Rete Asti Cambia interviene sulla questione ferrovie sospese e piste ciclabili

Riceviamo e pubblichiamo.


Anche la Rete Asti Cambia intende esprimere il proprio sostegno alle reazioni che cittadini, pendolari e associazioni hanno mostrato in risposta al progetto della Regione Piemonte di sostituire la tratta ferroviaria sospesa Alba-Nizza Monferrato con una pista ciclabile da insediare sopra i binari esistenti.

La nostra Rete propone da tempo una piena revisione della pianificazione legata alla mobilità sostenibile, suggerendo per la città e la provincia di Asti l’attenta progettazione di percorsi basati su trasferimenti – facilmente realizzabili – «dolci», in grado cioè di integrare e rendere appetibile l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata. Siamo, dunque, estremamente favorevoli all’implementazione di ciclovie come di piste e corsie ciclabili urbane, ma altrettanto convinti che esse debbano essere complementari e integrate al mezzo ferroviario, per accompagnare in maniera ottimale la mobilità sia locale e sia turistica.

Quindi non si tratta di scegliere tra bicicletta o treno bensì di incentivare entrambi, agevolando l’interscambio tra i due sistemi di trasporto con l’opzione di caricare la bicicletta sul treno, nonché di utilizzare parcheggi protetti per le biciclette, punti di bike-sharing e/o noleggio presso le stazioni ferroviarie.

Chiediamo pertanto la necessaria riattivazione della linea ferroviaria Alba-Nizza Monferrato – Alessandria, così come la Alba-Asti, che potrebbe perfettamente essere utilizzata come «metropolitana leggera», attuando progetti del Comune di Asti già esistenti da più di un decennio ma mai seriamente presi in considerazione. Tale opportunità consentirebbe di offrire ai lavoratori pendolari che quotidianamente raggiungono il capoluogo dal sud della provincia (e, analogamente, anche dalle direttrici di Chivasso e Casale Monferrato) un’alternativa concreta e vantaggiosa per evitare l’utilizzo del veicolo privato. Con risultati significativi per il contrasto all’inquinamento urbano che, come ben sappiamo, rappresenta un’emergenza e un rischio grave per la salute delle persone.

La mobilità sostenibile ha bisogno di una strategia integrata del trasporto pubblico locale e di incentivi al suo utilizzo pieno e non certamente di dismissioni e progetti orientati ad attrarre un turismo che, ben diversamente, potrebbe essere avvicinato attraverso l’offerta integrata di ferrovie e di reti ciclabili su sedimi ordinari, strade bianche e strade a basso traffico, come ampiamente identificate e documentate con itinerari e dettagli tecnici dallo studio di fattibilità “Percorsi ciclabili nei territori Patrimonio dell’Umanità “ realizzato dalla Provincia di Asti nel 2018.

Infine, riteniamo che prima di affermare che il ripristino delle linee ferroviarie sospese non sia possibile in quanto «mancano i fondi», sarebbe opportuno verificare se l’assessorato regionale abbia provveduto (nella passata legislatura) a farne richiesta di finanziamento al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, come l’allora assessore annunciò a cittadini e sindaci del territorio. Riteniamo che tale essenziale atto non sia mai stato compiuto e invitiamo l’attuale maggioranza in Regione a muovere questo primo passo e verificare l’attenzione dello Stato centrale su un progetto che si inserirebbe perfettamente in quel «New Green Deal» auspicato dall’Unione Europea.

Rete Asti Cambia