Nursind Piemonte: “Emergenza Covid 19, la situazione in Piemonte: ciò che andava fatto e non è stato fatto”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Nursind Piemonte


La domanda sorge spontanea. Se abbiamo assunto 2.500 operatori sanitari tra medici, infermieri e oss, come dichiarato più volte nei giorni scorsi dal partito dell’assessore regionale alla sanità del Piemonte Icardi, come mai oggi ci troviamo a chiudere le attività ordinarie della sanità regionale per recuperare personale da destinare ai reparti covid? Come mai non abbiamo abbastanza infermieri per l’esecuzione dei tamponi e siamo costretti a prendere quelli del territorio e dell’assistenza domiciliare, domiciliarità che tra l’altro doveva essere potenziata?

Se abbiamo triplicato i posti letto, come mai solo una settimana fa la regione ha disposto a tutte le asl di ricavare in fretta e furia almeno venti posti letto covid in tutti i presidi ospedalieri della regione e solo due giorni fa di riconvertire reparti e sale operatorie?
Se abbiamo aperto oltre venti laboratori, come mai abbiamo ancora difficoltà a processarli? Tutto ciò senza per altro aver raggiunto il picco di ricoveri del mese marzo.

Qualcosa non torna nei numeri e nei fatti, nonostante si riesca ancora (forse per poco) a non lasciare la gente malata a casa, dove non troverebbe certo quel potenziamento di personale che si sventolava mesi fa. A proposito che fine hanno fatto le commissioni istituite per riorganizzare la rete a domicilio? E l’organizzazione degli spazi per differenziare i percorsi, più volte richieste?

Siamo pronti si diceva a giugno, i fatti però dicono altro. Forse l’unica cosa che possiamo dire essere stata fatta al momento e l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, ma nonostante ciò sono già molte decine gli operatori che sono risultati positivi e che andranno posti in isolamento proprio in virtù di una palese disorganizzazione, andando a incidere sulla già critica situazione di personale, oltre a mettere nuovamente a repentaglio la propria salute e quella degli altri.

Indire bandi a tempo determinato adesso, poco appetibili, quando tutte le aziende di Italia cercano infermieri, dimostra la poca lungimiranza e l’inadeguatezza dei numeri, come anche attivare prestazioni aggiuntive retribuite per chi è già sovraccaricato.
Non aver elaborato spazi e percorsi in maniera preventiva inoltre determina senza dubbio la diffusione del contagio, e questo forse poteva essere perdonato a marzo.
Assistiamo oggi nuovamente a nomine di autorevoli manager per gestire la nuova ondata con un assessore messo in un angolo e un Presidente della Giunta molto attivo, ma che forse avrebbe dovuto controllare e attivarsi già nei mesi scorsi per controllare se il necessario lavoro di prevenzione fosse stato svolto adeguatamente.

E’ sicuramente da sottolineare come ogni azienda sanitaria abbia viaggiato su un proprio binario. Il personale ancora una volta non si tirerà indietro nonostante tutto, ma qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di non aver fatto abbastanza. A proposito, apprendiamo da alcuni organi di stampa che da lunedì saranno sospesi i tamponi e quindi la sorveglianza sanitaria al personale, ci auspichiamo non sia vero…

Francesco Coppolella
Segreteria Regionale NurSind Piemont