Lettere al direttore

Le preoccupazioni di Europa Verde Asti sulla centrale idroelettrica sul Tanaro: “Progetto fermo e non convincente”

Più informazioni su

Riceviamo e pubblichiamo


La Federazione astigiana dei Verdi-Europa Verde, alla luce di ciò che è emerso nella conferenza stampa indetta dal Comitato e dalle informazioni comparse sui media, ritiene opportuno e urgente tornare sul tema della centrale idroelettrica del Tanaro e su tutte le problematiche esposte ed evidenziate.

Fatta la debita precisazione che non c’è naturalmente alcuna opposizione di sostanza a un’opera che, se seguita con le attenzioni del caso, porterebbe a produzione di energia pulita e rinnovabile, né alcuna prevenzione nei confronti di privati che decidano di investire correttamente nel settore, sul caso specifico pare importante ritornare.

Alcuni dati, infatti, appaiono inconfutabili: l’opera è ferma a causa di aspetti tecnici e di progetto incompleti o non convincenti al termine di una trafila burocratica e realizzativa segnata da pratiche insufficienti, talora affrettate e con passaggi autorizzativi quanto meno discutibili. In tal senso anche le autorità locali hanno manifestato spesso un atteggiamento defilato e sfuggente.

Le prove di invaso fatte a più riprese (ultima in luglio) hanno ribadito nodi tecnici e ambientali che non è pensabile sottovalutare o addirittura ignorare:

  • interferenza accertata con la foce del Borbore, continuamente “rigurgitato” dal reflusso dello sbarramento, con rischio di accumulo di sedimenti in alveo e conseguenti rischi aumentati in caso di piene,
  • lo scarico del depuratore non sufficientemente diluito, con ovvio rischio igienico-sanitario,
  • lo scolmatore in sponda sinistra costantemente interdetto da presenza di corpi estranei e da limo,
  • un rilevatore idrometrico ARPA non utilizzabile,
  • la presenza di grandi blocchi di calcestruzzo (utilizzati per realizzazione di nuova traversa) abbandonati in alveo, con
  • la necessità/urgenza, allo scopo di garantire margini di sicurezza al momento non considerati, della loro rimozione, con la contestuale rimozione degli isoloni in alveo tra i due ponti e il ripristino del franco idraulico prima dell’effettiva entrata in funzione dell’impianto,
  • ritardi nella messa in funzione di pompe idrovore di salvaguardia di depuratore/rete fognaria,
  • accessi alla zona di cantiere (rimosso? Ufficialmente chiuso?) pericolosamente liberi e con cartelli di allerta e di divieto ridotti al minimo e poco visibili. Lo scivolo verso il fiume è praticabile da chiunque, ragazzi e bambini compresi, con evidente condizione di rischio. Necessario un protocollo di sicurezza per i frequentatori del fiume e specifico Piano di protezione civile.

Non è stata presa in considerazione la necessità di garantire alla fauna ittica la possibilità di defluire al ridursi del livello dell’acqua a valle della centrale, con la conseguenza di vederla intrappolata in pozze fino alla morte.

Tutto ciò dice che la presenza della Centrale, nelle condizioni attuali, aumenta indiscutibilmente il rischio idraulico per la città., anche alla luce del fatto che restano aperti problemi vecchi, evidenziati in modo drammatico dall’alluvione del 1994 e da momenti di piena successivi legati al rifacimento dei ponti sul Borbore.

Considerato il fatto che, al momento, su temi così rilevanti per tutti cittadini, la mobilitazione – fatte salve rare eccezioni – è stata minima e che occasioni di dibattito pubblico non se ne sono viste, Europa Verde Asti sollecita in consiglio comunale aperto o, considerata l’emergenza COVID purtroppo ancora in atto, quantomeno una convocazione/incontro con la commissione ambiente e con i capigruppo, con invito a partecipare per i rappresentanti del Comitato che sul tema ha prodotto azioni e studio.

Gradito anche il confronto con l’azienda responsabile di progetto chiamata a dare spiegazioni e chiarimenti.

I portavoce di Europa verde Asti
Giuseppe Sammatrice, Patrizia Montafia

Più informazioni su