Il racconto dell’Asti sotterranea conquista una visitatrice speciale

Lo scorso 30 agosto, nell’ambito degli appuntamenti estivi con l’archeologo, Fabrizio Biglia ha illustrato e raccontato il magnifico patrimonio storico che Asti nasconde nel suo sottosuolo. Tra i visitatori, anche la dott.ssa Nicoletta Frapiccini, della direzione Musei Archeologici del Polo Museale delle Marche.

La stessa, in seguito alla sua partecipazione alla visita guidata alla Cripta e al Museo di Sant’Anastasio, ha inviato di recente una recensione speciale a Fondazione Asti Musei, per condividere la sua sorpresa per quanto “scoperto” ad Asti, più conosciuta per il vino ma che racchiude un patrimonio artistico e culturale di altissimo livello.

Di seguito, la recensione della dott.ssa Frapiccini.

“Che il nostro Paese sia uno scrigno di inesauribili tesori è universalmente riconosciuto, eppure quanto capillare sia la diffusione del nostro patrimonio artistico non smette mai di sorprendere. Se alla bella città di Asti si associa prevalentemente l’immagine dei suoi mirabili vigneti e di un paesaggio agricolo di rara bellezza, ci si stupisce di ciò che riserva il sottosuolo.
In pieno centro, nei sotterranei del Liceo Classico intitolato all’illustre concittadino Vittorio Alfieri, si cela un sito archeologico complesso, del contesto topografico che, a causa (o forse per merito) della demolizione di una chiesa, riemerge a chiarire le diverse fasi vissute dal sito.

A spiegare l’intricato contesto è un bravo archeologo, Fabrizio Biglia, che affronta l’ardua sfida di spiegare, a chi archeologo non è, il senso di quel suggestivo groviglio di muri e colonne, quei diversi piani di calpestio che raccontano la storia, narrata in modo chiaro e accattivante da un esperto che sa fare ottima divulgazione, senza banalizzazioni né sbavature. Il percorso ad anello, ben illuminato, con numerosi, brevi pannelli che spiegano con chiarezza, è agile e ben congegnato. L’esposizione dei materiali ne consente una visione ravvicinata e coinvolgente.

Esco appagata per aver visitato l’ennesima perla di questo nostro straordinario patrimonio. Come pure straordinaria è la cura, l’attenzione, la sensibilità di quanti contribuiscono a valorizzarlo e a diffonderne la conoscenza.
Grazie!”