Al via la vendemmia della “Barbera Amica” di Coldiretti Asti: 120 i viticoltori aderenti

"Ottima la qualità delle uve e minore l'acidità rispetto all’anno scorso"

Questa settimana prende il via la raccolta della “Barbera Amica”. E’ la nona vendemmia consecutiva del progetto di Coldiretti Asti che ha riunito in cooperativa i viticoltori per avere un prodotto di qualità che sappia incidere positivamente sul valore delle uve. E’ attuato attraverso il Consorzio Terre di Qualità con la consulenza del Centro Studi Vini del Piemonte che segue i protocolli produttivi.

“Il meccanismo è consolidato – puntualizza il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – e, nonostante i tanti passi avanti fatti in questi anni dal comparto vitivinicolo, punta in primo luogo a garantire un valore delle uve Barbera d’Asti mediamente attorno all’euro al chilogrammo”.

Le adesioni dei viticoltori astigiani al progetto Coldiretti continuano a crescere, non solo in termini di produttori ma anche di ettari coinvolti. Come conferma il direttore di Coldiretti, Diego Furia: “Per questa vendemmia, annata 2020, la superficie interessata ha già raggiunto i 315 ettari, 70 in più rispetto all’anno scorso, e i viticoltori aderenti saranno almeno 120”.

Oltre alla Cantina Barbera dei Sei Castelli di Agliano Terme, partner ormai storico del progetto Coldiretti per averci creduto fin dall’inizio, fanno parte dell’accordo la Terre Astesane di Mombercelli, la cantina “Produttori di Govone” e indirettamente, per le uve biologiche, la Cantina Sociale di Nizza Monferrato. Con le Barbera d’Asti, fanno parte del progetto Coldiretti anche le uve cortese, dolcetto, grignolino, freisa e le biologiche di diverse varietà.

Come per le precedenti vendemmie, i viticoltori si sono attenuti scrupolosamente al protocollo di produzione delle uve e quindi la qualità è sicuramente ottima anche quest’anno. “D’altra parte – rileva Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte che ha sede a San Damiano d’Asti – non è ormai più un mistero che in media gli aderenti al progetto Coldiretti abbiano performance qualitative superiori rispetto ai colleghi fuori dal Barbera Amica”. Per quest’annata in particolare, dal momento che la qualità poteva risultare piuttosto diversificata, a causa della variabilità del tempo. “Sono state di fatto registrate forti differenze da zona a zona – specifica Furia – con precipitazioni diversificate anche da vigneto a vigneto, a pochi metri di distanza. Il fatto di poter disporre del lavoro scrupoloso di tanti piccoli produttori si rivelerà sicuramente una carta vincente dal punto di vista qualitativo”.

In preparazione a questa vendemmia, i tecnici Coldiretti e il Centro Studi Vini hanno prelevato e analizzato, con cadenza settimanale, centinaia di campioni di uve barbera d’Asti. “La maturazione è stata regolare – rassicura Rabbione – e l’alcol potenziale risulta mediamente in linea con i valori dei campionamenti eseguiti nel 2019, mentre permane un sensibile scostamento del quadro acido con acidità mediamente inferiori rispetto all’annata scorsa”.

Fra gli obbiettivi auspicati per questa vendemmia, oltre al mantenimento dell’alto tenore qualitativo, come sempre, si guarda quindi al valore delle uve. “E’ inutile nasconderlo – conclude Reggio – questo è il momento più delicato dell’anno per il settore vitivinicolo, non solo per riuscire a cogliere il momento migliore per raccogliere l’uva, ma anche per avere i giusti riscontri dal mercato. Un valore adeguato delle uve, oltre a decretare la positività dei bilanci annuali delle imprese viticole, influenzerà il mercato del vino e quindi l’intera economia legata a questo importante comparto. Se a questo si aggiunge il valore immateriale delle nostre zone, capiamo bene come le colline Unesco possano continuare ad essere patrimonio dell’umanità solamente se i viticoltori hanno il loro giusto tornaconto dalla loro attività”.

IL PROGETTO VINO: QUANDO LA BARBERA DIVENNE “AMICA”

Il “Progetto Vino” di Coldiretti Asti prese forma con l’annata 2011, quando alcuni viticoltori furono presi in mezzo alla speculazione e il valore delle loro uve Barbera d’Asti crollò a 30 centesimi al chilogrammo.

In linea con i progetti di una “Filiera agricola tutta italiana” e di “Campagna Amica”, Coldiretti Asti in collaborazione con il Centro Studi Vini del Piemonte, individuò nel rapporto fra viticoltore e mediatore di uve l’anello debole della contrattazione del prezzo. Con il Consorzio Terre di Qualità (aderente a UeCoop) furono messi insieme venti produttori di uve, decidendo di avviare un percorso di valorizzazione della loro produzione e di seguire un canale alternativo di vendita delle uve, o meglio, del vino che sarebbe stato prodotto. In pratica i viticoltori si unirono per trasformare la loro attività di semplice viticoltore a quella di vinificatore associato.

Il Centro studi vini del Piemonte e i tecnici Coldiretti misero a punto un protocollo di produzione e trasformazione per la Barbera di alta qualità, dal vigneto alla bottiglia. Il Consorzio Terre di Qualità ritirò le uve e le conferì alla Cantina Barbera Sei Castelli di Agliano Terme.

Il risultato dell’annata 2012 fu la triplicazione del valore delle uve Barbera d’Asti rispetto al 2011. Quando fu chiamato a ritirare l’assegno per la vendita delle uve, Ermes, un viticoltore di Viarigi all’epoca 43enne, si stropicciò gli occhi ed esclamò: “Se non avessi aderito al progetto vitivinicolo di Coldiretti avrei espiantato i vigneti, oggi sento che il mio lavoro può avere un futuro. Fino a ieri mi vergognavo, nel 2010 le uve mi sono state pagate la miseria 18 centesimi al chilogrammo, grazie al progetto Coldiretti ho superato i 90 centesimi. Se ci penso, per me questo è quasi un miracolo. Questa è proprio una Barbera Amica”. Da quel giorno il progetto vino di Coldiretti Asti fu ribattezzato “Barbera Amica” e per l’annata 2020 i viticoltori aderenti sono diventati 120, per un controvalore delle loro uve di quasi 3 milioni di euro.