A Moasca la vendemmia si apre ai turisti e diventa “didattica”

Riceviamo e pubblichiamo


Si pensa che la parola vendemmia sia una derivazione della parola vendémiaire, proveniente da una lingua antica universalmente conosciuta ai tempi del Medioevo. Si riferiva al periodo dell’allora calendario rivoluzionario, collocabile intorno a settembre e riferito alla raccolta delle uve; gli Italiani non sono d’accordo, poiché è ritenuta una parola derivante dal loro latino, e più precisamente dai vocaboli vinum (vino) e demia (che significa prendere). In ogni caso, ciò che possiamo affermare con sicurezza è che gli Astigiani prendono questa parola molto, molto seriamente. Tanto seriamente che il sindaco di Moasca, Andrea Ghignone, anche presidente della cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli di Agliano Terme, ha voluto aprire le dogane di questa storia secolare a tutti.
Si chiama “vendemmia turistica e didattica”.

“La vendemmia è un rito che ci riporta alle nostre radici; un’esperienza che ci fa rivivere momenti passati coi nonni e ci regala un ricordo indelebile di profumi inebrianti e questo deve essere trasmesso ai turisti che visitano le nostre terre”, spiega Ghignone.
I vignaioli d’eccezione potranno trascorrere un’intera giornata nei vigneti e nella cantina, per una “harvest experience” indimenticabile; si inizierà con la raccolta dei grappoli che successivamente verranno trasferiti in cantina per la trasformazione.
I vignaioli storici apriranno le loro porte e i loro vigneti per far partecipare le persone alla vendemmia, in una giornata di condivisione e scoperta, ritornando parzialmente agli anni passati, in cui per la vendemmia le cascine si riempivano di amici e di conoscenti pronti ad aiutare con forbicioni e ceste in mano.
La vendemmia insomma non è più cosa per pochi.

“Il turismo del vino è una voce sempre più importante per l’economia del nostro territorio e ormai è una delle attrazioni principali, specialmente durante il periodo della vendemmia”, commenta Ghignone, “le nostre aziende offrono vini di eccellenza, in primis la Barbera, ma l’ospitalità in cantina non si ferma più alla semplice degustazione. Un modo unico per vivere la nostra campagna godendo di un paesaggio unico in un periodo così affascinante come la vendemmia.”
Quale testimonial migliore per la Barbera allora se non il primo cittadino? (nella foto Andrea Ghignone)

Pedro Roberto Merlo
Echi d’Infinito

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