Tra ristrutturazioni e lievi aggiustamenti di orario pronte ad aprire in sicurezza le scuole del V Circolo di Asti

La maggior parte dei plessi chiuderà però dopo una settimana perché sedi di seggio

Le scuole del V circolo di Asti sono in procinto di aprire tra ultimi lavori di ristrutturazione, aggiustamenti di orario e proposte per una didattica all’avanguardia.
Su quest’ultimo punto la proposta viene dagli insegnanti della scuola primaria di Serravalle d’Asti che hanno presentato alla dirigente scolastica, Graziella Ventimiglia, e all’assessora all’Istruzione del Comune di Asti, Elisa Pietragalla, un Protocollo per una scuola completamente all’aperto.

E’ un progetto ha accolto il parere favoreveole delle famiglie dei bambini iscritti nel plesso della frazione astigiana e che può godere del sostegno da un comitato scientifico formato da diversi professionisti come Anna Oliverio Ferraris, Paola Nicolini, Giuseppe Paschetto, Gianni Marconato, Antonino Attanasio, Paolo Mottana, Giuseppe Campagnoli dal Comitato Unicef di Asti.

“E’ un progetto che intende preservare la relazione cooperativa e non far mai percepire ai bambini l’altro come un potenziale pericolo – spiega l’insegnate Giampiero Monaca – Abbiamo sperimentato in via informale ma strutturata, per tutto il mese di luglio, la modalità di scuola all’aperto e diffusa per la totalità del tempo, questo perché all’aperto i rischi infettivi risultano essere infinitamente ridotti. Useremo gli spazi all’aperto come ambienti educanti sia naturali che messi a disposizione dalla comunità locale. In caso di maltempo avremo la cupola, e altri ambienti coperti e riparati ma non chiusi, in modo da essere sempre e comunque soggetti alle normative sugli spazi all’aperto. Le statistiche dicono chiaramente che all’aperto i rischi infettivi sono minimi e l’esperienza delle scuole danesi, ormai aperte da mesi in modalità all’aperto , ha dimostrato di avere pochissimo casi di contagio. In questo modo potremo garantire maggior sicurezza, e didattica più funzionale” conclude Monaca

Per ora questa idea rimane sulla carta e non potrà ancora trovare attivazione nel prossimo futuro.

“E’ un progetto sicuramente bello dai risvolti positivi anche per quanto concerne la didattica, ma non è ancora stato approvato  – interviene la dirigente Ventimiglia – Deve passare dal Collegio docenti e dal Consiglio di Istituto. In base alle direttive anti covid uscite all’inizio di agosto, inoltre, è il Comune che deve dare l’autorizzazione per l’uso di altri luoghi che non siano i locali scolastici”.

A questo si aggiunge la necessità di far incontrare la normativa che riguarda le misure anticovid con quella sulla sicurezza dei locali. “E’ necessario capire bene in quali posti all’aperto faranno attività i bambini e che siano sicuri. A risponderne è infatti la Dirigente. Quello di Serravalle è in ogni caso il plesso con meno problematiche per quanto riguarda gli spazi che sono sufficienti ad accogliere le tre classi, 54 alunni in tutto”.

E proprio sugli spazi si è concentrato in questi mesi il lavoro della Dirigente e degli insegnanti delle scuole Rio Crosio, Buonarroti, Piero Donna e Infanzia XXV Aprile.

“Abbiamo lavorato molto per trovare più spazi possibile – entra nel dettaglio Ventimiglia – Le aule sono state sgomberate dagli armadi in modo da aumentarne la metratura”

In attuazione anche alcuni lievi cambiamenti di orario come per la Rio Crosio dove le classi a tempo normale (27 ore) faranno 5 ore e mezza al giorno, invece di 5. “L’aggiunta di questi minuti permette di togliere il rientro pomeridiano ed evitare per quegli alunni il servizio mensa”.

Per le altri classi della Rio Crosio a tempo pieno e gli altri plessi la mensa è invece stata mantenuta ma su due o tre turni. Solo per un paio di classi si prevede l’utilizzo della lunch box.
Per alcune scuole come la Buonarroti, che è in ristrutturazione, è stata un vera e propria corsa contro il tempo, ma tutte saranno in grado di aprire in sicurezza il prossimo 14 settembre.
Con però una beffa: a distanza di una settimana dovranno chiudere per il Referendum del 20 e 21 settembre e poi nuovamente essere risistemate e sanificate. “A parte la XXV Aprile, le nostre scuole sono tutte sedi di seggio. A questo punto si poteva iniziare dopo. Non è una settimana in più o in meno che avrebbe fatto la differenza. Il problema è però nazionale: non bisognerebbe utilizzare le scuole come sedi di seggio”.