Coldiretti, maltempo: oltre 300 milioni di danni tra agricoltura, allevamento e infrastrutture

Continuano i disagi in Piemonte causati dalla forte ondata di maltempo. Centinaia di pecore e capre travolte dalla furia delle acque e affogate nel Toce, raccolti di castagne distrutti, serre divelte, verdure e ortaggi sepolti dal fango, alveari devastati dalla tempesta, mandrie bloccate in alpeggio, frutteti e coltivazioni distrutti, cascine isolate, campi di riso in raccolta allagati, frane nei terreni, strade rurali interrotte e ponti impraticabili. E’ quanto emerge dal bilancio tracciato da Coldiretti Piemonte rispetto a quanto accaduto soprattutto a nord e a sud della regione con danni alle infrastrutture rurali, all’agricoltura e all’allevamento fra strutture, macchinari, produzioni e animali per circa 300 milioni di euro.

Continuano ad essere le zone del nord e sud Piemonte quelle più danneggiate. La provincia di Verbania con aree ancora non raggiungibili ed isolate coma la Valstrona ed allagamenti alle serre e vivai a causa dell’esondazione del Toce, quella di Novara dove la mancanza di elettricità mette in difficoltà la mungitura e l’apicoltura tanto che sono state perse oltre 900 arnie, le province di Biella e Vercelli dove, in Baraggia, si sta cercando di recuperare almeno parte del riso allettato e dove le acque del Sesia hanno inondato i campi e le cascine di Prarolo, Pezzana, Oldenico e Albano Vercellese.

Scendendo il maltempo non ha risparmiato la provincia di Alessandria, nella frazione di Terranova, nella zona di Casale Monferrato, a  causa dell’esondazione del Sesia: persone sfollate e campi allagati con seri danni alle strutture e alle colture. Preoccupazione per le aree golenali e problemi alla viabilità ma anche interruzione della fornitura di energia elettrica che ha visto tra Acqui, Novi e Ovada centinaia di famiglie rimaste senza corrente e timori per un territorio fragile già compromesso da precedenti alluvioni e smottamenti. Fino ad arrivare poi nel Cuneese in cui le vallate più colpite sono quelle del cebano e del monregalese in cui ci sono ancora mandrie isolate oltre a collegamenti stradali interrotti per crolli delle infrastrutture e interi paesi alluvionati, come Garessio.

“Sale dunque il conto dei danni di un inizio autunno 2020 segnato da tempeste praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno –dichiarano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. A fronte di questa situazione disastrosa è quanto mai necessario il riconoscimento dello stato di emergenza che la Regione ha già inoltrato poiché i danni sono davvero ingenti considerando oltre all’agricoltura anche le infrastrutture. Continua il monitoraggio e la conta dei danni in continuo aggiornamento da parte dei nostri tecnici che stanno prestando aiuti alle imprese coinvolte. Certo che eventi di questa portata dimostrano ancora più l’urgenza di una attività di prevenzione, come da sempre sosteniamo, a tutela di territori che vivono già soltanto grazie al presidio dei nostri imprenditori agricoli. E’ fondamentale la gestione delle acque e degli alvei dei fiumi per evitare di agire sempre e solo in emergenza, ma poter prevenire gli eventi alluvionali con una rapida programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del tessuto idrografico piemontese. Come anche è necessario poter dare copertura assicurativa attraverso strumenti accessibili ed allargando la possibilità di assicurare, senza costi elevati, tutte le produzioni”.