Asti, i controlli sulle potature di siepi e fronde fanno discutere. Malandrone: “E’ il Comune che deve dare il buon esempio”

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di Mario Malandrone, consigliere comunale di Ambiente Asti, in seguito alla comunicazione del Comune di Asti, che dal 22 settembre partiranno i controlli da parte della Polizia Municipale sulla corretta manutenzione di fronde e siepi “per evitare pericoli alla circolazione, ritardi nei servizi e maggiori costi di manutenzione a seguito del maltempo.”


Il postulato è: Il Comune fa quello che può il resto è dei cittadini (volontariato, abitanti di frazioni, cittadini più o meno impegnati). E quindi: passi se gli architetti si lamentano delle attuali problematiche degli uffici, pace se il degrado penalizza gli agricoltori del mercato ortofrutticolo, pazienza se le scuole (che erano già aperte) sono state lasciate in stato pessimo pensando che l’apertura fosse solo con l’arrivo degli studenti, pace se le erbacce crescono selvagge su marciapiedi, se da interi quartieri (Torretta, tanaro, San Domenico) arrivano lamentele, pazienza se 5 anni fa si è tagliato un ufficio apposito che si occupava del verde, se le panchine sono scrostate, se la situazione sociale peggiora in varie aree tanto c’è il volontariato.
E se il volontariato non c’è, come capita per molte aree verdi, se non c’è nel mantenere ordinati i quartieri, se questo per certi versi diventa una (non la sola) delle cause di problemi più gravi, allora il comune si spende nel dire ai cittadini di essere buoni cittadini.
Il retrogusto del messaggio che ne scaturisce in questi giorni sulla manutenzione del verde, sa molto di un dare gran parte della colpa ai cittadini.

Il problema è serio, perchè il Comune ha responsabilità precise e se dall’amministrazione non parte il buon esempio nella cura della cosa pubblica è davvero difficile far passare il messaggio ai cittadini.
Vivo un paradosso, l’istituzione in cui lavoro (che non cito per correttezza), cura in modo quasi maniacale cortili, pista ciclabile che ha di fronte, vernicia le panchine in dotazione. Quando io e i miei studenti vediamo questo, siamo invogliati a mantenere la bellezza. Non è che si aspettano i volontari per farlo, l’Istituzione agisce!
Questo capita quando un’Istituzione è ben amministrata.

Ecco il ruolo di una realtà istituzionale, dare l’esempio e quindi pretenderlo dai cittadini. Magari occorrerebbe trovare intese con le Istituzioni che si ospitano, in un reciproco scambio. Come vi ho detto sopra alcune scuole ad esempio l’interesse per il bene comune lo mettono in pratica quotidianamente, il Comune le dovrebbe premiare conosce quelle che non trascurano le proprie sedi?
Oggi con la comunicazione fatta sul regolamento rurale, caduta proprio nei giorni della polemica sul verde, sembra che si voglia quasi ribaltare il problema, cercare altri capri espiatori. Giusto ripetere regole che vanno rispettate e son doveri dei cittadini, ma la comunicazione è stata davvero posta male: quasi che la colpa degli ultimi fatti e questioni di incuria sia solo dei cittadini e soprattutto delle aree più dimenticate dall’amministrazione, cioè le frazioni.
Eppure sembra quasi che si pensasse che tutto ciò che appare abbandonato o chiuso durante il Covid, potesse aspettare la cura? Non c’è altra spiegazione ad alcune aree scolastiche, su cui ci si sbriga per il 14 settembre, ma che sono in città anche prima dell’arrivo degli studenti.
Sono mesi che come consiglieri, società civile solleviamo questioni: cura del verde, sociale, patti per il bene comune. Sono anni che vi sono proposte di collaborazioni (non sporadiche) serie, che hanno alla base un metodo, basterebbe coglierlo e informarsi.
Eppure ben poco si è fatto e ora si diventa rigorosi coi cittadini, non per far cassa, ma per il bene comune dicono.
Occorre prima dare il buon esempio come Istituzioni.

Mario Malandrone