Nuovo DPCM, Coldiretti Piemonte: “La chiusura serale pesa sugli agriturismi”

La chiusura anticipata alle 18 penalizza le strutture agrituristiche piemontesi, spesso situate in zone isolate con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. Luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche ed alleggerire gli assembramenti nelle città.

E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte nel commentare i nuovi limiti di orario nella ristorazione con cui, a livello nazionale, si perdono 6 italiani su 10 (63%) che almeno una volta al mese mangiano la sera fuori casa, con un drammatico impatto sull’intera filiera agroalimentare dai campi alle tavole.

Per molte strutture la pausa pranzo non è sufficiente per garantire la copertura dei costi tenuto conto anche della mancanza di turisti e della diffusione dello smart working che ha drammaticamente tagliato il numero di clienti.
“Dopo il lockdown, le nostre strutture si sono ulteriormente attrezzate per riaprire in totale sicurezza, grazie anche agli ampi spazi di cui in campagna possiamo godere – spiega Stefania Grandinetti presidente degli Agriturismi di Campagna Amica del Piemonte -. Le cene sono una voce rilevante per il bilancio delle nostre aziende per cui l’asporto e le consegne a domicilio, seppur importanti, non sono sufficienti a coprire le perdite provocate dai nuovi divieti”.

“Le limitazioni alle attività di impresa devono, dunque, prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze, superando il limite degli aiuti di Stato – affermano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale nel sottolineare la necessità di “interventi rapidi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Piemonte”.