“Ma alla fine che rimarrà ad Asti degli annunci di Rasero?”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Gruppo Consiliare e Circolo PD di Asti.


L’annuncio con la consueta diretta Facebook, della grande mostra degli Arazzi Scassa ci aveva indotto a pensare che finalmente questa amministrazione lavorasse per valorizzare il patrimonio artistico e artigianale della città.

Peccato che, in questo agosto di temporali, sia saltato tutto e a pochi giorni dall’annuncio la Fondazione Scassa smentisce la partecipazione ufficiale alla mostra lamentando il mancato coinvolgimento nell’organizzazione.
La mostra annunciata non si farà , ma, assicurano Rasero e Sacco, se ne farà una altrettanto importante sempre dedicata Arazzi e sarà pari, se non migliore di quella di Venezia si spinge a dire trionfalmente il Presidente Sacco.

La domanda sorge spontanea: ma è mai possibile fare una mostra di Arazzi senza il coinvolgimento della Fondazione Scassa?
Vedremo che mostra sarà, e non “gufiamo” sperando anzi che sia di valore per il bene della città.

A noi questa questa confusione non stupisce.

È ormai chiaro che questa è l’amministrazione degli annunci , delle dirette, delle promesse elettorali non realizzate, espressione di un centro destra che dimostra ogni giorno di più di non esser in grado di conseguire risultati concreti.

In questa vicenda poi non si può non considerare il concorso di colpa della Fondazione Musei, i cui ambiziosi propositi si stanno trasformando in una semplice gestione dell’ordinario; senza un progetto di lungo periodo di valorizzazione delle ricchezze artistiche astigiane; con un Presidente impegnato su troppi fronti, e senza una guida operativa veramente competente in materia.

Gli arazzi del maestro Scassa sono patrimonio non solo della città ma dell’arte mondiale; un’arte antica e preziosa.
Sono opere di cui la città dovrebbe andar fiera, frutto di decenni di lavoro, scuola, maestria .

L’amministrazione del Sindaco Brignolo ne era ben consapevole e per questo fece di tutto per cercare di valorizzarla.
Il progetto del Museo degli Arazzi Scassa proposto nel 2015 fu fortemente contestato dalle opposizioni che non si fecero problemi a denunciare, in modo pretestuoso e fazioso, gli ingiustificati privilegi che il Comune avrebbe elargito al grande artista a fronte della donazione di 18 arazzi più altri in comodato gratuito, alla città Gianfranco Imerito, oggi assessore alla Cultura, dichiarò «mai e poi mai voterò una delibera impresentabile che finirà alla Corte dei conti, una pratica pericolosa per le imprecisioni e le irregolarità, che oltre a creare un precedente contiene condizioni che prefigurano un danno erariale a carico dell’ente»; in quell’occasione alcuni consiglieri di minoranza arrivarono a paragonare gli arazzi Scassa a dei volgari “tappeti da mercato”

Così ricordano tutti il maestro Ugo Scassa che dichiarò “mai più avrei pensato che il mio atteggiamento venisse interpretato come quello di colui che vuole sfruttare un bene pubblico. Verso la comunità mi sono sempre comportato correttamente e se qualcuno ha pensato che io volessi trovarmi un posto all’ospizio sfruttando Palazzo Alfieri si sbaglia. A quei sei che sono contrari al museo, rispondo che ce ne sono seimila che apprezzano le mie opere. Mi sono sentito disgustato e per questo ho detto al sindaco di sospendere tutto”.

Quanta confusione in passato e nel presente. Quanta poca consapevolezza sul valore di telai unici al mondo nati nella nostra città.
Come non pensare che per una certa politica la cultura sia un fastidio, da gestire nel modo più sbrigativo possibile e con la minima spesa, e non un valore.
Anche su una mostra questa amministrazione riesce a far un annuncio di portata “mondiale” che corrisponde anche ad una figuraccia a livello “mondiale”.

Gruppo Consigliare e Circolo PD Asti