.

La creazione di posti di lavoro potrebbe essere uno specchietto per allodole, che in tempi di enorme difficoltà economica spinge molti ad approvare la proposta senza condizioni con la speranza di trovare lavoro.

La nostra obiezione sicuramente non è contro la creazione di posti di lavoro, per carità siamo gente di industria e la nostra ambizione è crearne tanti e in Italia: ma su considerazioni di carattere ambientale, logistico e di opportunità economica e politica.

Ambientale: spariscono 16 campi da calcio di seminativo e di verde in un mondo sempre più affamato dove le risorse agricole scarseggiano sempre di più.

Logistico, occorre pensare all’impatto ambientale e del traffico che creano sul comune di Dusino e limitrofi decine e decine di camion o furgoni ogni giorno. Quando nelle zone adiacenti all’autostrada esistono aree già definite alla bisogna.

Opportunità 1: comprare terreno agricolo a 5/6 euro ma per poi rivenderlo oppure affittarlo a 50/100 mq è una speculazione sulle spalle dei contadini che dopo aver venduto avranno 4 soldi che finiranno presto

Si cita una presunta Multinazionale senza farne il nome, perché? Quale è il piano industriale?

Opportunità 2: in un post su FB un amministratore di Villanova annunciava tempo fa un ridimensionamento delle aree adibite ad industriali per permettere ad alcuni proprietari dei terreni di poterli adibire di nuovo all’agricoltura. A parte che aree adibite su carta ad utilizzo industriale si possono benissimo coltivare, ma non è che si scarica su San Paolo Solbrito, un borgo molto bello immerso nel verde e che doveva rimanere nei programmi della attuale amministrazione a vocazione “Agricolo Turistica”, una marchetta elettorale della amministrazione di Villanova?

Villanova ha decine di migliaia di mq di capannoni e terreni industriali e commerciali inutilizzati. Così Villafranca, Riva di Chieri e altri comuni della zona.

Qualora la provincia o la regione dessero luogo ad uno studio adeguato si potranno identificate valide alternative nel raggio di 20/25 km da San Paolo Solbrito che dovrebbe restare un borgo dove venire a vivere immersi nel verde e valorizzare le enormi potenzialità turisti o ricettive e le ottime risorse agricole. Tutto questo senza perdere, ad oggi presunti, 250 posti di lavoro.

Aspettiamo comunque di vedere maggiori dettagli e le opinioni di regione e provincia per poi, come correttamente auspicato dal Sindaco di San Paolo, sentire tutti i cittadini di San Paolo tramite referendum.”

Flavio Artico