Teatri, ristoranti, piscine e palestre: “Noi usati come capro espiatorio da parte del Governo”

Anche ad Asti monta la protesta contro il DPCM di domenica, che ha imposto chiusure a teatri, cinema, impianti sportivi oltre che costringere alla serranda anticipata i ristoratori alle 18.

Un caso particolare è quello della piscina di Asti, che doveva aprire l’impianto coperto lunedì, ma è stata anticipata dal Decreto di conte il giorno precedente.
“L’amarezza per questa decisione è tanta – commenta Maurizio Pautassi, presidente del Csr che ha in carico la piscina – soprattutto alla luce di quanto detto dal premier la scorsa settimana: le palestre e le piscine avevano una settimana per mettersi in regola altrimenti avrebbero chiuso. Ci è sembrata una frase paternalistica e oltremodo punitiva per quanto riguarda il nostro settore, quasi come se la colpa dei contagi fosse di chi pratica sport. Noi abbiamo sempre rispettato tutte le regole, l’impianto estivo non ha mai riscontrato neanche un contagio e noi abbiamo lavorato intensamente per mettere in sicurezza la struttura . Per noi è un danno notevole: la piscina ha costi di gestione che non sono ammortizzabili e soprattutto abbiamo un bacino di persone che collabora con noi che sfiora le cento persone”.

Sotto il versante ristoratori, invece, è più duro Fabio Fassio, gestore di importanti locali come la Signora in Rosso di Nizza o l’Osteria dei Meravigliati di Canelli. “Da lunedì abbiamo iniziato una campagna social: scriveremo “vaffanculo” in tutte le lingue del mondo. I nostri “vaffanculo” sono tre: a chi ci ha fatto ritrovare in questa situazione sbattendosene delle regole; a chi, come la minoranza o certi virologi, hanno minimizzato nei mesi estivi permettendo di abbassare la guardia sul virus; a chi ci usa come strumento di propaganda politica sacrificandoci come capro espiatorio di una situazione sfuggita di mano”.
“Il messaggio che esce da questi provvedimenti è devastante: se lo Stato chiude anche i posti più sicuri come i ristoranti, implicitamente ammette che non è in grado di far rispettare le regole, punendo tutta la categoria perché incapace di evitare assembramenti”.

Per Mario Nosengo, invece, organizzatore delle stagioni teatrali di Moncalvo e Nizza, oltre che direttore artistico della stagione del Teatro Alfieri di Asti, la mossa del Governo, pur giusta nelle finalità è da rivedere nel metodo: “Io penso che una strategia francese, come il coprifuoco notturno, sarebbe stata più appropriata rispetto a quella messa in atto dal DPCM. In questo modo avremmo avuto la possibilità di lavorare in orario pomeridiano permettendo poi alla gente di tornare a casa la sera. Così scontiamo una grave incertezza per tutto il comparto dello spettacolo, perché non abbiamo una data certa di ripartenza dei teatri e degli altri luoghi della cultura e non possiamo neanche programmare, visto che le stagioni e gli spettacoli vanno preparati in anticipo”.