Al carcere di Asti tre microtelefoni cellulari trovati dalla Polizia Penitenziaria in una busta destinata ad un detenuto

Nella giornata del 14 ottobre 2020, la Polizia Penitenziaria della Casa Reclusione di Asti, ha bloccato l’ingresso di tre microtelefoni cellulari contenuti in corrispondenza postale ordinaria, indirizzata ad un detenuto appartenente alla criminalità organizzata.

A darne notizia è l’OSAPP con un comunicato stampa in cui spiega che “Detti telefonini erano celati dentro uno spessore di polistirolo, creato artigianalmente con maestria per creare una sorta di nascondiglio: l’interfaccia era costituita da una cartolina di Castel Volturno.
La Polizia Penitenziaria in servizio, come sempre, ha mostrato eccezionale professionalità e scrupolosa attenzione nell’espletamento dei compiti affidati, si auspica che l’amministrazione tenga conto benevolmente dell’operato del personale.”

Leo Beneduci, Segretario Generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) dichiara: “si tratta dell’ennesimo ritrovamento di telefoni cellulari che hanno reso l’ Istituto una postazione telefonica contra legem. Dopo anni il legislatore ha previsto la fattispecie penale di introduzione e detenzione di dispositivi atti a comunicare con l’esterno, (compresi i cellulari) che dovrebbe sanzionare effettivamente tale prassi consolidata, constatato il fatto che per l’ amministrazione penitenziaria tale problematica non è stata mai risolta e financo affrontata. Come sindacato informeremo instancabilmente l’opinione pubblica di ulteriori ritrovamenti e sugli sviluppi di queste vicende che minano la sicurezza degli istituti penitenziari e di riflesso la sicurezza dell’intera collettività”.