Asti, la minoranza attacca: “Salta nuovamente il consiglio comunale, senza presidente e nessuna pratica discussa”

Riceviamo e pubblichiamo


Flop del voto online per il Presidente del Consiglio Comunale, la maggioranza non riesce a eleggere il Presidente.
Sono mesi che chiediamo il Consiglio Comunale in presenza e questa sera abbiamo avuto prove e controprove della grave carenza dei consigli online.
Il Consiglio Comunale precedente si era chiuso con una pregiudiziale sul voto online e l’abbandono della maggioranza per non discuterla. La minoranza in Consiglio ha posto diverse mozioni d’ordine in merito al rispetto del regolamento del Consiglio in via telematica e posto la pregiudiziale sul voto del Presidente del Consiglio Comunale online.
Ciò che diciamo da tempo sull’idea di democrazia telematica all’epoca del Covid che ha il Sindaco Rasero, non è solo più un’opinione ma la realtà ed è ormai provata dai fatti.
La minoranza ha chiesto a più riprese ieri sera la non possibilità negli ultimi mesi di svolgere un Consiglio che rispetti il regolamento del Consiglio stesso. Davvero l’ennesima occasione sprecata anche questa sera da parte dell’Amministrazione Comunale.

Sono mesi che il regolamento del Consiglio non viene rispettato, non c’è stata data la possibilità di discutere interrogazioni e le condizioni per lavorare su mozioni e ordini del giorno in presenza. Nei Consigli online non si è data la possibilità di discutere le interrogazioni, salvo in un Consiglio che le raggruppava con un ritardo temporale di un anno su alcune tematiche importanti per i cittadini.
Neppure il regolamento del consiglio in via telematica, viene rispettato in quanto in tale regolamento è chiaro che deve essere ben identificabile (attraverso la cam) il consigliere presente eppure per tutto il Consiglio, nonostante i richiami della minoranza sono pochissimi i Consiglieri di maggioranza che si attengono a tale regolamento.
Era quindi inevitabile che ponessimo tali questioni, in un Consiglio importante in cui si affrontavano tematiche a noi care quali quelle dell’Israt e della cittadinanza alla Segre. Inevitabile porle su un voto online su cui avevamo posto critiche e che si è poi dimostrato fallimentare. L’audio in sala pessimo e online peggio, quando la minoranza pone le questioni la maggioranza non sente, in altri casi sente e rigetta le critiche: incapace di dialogo.

L’esempio più lampante avviene quando si chiede di votare un ordine del giorno condiviso sui problemi che sollevano i genitori degli studenti della Jona. I consiglieri di maggioranza dicono di non sentire l’intervento della minoranza, alcuni consiglieri chiedono e votano per spostare tale tematica urgente in fondo al Consiglio.
L’ordine del giorno è condivisibile, la minoranza prende carta e penna e prova scriverne uno di buon senso, ma non basta. Anche questo tema della sicurezza degli studenti per la maggioranza è secondario.

E si passa al tema che pare davvero stia a cuore a tutti, l’elezione del Presidente del Consiglio. Non è un mistero che il Consigliere papabile sia presente nel Palazzo, schermato dal pericolo Covid, ha una stanza e una postazione privata da cui seguire il Consiglio. Appaiono surreali allora gli appelli di alcuni Consiglieri alla precauzione da Covid, tutta la minoranza e due Consiglieri di maggioranza in aula e un consigliere in un ufficio dedicato.
La minoranza pone la pregiudiziale sul voto online, sullo stesso sito di Eligo (la piattaforma con cui votare) vi è scritto chiaramente che non c’è normativa sul voto online e che deve essere fatto nel rispetto degli statuti degli enti. Abbiamo sempre detto che per noi non c’era la sicurezza, non c’era nessuna norma che lo garantisse, non c’era nessun accenno nello Statuto.
Il nostro richiamo viene ignorato e a quel punto siamo alla prova del nove. Alcuni consiglieri di minoranza hanno difficoltà di accedere all’account o non ricevono l’invito per votare, altri votano.
Intanto garantiamo come minoranza il numero legale, se guardassimo a norma di regolamento quanti consiglieri sono riconoscibili online il numero legale sarebbe saltato durante la serata.
Quando a mezzanotte si scopre che i consiglieri di maggioranza non riescono a votare. Non arrivano pare credenziali, c’é chi ha cellulare scarico, chi non ricorda la password, chi forse non trova la mail nello spam, chi forse proprio non ha ben chiaro il meccanismo, spuntano Sindaco e futuro presidente del Consiglio e dichiarano impossibile il voto online.

Israt, cittadinanza alla Segre e ordine del giorno sulla sicurezza alla Jona, passano in secondo piano rispetto al flop che noi avevamo annunciato da tempo. E in barba all’accordo di proseguire, rimanca grazie alla maggioranza il numero legale. Fine di un consiglio in cui la minoranza annunciava la non ammissibilità del voto online, i limiti e la non correttezza, che denunciava la necessità di consigli in presenza. Pochi consiglieri collegati in cui fossero visibili i volti, come previsto dal regolamento per lo svolgimento del consiglio online. Il voto del futuro presidente del consiglio svanisce nell’etere, nella fibra. Finché erano i consiglieri comunali di minoranza ad avere problemi col voto, ELIGO era inattaccabile, ma sono proprio i consiglieri comunali di maggioranza a naufragare col voto online.

Fosse successo in presenza, sarebbe stato l’ultimo atto della maggioranza. Ma l’etere impalpabile diventa l’alibi del fallimento. Un fallimento politico, la fine di un esperimento di democrazia ai tempi di Rasero sindaco, più che del covid. Una città ostaggio dei suoi esperimenti, una delle poche a non essersi organizzata per consigli in presenza, che però organizza feste, incontra le parti sociali, organizza riunioni e inaugurazioni salvo non garantire la democraticità dell’organo più importante. Forse nei prossimi giorni si cercherà di istruire al voto i consiglieri di maggioranza. Intanto il Consiglio é orfano della politica, la città sempre più immobile e il Consiglio ha toccato il punto più basso nella democrazia dalla storia del Comune di Asti. Come per l’apprendista stregone di Walt Disney, gli stessi strumenti messi in moto dal Sindaco sono diventati ingovernabili e gli si ritorcono contro.

I Gruppi Consiliari di Minoranza